se volete scorrere di qualche pagina indietro il diario di bordo fino alla data di roma, troverete l'imperdibile discorso d'incitamento di Antonello Venditti nei camerini prima del concerto
L’abbiamo lasciata per ultima, per potercela godere come si conviene.
Roma è stata la data cruciale, Milano come sempre una sfida importante e ricca di tensione.
Torino: un lungo e caldo abbraccio,
tra la nostra storia e la nostra gente. Un concerto di grande intimità per
quanto una decina di migliaia di persone possano riuscire a stabilire un
rapporto di intimità.
Noi l’abbiamo vissuta così.
E non ha pesato il
dover risolvere fino all’ultimo, snervanti complicazioni con amici ritardatari
che non trovavano biglietti (esauriti oramai da tempo) fino a pochi minuti prima
di salire sul palco. Non ci hanno distratto i diversi problemi con strumenti e
apparecchiature sballottate per un mese nei camion in giro per l’Italia, che
proprio all’ultima data hanno deciso di presentare il conto.
Siamo rimasti
avvolti, sospesi in una atmosfera indimenticabile, dalla prima all’ultima nota.
Il “cielo su Torino” doveva essere la grande sorpresa, un colpo di scena
preparato nel pomeriggio, andando a cercare in Casasonica la base, riversandola,
ripassando il testo e così via.
Ricordando un concerto del China tour
(palasport di torino primi ’80) di Peter Gabriel, in piena stagione new wave,
Max propone di eseguirla con i neon e le luci di servizio accese, in modo da
riuscire a guardare i volti. Invece sorpresa quasi non c’è. La gente in qualche
modo sa che non ce ne sa che non ce ne andremo dal Palastampa senza suonare
quella canzone e non si muove fino a quando non rientriamo sul palco. Il resto
si perde nella notte sul fiume come sempre, come quasi ogni notte nella nostra
città.
Ci rendiamo conto che l’aggettivo “indimenticabile” ricorre sovente nelle cronache del diario di questo ultimo tour. Non ci possiamo fare niente, potremmo risolverla a colpi di sinonimi, ma il fatto resta: questa tourneè è stata davvero indimenticabile. E tra poco si riparte.
-Boosta: ha telefonato Morgan, dice che se ci va viene a fare Discolabirinto, che gli dico?
-Tutti: che se a 'sto giro anziché arrivare tre secondi prima del concerto e salire sul palco acchiappando al volo il microfono sbagliato, ci onora di un sound-check…è ok..
La Torino-Milano probabilmente non la finiranno mai. E' l'autostrada di
Penelope. A volte sembra il Monopoli quando finisci su imprevisti e per
raggiungere B da un punto A, in traiettoria retta ti tocca fare il giro della
merda nei tubi. Però a modo loro svincoli e ponti hanno una linea avveniristica
che ricorda le megalopoli di Nathan Never, o altre tavole di fumetti
fantascientifici.
Ninja picchietta sul computer, a pensarci bene è
dall'inizio del tour che durante i viaggi non fa altro. In qualsiasi posizione a
qualsiasi velocità curva salita o discesa, è come se il pc fosse un perfetto
innesto bio informatico. Tic tic tic tartattatataticitci. In realtà a tutti
sfugge esattamente che cosa stia facendo, le schermate sono piene di codici
indecifrabili a noi comuni mortali. Probabile che stia continuando a mettere a
punto molte sezioni del sito…altra tela di Penelope. Con tutt'altra esibizione
di disinvoltura, dalla parte opposta dell'abitacolo, Max tra mail e diari di
bordo riesce a litigare anche con le più elementari funzioni dei più diffusi
programmi, oltre che lamentarsi della guida. L'azione combinata, del movimento
su ruota e degli occhi sullo schermo gli provocano un lamentoso mal di Camper.
Anche Boosta picchietta fra gorgheggi baritonali e esplosioni laser su uno
schermino video-game che farebbe invidia a tutti gli studenti delle scuole medie
(inferiori) dei comuni che costeggiano l'autostrada. Samuel, manco a parlarne,
dorme.
Arriviamo al Filaforum con buon anticipo.
In più il rinforzo di impianto che è stato aggiunto, e che è già stato sollevato fino quasi al soffitto risulta avere i cavi saldati al contrario. Ci vorrà Marco, tecnico free-climber (l'uomo ragno in confronto ha l'agilità di un gatto di piombo), con tutta la sua maestria. Si arrampicherà saldatore alla mano e invertendo rossi con neri left con right, poli freddi con poli caldi, sistemerà la faccenda.
Nel frattempo Boosta, Vicio e Max, optaneranno per un giro fuori dai
cancelli. C'è già una discreta calca, e il drappello si fermerà per firmare
autografi e posare per foto. I nostri scopriranno anche che molti bagarini
seguono il tour in trasferta. Un gruppo di napoletani infatti - alcuni di loro
sono molto giovani - confessa di avere seguito più date consecutive promettendo
di esserci anche per Torino. Fuori o dentro non si capisce. Difficile provare
simpatia per chi, vanificando tutta una serie di tuoi sforzi sul contenimento
dei costi, rivende a settanta-ottanta euro un biglietto. Però quello che vediamo
addosso a questi ragazzi è miseria, di quella vera. E quindi stringiamo la mano
che ci tendono, firmiamo l'autografo e ci decidiamo a rientrare, etichettando il
tutto nel file: sospensione del giudizio. Sospendiamo anche il giudizio nei
confronti di quelli che ora si mostrano sonoramente risentiti della mancanza di
Samuel, insomma un po' già ci stiamo pentendo della sortita. Il cantante
peraltro nemmeno ci ha visto uscire. In realtà Samuel spesso prima dei concerti
si imbacucca in un cappellino mimetico e parte, non riconosciuto, in
osservazione della gente che affluisce quando le porte si aprono. Immaginiamo
perchè è bello avere una percezione dei volti di fronte ai quali suonerai,
provare ad immaginare i discorsi, le aspettative, pensare a quanto tempo prima
una ha comperato il suo biglietto oppure ha deciso di regalarlo.
Una cosa
che tutto sommato ci sfuggirà sempre è l'emozione di un nostro live visto da di
sotto. Ovviamente se dovesse mai essere riconosciuto l'incanto il tutto
svanirebbe nella routine delle grida, degli autografi.
Questa sera l'appuntamento è di quelli seri. Milano sarà anche la città dalla facciata più stronza dello stivale, (alcuni episodi legati alla logistica della struttura ce lo ricorderanno più volte durante la serata), ma il suo pubblico è molto attento ed attivo e riesce ad emanare un calore particolarissimo. Questo è un luogo talvolta ostinato nella ricerca del prezzo in ogni cosa, che però mostra sempre, a proprio modo, uno speciale rispetto per il valore delle cose. Insomma, se il pubblico di Milano regala la sua attenzione, non lo fa per caso ed è deciso ad assaporare fino all'ultimo ciò che non vuole perdersi. Questa sera siamo molto sicuri di noi e vogliamo fare una gran bella figura. Ad aumentare la posta in palio, casomai ce ne fosse il bisogno, ci sono anche svariati discografici europei (Spagna e Olanda) invitati appositamente a valutare il gruppo e l'impatto del live.
Unica incognita: la stanchezza, vedi anche distrazioni, vedi anche avvitamento eventuale e perdita della compattezza. Ci intratteniamo con Morgan, che con uno sguardo più malinconico del solito ci aggiorna sui suoi progetti e sulle sue cronache (poco) private. Lo fa come sempre in modo brillante, percepiamo l'affetto ci ha legato in passato, ci facciamo un bel po' di risate, ma la sensazione che proviamo è che non stia attraversando un gran periodo, o che non sia circondato dall'atmosfera o dalle persone migliori. Insomma scatta automatico un invito a Torino se e quando. C'è una signora che gironzola con Max tra la mensa e il retro palco. Viene presentata a tutti come Carla della Beffa, un'artista visiva con la quale Max è in contatto da qualche mese. Si parla di una collaborazione video-live, forse per le future proiezioni su" incantevole".
Breve ritiro in camerino, brindisi scaramantico, ultime pratiche di
streching. Inizia il concerto, sentiamo tutte le tredicimila presenze intorno a
noi nel buio, anche perché si fanno sentire eccome. Parte terrestre e poi…..il
nulla. Dove ci doveva essere un metronomo (in cuffia) a marcare l'avviso per la
partenza di "giorni a perdere" non c'è niente. Imbarazzo.
- Pensiero
di Max: tranquiiiillli cerchiamo….di stare tranquiiiili,….sarà sicuramente un
problema al Tascam delle basi, vedo infatti il Boosta chinato sulla tastiera del
remote, alla peggio viene fatto il cambio di riserva, lo abbiamo già anche
simulato in prova…certo che però proprio stasera è una bella sfiga…..ma
comunque…positivi….positivi….che oramai questo concerto ce lo abbiamo in mano
che lo protremmo fare anche in acustico…..adesso si sistema…..si sistema tutto….
ah ma cazzo!!
- Pensiero del resto della Band:……vuoi vedere che quel citrone
è di nuovo salito sul palco con le cuffiette spente? E infatti dopo avere
sviluppato l'intro, lasciato il giusto momento di pausa calcolato al secondo per
essere un filo esasperante ma non troppo, passa giusto ancora un incomprensibile
e insostenibile minuto di nulla. Poi però si parte, sghignazzando per la
cappella, ma si parte. Iniziamo in salita, calibriamo le energie e poi il
concerto diventa un randello di quelli che si ricordano. Il pubblico di Milano
mostra di apprezzare tutto nelle minime sfumature. E' un'altra di quelle serate
che non si dimenticano per nulla. Peccato non poterci concedere una festa per
smaltire l'adrenalina. Domani c'è Torino e nessuno di noi vuole certo rischiare
di arrivarci sotto tono.
Diario di Genova Genova è bellissima., a partire dalle architetture
industriali.
Poi le sopraelevate di cemento dalle quali guidando scorgi mare
case e alture. I metalli arrugginiti del porto il centro storico, il cielo delle
città di mare.
E' un equilibrio strano come la sua atmosfera. Si ha sempre
l'impressione che qualcosa debba sbocciare qui, che sia a un passo che manchi
giusto un definitivo colpo di reni. è una città che forse crede poco nelle
proprie potenzialità.
Questa sera abbiamo un motivo in più per suonare qui. La maggior parte degli utili del concerto saranno direttamente versati al progetto "Supportolegale" che sostiene la segreteria legale e gli avvocati impegnati a fare luce sulla violenza repressiva delle giornate del g8. E' un nostro omaggio a Genova, alle sue ferite ancora aperte, ad una memoria che non va cancellata.
Giunti nel palazzetto incontriamo Toni e Juliett del progetto che ci
consegnano un video montato da alcuni ragazzi del forte Prenestino di Roma, nel
video le violenze della polizia, il "lavoro" del black block, alcune frasi in
sovra impressione. Lo inseriremo durante Corpo a Corpo. Facciamo alcune
prove con i tecnici video per la sincronizzazione. Discutiamo sull'inserimento
degli interventi, decidendo di evitare argomentazioni prolisse. E' tutto chiaro
in termini, gli audiovisivi danno un supporto utile ed efficace, non serviranno
troppe parole. Sono d'accordo anche quelli di Supporto legale, che nel frattempo
montano uno stand per documentazione e raccolta sottoscrizioni.
Check nostro e check dei Sikitikis. Questa sera il gruppo di Cagliari è
decisamente più sicuro, anche la scaletta viene rivista. Il pubblico coinvolto
da subito, balla batte le mani a tempo e in due brani incluso "l'importante è
finire" applaude già a metà canzone. E il pubblico di Genova non è solito
regalarti nulla.
Questo lo sappiamo anche noi mentre ci prepariamo a salire sul palco.
Partiamo ancora con qualche distrazione in corso ma ci riprendiamo subito e
arriviamo alla fine del concerto con il sorriso. Agli interventi dal palco di
Supporto legale si aggiunge anche una nostra riflessione su come democrazia e
libertà, termini troppo spesso usati a sproposito per legittimare governi
liberticidi e guerre, siano invece valori da difendere costantemente. Sorride
anche il fonico Cipo, che ha trovato nel Palamazda di Genova finalmente una
struttura di grosse dimensioni acusticamente adatta ai concerti.
Partiamo
spediti di notte per Torino, declinando l'invito di Morgan che sta mettendo
dischi da qualche parte in città. L'avremmo salutato molto volentieri ma abbiamo
un giorno di recupero prima di affrontare Milano e Torino.
Ci sono giornate che nascono storte.
L'andamento bioritmico, l'astrologia le stagioni che troppo che non sono più quelle.
Insomma appuntamento alle 14 e alle 14 e 45 siamo ancora lì inchiodati fra un ritardo e l'altro.
In più Max scopre di non avere più le chiavi di casa. Dopo avere ribaltato la casasonica, lo zaino la valigia tutte le tasche, appena un attimo prima di scomodare fabbri e pompieri si rende conto di averle lasciate penzolanti nella toppa, alla "mercedes di tutti" come direbbe qualche sgrammaticato di nostra conoscenza. Comunque si parte.
In questi giorni percepiamo nettamente l'effetto "risonanza" legato agli
esiti del tour e del disco. Molto più che in passato passeggiando o entrando in
autogrill o nei negozi e ristoranti percepiamo il sssbssss sssbssss di chi
sussurra "oh quelli sono i sssbsss" , "oh ma quello non è il tipo dei sssbsss"
"ma va figurati se quelli sono i ssssbssss".
Dopo qualche tappa in autogrill a comperare robe che a
turno ci siamo scordati a casa tipo dentifricio schiuma da barba (i bioritmi
dicevamo), arriviamo piuttosto in ritardo al palazzetto di Parma.
Ci rendiamo subito conto che la commissione di vigilanza ha imposto un montaggio del palco piuttosto assurdo, secondo un calcolo di rapporto fra le persone e le uscite di sicurezza. In pratica lo spazio platea è ridottissimo e sulle gradinate ci saranno molti torcicollo. Però almeno l'acustica del palazzetto, anche in virtù delle dimensioni ridotte non è modello cattedrale. Anzi è piuttosto asciutta. Facciamo il check velocemente per lasciare spazio al montaggio palco dei Sikitikis. I Sikitikis (www.sikitikis.com) sono il primo gruppo prodotto dalla nostra etichetta Casasonica. Vengono da Cagliari e mescolano in modo molto originale rock-garage e colonne sonore dal sapore italiano anni 70. I siki hanno stile da vendere: giacca cravatta e bandiera della Sardegna sulla porta del camerino. E' un piacere averli con noi anche per la simpatia che si portano appresso. Apriranno Parma, Genova e li vogliamo anche a Torino per festeggiare insieme la fine del tour.
Ci prepariamo al concerto, dopo una breve intervista per rock tv che riprenderà anche alcuni brani-live, mentre dal camerino sardo partono risate e canti a tenores. Iniziano i Cagliaritani, verso le 20 e 30 e riescono a incuriosire, nonostante una comprensibile emozione. Diablo è un grande front-man e riesce a tenere su di sé l'attenzione mentre il gruppo prende le misure alla situazione. Domani aggiusteranno un po' il tiro e la scaletta, ma le qualità ci sono e si notano.
Tocca a noi. C'è voglia di suonare, anche grazie al giorno di recupero. Partiamo. Il pubblico è coinvolto, c'è una buona energia, purtroppo però incominciamo ad inanellare una serie di errori, di quelli che fanno perdere voglia e concentrazione. I peggiori sono quelli tecnici, di pedali mancati, distorsori che si accendono in ritardo o si spengono dove non dovrebbe succedere. Persino Ninja ci metterà del suo. Decidiamo di puntare più sull'energia che non sulle sfumature. Probabilmente questa è la fase nella quale si abbandona la concentrazione sui rischi d'errore per godersi la fisicità del concerto e allora salta la prima strofa di Strade sapientemente rigirata come frittata per il pubblico canterino, qualche accordo si trasforma in dissonanza pura e via dicendo. Lo ricorderemo come il concerto peggiore del tour. In generale da queste parti non siamo mai riusciti a dare il meglio, per qualche strana coincidenza che non ha nulla a che vedere con un pubblico generosissimo. Ma non finisce qui. Per il fine serata Max sparge la voce in giro che si andrà tutti al "fuori orario" di taneto di Gattatico. Peccato però che nel frattempo il resto del gruppo cambi idea. Che pacco 'sti subsonica. Vedremo di rifarci in barba ai bioritmi all'astrologia e alla geomanzia. Fine serata in enoteca in centro. Qualcuno riece anche a smarrire la patente!
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