Si, di quella sinistra che non si nutre solo di simboli ma che rispetta l'identita e la necessità di sentirsi parte, possibilmente da una parte che non gioca a confondersi con l'altra pur di non scontentare nessuno.
A sostegno di quella sinistra che agisce anche in territori dove non ci sono obiettivi e telecamere, anzi dove non ci sarebbe proprio nulla e dove tra molte difficoltà si tentano esperienze di libertà e di dignità, nelle quali la musica gioca un ruolo fondamentale.
Lontano dalla sinistra di chi invece gioca "a chi ce l'ha più militante" fino a soffocarsi di chiacchiere.
Di sinistra anche quando la sinistra ha il coraggio di guardare la realtà e non solo lo spettro dell'ideologia. Ciò che regna tra sognanti pagine di teoria dove vengono proclamati imminenti paradisi troppo spesso ha creato le condizioni, per i più infernali incubi.
Di sinistra quando è chiaro che la vita di chi in Italia ha combattto il fascismo è stata sacrificata perché le armi nel futuro, per probematico e diperato che fosse, potessero finalmente tacere
Di sinistra comunque, spesso alla ricerca di una precisa collocazione, ma da quella parte senza alcun dubbio.
E dalla parte sopratutto di chi non mercanteggia la propria lucidità e intelligenza, ipotecandola per logiche di potere.
Di quella sinistra lì, da qualche parte.
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