Oggi giungiamo al penultimo giorno di questa seconda settimana di session, con le idee piacevolmente confuse. Abbiamo ormai una quindicina di brani aperti e molte direzioni possibili. Tanto per
aggrovigliarci ulteriormente ci siamo messi a suonare a 160 bpm un
brano techno punk dal titolo "prodotto interno lurido". Da un lato
verrebbe voglia di fermarsi per decidere quale sia la vibrazione
portante del prossimo lavoro, dall'altro l'esperienza suggerisce di
dare tempo al tempo e di lasciare defluire la colata lavica,
rimandando il momento nel quale ogni cosa troverà un proprio ordine.
Per non farci mancare nulla un brano allucinato di lontana ispirazione
princiana (Prince , proprio lui) si concretizza tra le 11 e le 15.
Mentre un Dylan post moderno, appeso con la sua armonica, a metà
strada tra MGMT e Atari teenage riot, fa capolino verso l'imbrunire.
In pratica, a fasi alterne, Boosta propende per il crepuscolarismo
tipo piano a coda sul palco e tanta soffusa poesia. Samuel, più
technotronico che mai, è orientato su sidechain e martelli ritmici. Ninja
non osa tanto ribadire ma ogni tanto butta lì che ormai per lui la cassa dritta suona un po' cassa da morto e che la dub step sarà il
definitivo poliritmo che ci sommergerà, Max ascolta e a prescindere da velocità, beat e stile, cerca di tenere la bacchetta del
rabdomante settata su parametri intensità e autenticità, convinto che
un album con buone canzoni possa trovare una la dimensione anche a
metà strada tra la drum and bass e i canti gregoriani, Vicio fa generosamente squadra e interviene quando è necessario, per evitare di
incrementare il parapiglia. Detto così sembra fin quasi semplice, peccato che sovente i ruoli si alternino.
Per la cena decidiamo di spezzare l'isolamento e di fare visita, dopo diversi inviti ("si si tanto non ci credo mica più che venite") all'amico, musicista e produttore: Madaski. La sua dimora/studio, il cosiddetto "Madapark" dista infatti appena venti minuti dalla nostra base operativa. La nebbia, con relativa battaglia a chi ce l'ha più gps, raddoppiera il tempo di percorrenza, ma alla fine raggiungeremo quella che, con tanto di torre settecentesca, appare come la dimora di un moderno Edgar Allan Poe.
Francesco Caudullo in arte Madaski, si rivela un raffinatissimo padrone di casa, e ci introduce nella dimora facendoci visitare la sala del trono (!), lo studio di registrazione, le varie stanze (compresa quella con i fantasmi), per poi cucinare un 'ottima cena. A
rallegrare ulteriormente l'atmosfera c'è anche il rasta compagno di
sempre: Bunna. Naturalmente, buona parte dei racconti a tavola ha a che fare con le memorie degli Africa Unite, gruppo nel quale Max ha
militato per circa otto anni. E sempre a proposito degli Africa,
avremo modo di ascoltare in anteprima alcuni validi brani del loro undicesimo(!) album, tuttora in fase di mixaggio.
Vino, chiacchiere, suoni e barzellette di Bunna scaldano i cuori e al
momento dei saluti gli abbracci sono sinceri, prima di rimetterci in
viaggio in mezzo ad una nebbia da tagliare a fette....."oh il mio dice di là. No raghi il gps dell'Iphone mi dà da l'altra parte. Quale quello che ti ha appena segnalato la rotonda che non esiste?..."
Sveglia mattutina, chi più chi meno, colazione e apertura di un nuovo brano dal tono più energico, della serie per oggi basta ballad. Le ore volano raffinando ritmi e
linee di synth, ad un certo punto mentre Vicio e Max si appartano in cucina per lavorare su altro
materiale, lo spirito del kuduro si impossessa delle anime più giovani
della band travolgendole in una macumba sfrenata che trasforma il
piccolo borgo vicino a Catalupa in una bidonville angolana. Samuel e
Boosta incominciano a muoversi eseguendo movimenti spastici
sincronizzati, Ninja riprende il fenomeno medianico come l'operatore
di "paranormal activity".
I due giovani corpi vengono scagliati al suolo dalla volontà extraterrena dello spirito del kuduru, ma anche allora continuano a contorcersi senza pace. Quello che segue è la pura
documentazione, non sono stati utilizzati effetti speciali, non è
stato fatto male ad alcun animale, tranne che a quelli presenti (che ora sono pieni di lividi). Si sconsiglia la visione ad un pubblico minorenne, ma anche ad un pubblico adulto. In pratica si sconsiglia la
visione e basta.
Questa mattina abbiamo registrato un pezzo fatto e finito, dal titolo "gli alberi". E' una canzone di Max, il quale in realtà era pure un
po' restio, sostenendo che il testo fosse un tantino deprimente. In
effetti il ritornello canta più o meno: "meeeentre tuuuutto muoooore",
fatto sta che a tutti è piaciuta molto, quindi è stata infilata nel sacco. Poi si vedrà: Ci sono già ottimi brani, dai titoli (provvisori) come sempre bizzari
tipo Godzilla, Guetto, Oliver. Quest' ultima è davvero sorprendente:
un medium time molto scarno con improvvise aperture orchestrali che
sembrano uscite dalla colonna sonora di un film indipendente
americano. Questi sono decisamente i Subsonica della maturità: si
capisce il punto di arrivo ma nemmeno lontanamente le influenze di
partenza.
Poi c'è una cyber ballata sintetica di Boosta, dolce stilosa e
tormentata con tastiere psicofarmaco e il relativo esperimento di testo (max) dal titolo "l'angelo alla finestra d'occidente".
Nel pomeriggio abbiamo aperto invece una delicatissima ballata di Samuel, nella quale sembra di avvertire il respiro di Anthony dei
Johnson. Il lavoro è stato quello di fare comparire la chitarra acustica per trovare soluzioni originali mantenendo ritmo e armonia
avvolgenti senza cover ricorrere al zan zan zazazan che con "il vento"
ha avuto il suo capolinea definitivo.
Come riferimenti abbiamo scomodato, innanzi tutto noi stessi, poi
Apparat, Murcof e il Brian Eno di Apollo. Domani capiremo certamente
meglio che cosa abbiamo combinato.
In zona aperitivo (da buoni torinesi, nemmeno sull'isola di Lost
potremmo saltare il rituale dell'aperitivo seppure casalingo), Max ha
tirato fuori dal cilindro il "Kuduro": genere musicale e relativa danza nata nelle favelas angolane. E così attaccati a you tube ci
siamo meravigliati e scompisciati per le movenze a metà tra il ballo degli zombie, la danza afro e l'hip hop più funambolico. Una danza il
cui nome deriva letteralmente da "culo duro", pare per via di un film
nel quale Van Damme ballava da uomo tutto d'un pezzo (di marmo),
tenendo schiena e glutei molto rigidi. E così in Angola, Mozambico, ma
anche Sud Africa è esplosa la moda, che è giunta fino al Portogallo.
Insomma per farla breve abbiamo naturalmente già tentato dei passi
rischiando l'osso del collo, vi invitiamo a fare altrettanto.
Un personaggio su tutti ci ha incuriositi, tal "Costuleta". Un rapper
senza la gamba destra che si dimena e si agita, stampella alla mano,
in mezzo alle angolane scosciate sentendosi il più figo del pianeta.
Se pensiamo che la nostra società si arroga il diritto di ritenersi la
più aperta e tollerante del mondo e poi per una cantante non bella che rischia di vincere (la versione inglese di x factor) un concorso "canoro", (non di bellezza!) succede il finimondo, mentre in Angola il
nostro Costuleta con la sua stampella ci dà dentro di brutto e diventa
una star, girando video che nemmeno "Ivo e Rolando", c'è da riflettere.
eccovi i link, fatene buon uso. A domani.
http://www.youtube.com/watch?v=4CkXhtw7UNk (Buraka som sistema
featuring Mia)
http://www.youtube.com/watch?v=dfA7N2SISCM (Costuleta video con tipe
in piscina...comunale)
http://www.youtube.com/watch?v=RQW1sSppdGM&feature=related (un
fottutissimo favela sound, altro che i neri di Mtv che rappano al
cellulare/ da non perdere il passo sulla schiena appena all'inizio, ma
nemmeno quello della bici)
http://www.youtube.com/watch?v=pQTHTRoDdmk (qui Costuleta dà
veramente tutto)
per saperne di più seguite il giornalista/ ricercatore musicale Andrea Pomini sul suo Blog
Rieccoci in località campestre per le session creative che ci porteranno al sesto album.
Abbiamo optato per concentrare le energie
in una settimana mensile fuori dal mondo civilizzato, anche se a
Dicembre non c'è stato vero di fare quadrare tutti i calendari. La
casa che trasformiamo in colonia (ci sono pure i letti a castello) ha
un lato che costeggia il bosco e l'altro che regala un panorama emozionante.
La notte è stellata, il giorno luminoso, la sera
atmosferica.
Nel salone degli strumenti c'è il camino e anche le luci strobo: traccia evidente di festicciole indiavolate che i genitori del Ninja devono avere organizzato in un passato nemmeno troppo remoto. Il padre del Ninja (che noi tutti adoriamo), oltre alla sua apprezzata
attività medica, è infatti un provetto tastierista che ama discutere
di timbri, partiture e registri sonori, tanto da essersi meritato il soprannome di Mattaski. Il signor Matta(ski) è stato tra l'altro il
primo talent scout di un giovanissimo Enrico che esordì a sei anni dietro i tamburi, proprio in occasione di uno di questi party, eseguendo "Sandokan" con l'arzilla band paterna. Insomma, come dire, in questo magico posto incontriamo le radici ataviche del nostro ritmo.
Questa fase del lavoro è una vomitata di idee grezze, senza filtro, anche di appunti accumulati singolarmente in tutti questi mesi.
L'atmosfera è ottima, come ogni volta che molliamo le menate e ci
diamo realmente da fare.
Film visionati in ordine sparso: "non direction home" su Bob Dylan
(Scorsese), il dvd degli Iron maiden che racconta l'ultimo incredibile
tour: 23 date in 45 giorni in quattro continenti con l'aereo pilotato
dal cantante, e un imperdibile (sapete che Boosta a dispetto del suo
ruolo di presentatore di trasmissione per cinefili è un fomentatore di
adorabili minchiate) "the rocker un batterista nudo", con tanto di
rewind sulle scene salienti.
Piatti cucinati da Vicio: pollo alla salsa di soja con bacche e
limone, pasta ai broccoli con carpaccio di salmone e polpo, insalata
di pachino e avocados.
Piatti cucinati da Samuel: minestrone di verdure.
Piatti lavati da Boosta: nessuno.
Privacy - Copyright ©2023 Subsonica.it - 08531080011