Anche a Torino la data è sold out.
Ancora disponibili dei biglietti per il concerto di Genova, domani Sabato 8 Dicembre.
Si spengono le luci dopo Tutti i miei sbagli. Salgo al buio sul palco. L’emozione del momento in cui si attivano gli schermi è devastante.
Su Veleno non ho ancora trovato un equilibrio soddisfacente per la strofa. Con la cassa su tutti i quarti a 156 di bpm e con la mano destra a tratti ferma (pause del charleston) non è facile suonare il bordo del rullante. Questione di equilibrio fisico. Utilizzo quindi un suono elettronico, quello del disco, con uno dei pad sulla mia sinistra. Però la centralina Roland, collegata via midi alla batteria elettronica, ha un po’ di latenza. In pratica intercorrono alcuni millisecondi fra quando la bacchetta colpisce il pad e quando il suono è generato. Il beat prevede il bordo insieme alla cassa una volta ogni 4 e il risultato che sento nelle registrazioni è quello di un leggero flam, una specie di “tum-tum-strac” al posto di “tum-tum-tac”. Tutto questo per dire che stasera provo a cambiare pattern suonando il pad in levare, più come effetto. E’ diverso ma non mi sembra male.
Parte Glaciazione. Quando si alzano gli schermi - per quello che vedo e sento sopra il palco - capisco che ci siamo. Sulla coda strumentale Samuel scheggiaimpazzita decide di attaccare un quarto prima “gelidi tramonti”. Lo sapete, suoniamo sopra la base con i rinforzi ritmici, ecc, dunque non si può sgarrare la struttura. In poche frazioni di secondo si attiva un’unità di crisi e comincio ad accentuare come un forsennato il battere con il piatto. Sulla testa di Samuel pitagora si dipinge un punto interrogativo enorme. Al terzo tentativo di contare fino a sette e poi attaccare la frase successiva il piano di recupero termina con successo.
Nei due pezzi successivi gli intrecci ritmici fra batteria acustica e elettronica (in base) sono fittissimi. Quindi devo rigorosamente attenermi alla parte originale e cercare di essere più seriale possibile. In questi casi sono vulnerabile alla più infida subdola e insidiosa delle tipologie di errore: la distrazione. “Domani devo scrivere io il diario di bordo…” et voilà, il primo rimbalzo di timpano del break di cassa rimane nelle bacchette in Nuvole rapide; “magari il racconto potrebbe partire dai vari brani…” e oplà mi perdo il fill per il secondo strumentale di Discolabirinto.
Con Aurora sogna e i due successivi, quando il bpm sale spostandosi dalla zona della cassa dritta verso mete vicine alla drum’n’bass, ho la conferma che siamo veramente al 100% come sintonia complicità impatto e precisione. E quando è così non ce n’è.
Su Lasciati devo fare molta attenzione alle due sezioni di uscita del ritornello. La sera prima siamo riusciti ad attaccare tutti e quattro in un momento diverso, forse l’unico dritto è stato Vicio che prontamente mi ha recapitato con la mano il più classico dei “cazzofai?”. Stasera però siamo molto compatti e non si sbaglia. Dopo Liberi tutti rientro in camerino e puntualmente arriva Ivan a darci la sua impressione con una metafora calcistica. Se ieri in questo momento eravamo sullo zero a zero, adesso siamo già sul quattro a zero e due traverse.
Samuel torna sul palco salutando tutti con “siete a posto lì?”. Ridiamo. Solo noi cinque, perché esiste un retroscena ben preciso. E’ con noi il nostro amico (ex)”rasta” Fabio “shamano” il quale ha appena dispensato buon umore in abbondanza:
Lo stesso Fabio aveva in precedenza capitanato il brindisi propiziatorio con una manciata di rime. Che report verità sia, quindi eccole:
“Voi che di concerti ne avete fatti tanti
e di gente ne avete conosciuta altrettanti
e di fighe oooeeeee
che sia questo il concerto per altri 35 anni”
Il finale a sorpresa - dopo un’iniziale perplessità - scatena comunque l’ovazione.
Il set successivo è impeccabile. Siamo veramente a tavoletta. Sulla emozionante citazione di Piombo dedicata a Roberto Saviano provo a fare una variazione: al posto di mettere la cassa acustica all’unisono con il basso, scelgo un suono di cassa elettronico. Sento che gli abbondanti sub-woofer dell’impianto sono più che contenti.
Quando rientriamo dopo Perfezione nei camerini troviamo Max – uno dei personaggi chiave di queste giornate milanesi – col suo lettino portatile. Sfruttando tecniche piuttosto avanzate esegue dei massaggi che oltre a rigenerare i muscoli affaticati, intervengono per scogliere i cosiddetti “blocchi” energetici. Boh. Non ne so di più perché io sono l’unico a non approfittarne, dato che il mio è uno sforzo più nervoso che muscolare. In ogni caso i miei quattro soci saltano come grilli e quindi ben venga!
Anche l’ultimo set scorre veloce e potente. Mi becco solo un’occhiataccia di Samuel su Il cielo su Torino. In questo tour solo lui non ha le cuffiette con il click; dunque è mia la responsabilità di tenergli il tempo quando non suono. Col charleston, con le bacchette, contando. Ogni tanto, anche solo per un macabro gioco di potere, non lo faccio =).
Il commento di Cipo alla fine del concerto è inedito: “Mi sono veramente divertito”.
La mia sensazione a caldo è che questo concerto del 7 dicembre di Milano rientri nella top ten dei nostri migliori concerti di sempre. Forse top five.
Alla fine, dopo la solita doccia-drink rigenerante, ci ritroviamo tutti veramente stremati tanto da salutare gli amici nei camerini, declinare vari inviti per varie possibili scorribande nel nightclubbing milanese, e andare a collassare nel letto accompagnati dalla piacevole sensazione che in gergo definiamo con la parola “hodatotutto”.
Ninja
L’intro strumentale con “L’eclissi”, il Dacth forum pieno, le luci accese. Abbiamo già esaurito tutti i rituali del caso, brindisi e ondeggiamento sincronizzato inclusi. Tra 30 secondi si sale. Quelli sugli spalti più in alto ci vedono entrare da dietro il palco. Salutano sbracciandosi . Ho già le cuffiette in ear monitor accese. Sembra di vedere tutto al rallentatore. Si sale.
Questa mattina abbiamo fatto un giro radiofonico qui a Milano. Deejay con Linus e Nicola Savino e gli studi Rai di corso Sempione (arredi anni ’30, spettacolari) per la trasmissione registrata con Fegiz.
Il sound check è stato moscissimo. Sintomo che stiamo accumulando energie per questa sera e che i day off non sono stati di tutto ripioso. Peccato per i vincitori di non mi ricordo che concorso che avrebbero dovuto usufruire del privilegio delle prove.
Siamo sul palco, la gente urla stupita, quattro battute di piano e parto con i timbri chiusi della chitarra distorta stoppata. Quando suono l’intro di "tutti i miei sbagli" penso sempre alla P.J harvey di “rid of me”, un brano estratto da” four tracks demo”, album essenziale, scarno e intensissimo.
Le dita scivolano sul manico, ma con un po’ di rigidità. Calibro la velocità, sento che Boosta anticipa leggermente. Parte Veleno, a luci spente e c’è boato. Qualche problema tecnico di innesco mi distoglie, sporco un attacco, mi distraggo. Mi concentro. Finalmente troviamo un buon balance, tutto si arrotonda, ma l’energia è un po’ trattenuta. Stiamo suonando sentendoci osservati. In effetti a Milano se ci pensi è così. Infatti non dovresti pensare a niente. Quando giochi in difesa prendi i goal. Sporchiamo “Lasciati” e su “Canenero” arrivo storto su un pedale, salto un riff che distrae Samuel che morse il gatto che si mangiò il topo…."Liberi tutti" ci fa recuperare, ma è già tempo della prima pausa.
In camerino tiriamo un paio di somme, a tutti pare che rispetto all’energia sprigionata a Caserta manchi qualche cosa. Risaliamo determinati a ribaltare la situazione. Vuotiamo qualche bicchiere di rum e ripartiamo. Decisamente meglio.
Il pubblico di Milano, va detto, è sempre molto presente e caloroso. E’ un pubblico che si dimostra attento, ma soprattutto molto coinvolto. Potrebbe seccare a dei torinesi (una sottile e mai completamente dichiarata rivalità tra le due città si perde nella notte dei tempi) ammettere questa cosa ma nel centro-norditalia Milano si dimostra decisamente una delle platee più infuocate. Quindi merita tutto quello che viene fuori nella seconda parte del set.
Ovviamente queste considerazioni tengono conto di una misura tutta nostra nel valutare i concerti, in base ad un’unità che viene ritarata ogni qualvolta una prestazione risulta migliore di quelle precedenti.
Il pubblico vive un concerto molto differente e il palazzetto di questa sera visto dal palco fin dall’inizio sembrava tutto fuorché scontento. Al termine, infatti, i nostri cellulari esplodono di complimenti e altrettanto validi sono i commenti degli amici , addetti, imbucati che rumorosamente affollano il back-stage.
Ad un certo punto Alle allestisce una sorta di focaccia party con stappo di bottiglie per accogliere giornalisti discografici dj radiofonici. Particolarmente graditi sono i complimenti di Alioscia dei Casino Royale che mai prima di questa sera aveva assistito ad un concerto dei Subsonica. Ultima nota: in mezzo al torneo di pacca sulle spalle che si svolge nel backstage finalmente scopro che faccia ha il nuovo direttore della Emi. Il giorno successivo mi concedo qualche ora di passeggiata romantica per Milano, respirandone il grigio intenso, che a talvolta non è per nulla spiacevole.
Max
segnaliamo l'asta di beneficienza a favore di amnesty international in cui oltre all'aperitivo con Eros e la maglia della Canalis =) ci trovate la chitarra (Danelectro, non so se mi spiego ;) con cui Boosta ha registrato un tot di provini dei Subsonica. eBay
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