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SUBSONICA 06/05/05

Concerto a Mestre - 4300 spettatori - palazzetto e

Concerto a Mestre - 4300 spettatori - palazzetto esaurito

“….aspetta aspetta, io la rifarei, mettiamo una luce sotto il tavolo e poi Samuel deve andare più lento con la corda del tavolino, e poi parla più forte che se no non si capisce un cazzo”. Boosta inquadrato dall’obbiettivo del Ninja con l’asciugamano in testa sembra una statuina di legno di qualche santo mediterraneo, il resto della troupe è composto da Samuel-effetti speciali e Max-direttore della fotografia. Il set è la stanza dell’albergo. Tratteniamo a stento le risate e giriamo in presa diretta il colossal: “non ti è piaciuto terrestre? Nessun problema-clicca qui” in rotazione sulla home page del sito.

Dunque, ieri le proiezioni hanno avuto qualche problema, oggi il tutto dovrebbe girare meglio. Arriviamo al palazzetto per il check. E’ una struttura bassa molto fonoassorbente. Basta un fento-secondo di impatto temperatura sulle mucose nasali a prevedere che suoneremo sudati marci più o meno da metà scaletta. Esperienza.

L’acustica attutisce talmente tanto il suono amplificato che gli ampli ci sembrano suonare a metà volume. Durante il check Cipo aumenterà di gran lunga la potenza dell’impianto.

Dietro il palco c’è una palestra con un casino di attrezzi e ovviamente subito ci lanciamo a fare i bulli con bilancieri, chest machine, pesi. Veniamo interrotti solo dal profumo di cibo della cucina da campo che seguirà tutto il tour, sfamando tecnici,organizzatori e musicanti. Mirco e Alle stimano un buon risparmio oltre a una comoda elasticità di tempi. Potremo finalmente salire sul palco senza esserci appena alzati da tavola. Quindi con orario da frati, alle 19 in punto, ci approssimiamo,posate e vassoi e bigliettino alla mano, in fila indiana (qui rockstar o non rockstar la burocrazia sabaudanon guarda in faccia a nessuno) per la cena.

Streching, bevande e intrugli energetici. Samuel tenta una formula piuttosto discutibile che prevede un mix tra erismo (erba che rilassa le corde vocali) vodka una smart-drug chiamata “il fluido” e propoli, provocando il disgusto del camerino.

Stasera si discute di sesso, pratiche al limite dell’inverosimile, qualcuno ad un certo punto nomina e descrive il “felching”. Nuovo disgusto. Smettiamo immediatamente.

Siamo pronti a partire ma ci chiedono di attendere per evitare che le persone ancora fuori dal palazzetto si accalchino facendosi del male.

Sfuma il disco dei sikitikis, buio, grida.

La prima parte è meno esplosiva rispetto a ieri, c’è più concentrazione nell’esecuzione, evitiamo gli errori. Nel secondo set il concerto trova il suo equilibrio, nonostante il debito d’ossigeno. Fatichiamo un po’ a respirare e siamo zuppi fino ai calzini. Ma il pubblico trascina ballando ininterrottamente e cantando tutte le canzoni. Le proiezioni hannoqualche problema d assestamento in alcuni punti.

Alla fine, un buon concerto di fronte a gran bel pubblico. Ci ficchiamo contenti sotto le docce, senza risparmiarci i soliti scherzi idioti. Qualcunopropone di raggiungere il new age di Roncade. Gabriele, l’organizzatore della data è uno dei proprietari del locale. Ricordiamo ancora il primo live al “new age” davanti a 120 persone e la gentilezza dei suoi proprietari. Ci ripromettiamo di non fare troppo tardi, di non tornare a quattro zampe in albergo, prendiamo i dischi e partiamo per riproporre la selezione dei quattro dj

Al new age incontriamo alcune alte cariche della sezione opinioni. Mezcal e Capitan Fritto, ci sono vecchie altre conoscenze del vu vu vu che riferiscono i loro preziosi pareri. Tutti d’accordo sulla qualità del concerto. Secondo qualcuno ci sono nuovi brani che dal vivo rendono assai di più rispetto all’album. Alla fine, dopo aver djato, ballato chiacchierato e sbevazzato torneremo in albergo - non freschissimi -, sapendo già che a Bologna saremo costretti ad utilizzare le energie di riserva.

Frase della giornata pronunciata da Franco - flautista dei Modena City Ramblers - venuto fin qui per curiosare il concerto e per salutare la morosa che lavora con la ditta che fornisce il palco “soch, grande grande energia mica me l’aspetavo, ma ci avete anche la chitarra acussstica, mo alora siete anche voi un bel gruppo folk!”


SUBSONICA 05/05/05

Concerto a Pordenone - 4500 spettatori - palazzett

Concerto a Pordenone - 4500 spettatori - palazzetto esaurito

Giungono notizie di tutto esaurito dalle città più grandi: Roma, Milano e Torino. Del resto anche le prime tre tappe: Pordenone, Mestre e Bologna, da qualche giorno riportano il medesimo dato. Questo fa decisamente più effetto del podio-classifica.

L’attesa? Il nuovo disco? Un ufficio stampa ben organizzato? (“Parole e dintorni” da noi ingaggiato) L’astrologia? Boh? Ad ogni modo fa effetto e non poco.

Oggi non proviamo, se non per un breve test e per sistemare “Y”, il brano strumentale di semi improvvisazione che sosterrà alcune immagini processate da Samuel direttamente sul palco. Sarà l’inizio del terzo blocco del concerto e rappresenterà uno spazio aperto ad evoluzione costante. Le immagini diventeranno così protagoniste, liberandosi dal ruolo di semplice complemento alla musica. Samuel attraverso un Korg-Kaoss-pad per immagini, manipolerà le stesse in tempo reale seguendo le variazioni del suono. Decidiamo di inaugurare questa sperimentazione con la più clamorosa parata di bugie mediatiche dei nostri tempi. Le motivazioni farlocche dell’intervento militare in Irak. La bocca è quella di Bush. Le bugie sono quelle relative ad arsenali, armi di distruzione e altre fesserie che ci hanno violentato per mesi.

Ceniamo presto e mangiamo poco. La tensione incomincia a salire. Si aprono i cancelli del palazzetto. C’erano ragazzi in attesa fuori dalle porte, fin da mezzogiorno. Li intratterrà il disco dei Sikitikis, una costante che accompagnerà tutto il tour. Chi corsa per i corridoi, chi streching, chi fialette di ginseng……è ora di salire.

Il rito propiziatorio, oltre al consueto farneticante discorso di Boosta, è il brindisi superalcolico con bevuta tutta d’un fiato seguito da energico accartocciamento dei bicchieri. Di plastica ovviamente, mica siamo fachiri. Un boato accompagna lo spegnimento delle luci. Da quel momento ognuno di noi è solo a cercare la propria concentrazione. Le cuffie in-ear monitor accentuano l’effetto isolamento. Parte il brano di introduzione, “terrestre”, accendiamo le luci strobo portatili acquistate a Camden a un pound e mezzo l’una e entriamo. Nulla di ciò che ci troviamo di fronte era come lo ricordavamo. Cioè, sì lo ricordavamo ma l’intensità dell’impatto emotivo è una sensazione troppo viva per poter essere compressa in un pensiero. Suoniamo i primi brani in pura estasi, facendo fatica a sentire a causa delle grida e delle voci che scandiscono all’unisono “giorni a perdere”. Facciamo anche fatica a trovare il giusto equilibrio tra slancio e precisione, però è davvero figo. Tutte le settimane passate in sala prove le puoi buttare nel cesso, bisogna calibrare, ripensare il tutto in quello spazio, con quella pressione emotiva e con la voglia di muoverti insieme a tutti quei volti e quelle braccia. Sentiamo che l’energia c’è, e anche la compattezza. Dopo qualche brano è già chiaro che stiamo suonando la miglior “prima data” di sempre. Scappano alcuni errori ma non è importante. E’ più importante ritrovare il senso del palco. La prima parte di scaletta vola. Ora tocca alla parte acustica, esperimento mai tentato prima. Samuel da solo sul palco con una sei corde. Intona “two” dal repertorio elettronico dei Motel Conection. Chitarra acustica e voce. Poi parte “dormi”, l’ultimo brano di terrestre. Un personaggio in piedi dietro al mixer sala incomincia a fischiare, disturbando peraltro il buon Cipo-fonico-. Due, tre, cinque volte, alla fine Cipo si gira con tredici euro in mano e gli fa: “senti te lo pago io il biglietto se non ti piace, basta che ti levi dai coglioni che mi stai assordando”. L’altro lo guarda ammutolito, lo fissa con lo sguardo e gli fa…. “ti stimo”, stringendogli la mano. E se ne sta buono e sorridente ad applaudire fino alla fine. Mondo strano.

La scaletta dopo l’acustico decolla, Serpi-Gasoline-L’odore tre brani nuovi, tre incognite una dietro l’altra che trovano una grandissima risposta. Si và verso la fine in gioiosa scioltezza. Anche eccessiva, che quando si fa largo la sicumera partono sistematicamente le cazzate: vedi brandelli di strofa che restano appesi tra una sinapsi e l’altra senza trovare la gola di Samuel come via d’uscita. Il nostro front-man non si scompone e gigioneggia di mestiere facendosi volere bene. Noi avremmo sì a quel punto rivendicato eccome i tredici eurini. Ma i ragazzi di Pordenone sono troppo presi ad agitarsi a ritmo, da quelli aggrappati alle transenne, a quelli felicemente tumefatti dal pogo della prima parte di scaletta (in effetti una gara di resistenza) a quelli su su in cima all’ultima lontana gradinata. Per quanto ci riguarda un gran bel ritornare.

Questa sera, ben lungi dal voler ritentare la pratica degli after-show, che finivano per trasformarsi in carnai dai quali non ci si poteva nemmeno sottrarre in caso di eccessiva stanchezza, (a causa dell’impegno preso), decidiamo di raggiungere il deposito Giordani. Ci metteremo pure i dischi in quattro. Max, con selezioni misto new wave e robe indie attuali, Ninja che sorprenderà tutti con i suoi vinili break.beat e drum and bass Samuel e Boosta con la proverbiale cassa in quattro. Il tutto sarà divertente, animato ma anche intimo. Fine serata con consuete scorribande nelle stanze d’albergo, figure clandestine, dolci di gelatina giapponesi, recapitati da una amica che ha giurato di essere venuta da Tokio apposta per la prima del concerto, e un portiere notturno arrazzato che sembra uscito da un film di Almodovar.

Ah, dimenticavamo, un paio di discografici ciucchi come biglie che delirando coniano il termine “petomanzia”: arte del divinare interpretando il suono delle scoregge.


SUBSONICA 04/05/05

sempre interviste, ..

sempre interviste, sempre radio e quotidiani e poi tutti al palazzetto per le prove generali.

La struttura di palco è imponente e i 5 schermi motorizzati bilanciano con tinte e immagini, la rigidità dell’architettura industriale. Scenderemo nei dettagli più avanti, ma per dare un’idea del lavoro che serve ad azionare questa macchina, basti sapere che sono impiegate 34 persone. Il direttore di questa orchestra di tecnici, datori luci, autisti (3 tir), cucinieri etc etc è il nostro Mirco Veronesi. Già dei nostri dai tempi di Amorematico. Mirco ha troncato, per vicende proprie, il rapporto Mescal molto prima di noi. Ci siamo così ritrovati nuovamente insieme. La maggior parte delle persone impiegate sono oramai collaboratori privilegiati. Alcuni cresciuti professionalmente con noi, altri allevati nella “scuola” di Talu., seguendo una ricetta di pratica sul campo, amicizia, rapporti onesti e gioviali, in regime di tolleranza zero per lo scasnamento fatiche. Puro Piemonte stylee.

Ci sono alcuni problemi con la sincronizzazione delle immagini. Sul luogo dell’allestimento c’è anche Luca Pastore, il regista video-maker e documentarista, già direttore di video come “colpo di pistola” e “discolabirinto”. Lui ha confezionato le immagini, sfruttando la possibilità offerta dai 5 schermi, di proiettare separatamente le immagini sulle diverse superfici. Un lavoro certosino di grande effetto. Proprio il grosso “carico” di queste ultime, pare provocare qualche difficoltà al sistema di sincronizzazione. Ci si prepara, in attesa di altre soluzioni a manovrare a mano.

Sarà, quella di domani, una prima data un po’ per tutti. Facciamo un’intera prova e suoniamo bene. Ovvio che con il pubblico cambieranno tante cose, che abbinare una buona esecuzione interpretando anche fisicamente il concerto, con i movimenti e tutto il resto, sarà tutta un’altra cosa. Ci sono aspetti che non possono essere risolti in una prova né in sala né su un palco di fronte al palazzetto deserto. Lo sappiamo, come sappiamo che tutto dovrà crescere data dopo data, ma anche che ci siamo stufati delle anteprime televisive (sempre un po’ rigide) e che vogliamo un concerto vero dall’inizio alla fine per fare esplodere tutta l’energia. Boosta e Max fanno recapitare un messaggio di invito allo scrittore di Pordenone Tullio Avoledo, del quale hanno da poco finito di leggere i suoi più recenti “l’elenco telefonico di atlantide” e “lo stato dell’unione”.


Sbs 03/05/05 15:25

Opinioni

Dal 5 parte il nostro tour. l'emozione è grande soprattutto per noi. la proposta è quella di aprire un topic in opinioni per ogni data, in modo da avere raggruppati in un'unica sezione i possibili "mitici"/"cambiate mestiere", commenti che teniamo in grande considerazione. La stanza è quella di "Terrestre"


sbs 03/05/05 12:57

messaggio in codice

quando: dopo
dove: Deposito Giordani (Pordenone)
chi: noi


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