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subsonica 13/05/06 16:29

il nostro Luca Ragagnin-nuovo libro

Dal 10 maggio 2006
In libreria
Il nuovo libro di Luca Ragagnin




Viaggi verso la fine





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Ai personaggi di questi racconti capita sovente di “viaggiare verso la fine”
Ma questi viaggi non sono esclusivamente drammatici: come tutti i viaggi si fermano nelle stazioni della comicità, del rimpianto, del rocambolesco, dell’amore perduto ritrovato e poi smarrito ancora, dell’assurdo e dell’improbabile, della realtà e della sua sbilenca rappresentazione.

Tra i viaggi verso la fine, eccone alcuni.


In Timoka il viaggio lo compie un uomo che approda in una città straniera nella quale non è in grado di comprendere una sola parola, appositamente per ritrovare la voce della sua coscienza, per darle ascolto e fare ciò che gli dirà.

In Ian Curtis, per dire il viaggio è un viaggio di formazione (soprattutto musicale) compiuto da un gruppo di adolescenti cattolici con la passione per il punk nell’Italia dei primi anni ’80. Qualcuno di loro proseguirà sui binari del Sogno dell’Arte Pura, qualcun altro baratterà quell’entusiasmo iniziale con una vita rassicurante, qualcun altro ancora (il leader della combriccola) con un silenzio dal forte sapore di esilio da tutto e da tutti.

Luppolo in Fabula mette in scena la parodia del racconto medievale. Qui il viaggio si tinge (e si bagna) di tinte fosche, minacciose, sanguinolente, in uno spazio cui la realtà va stretta, e in un luogo che è la capitale metaforica del castigo, del senso di colpa, della punizione morale e fisica.

T.O.S.S.I.N.E. riporta subito alla realtà affollata e impersonale di una grande città, nelle cui strade e ripostigli si incrociano senza saperlo i destini di quegli uomini la cui unica reggenza è la marginalità..

Una giovane donna è la protagonista di Una grande valigia rossa. La sua partenza per la Fine non è premeditata. Ma è nel corso della festa di compleanno che lei stessa ha organizzato per gli amici più cari che capisce, a un certo punto, quanto sia giunto il momento per lei di partire.

Fiore riporta alla musica e agli anni di Ian Curtis, per dire. Solo che qui non è un sogno collettivo a frantumarsi ma una singola storia d’amore, vissuta da due ragazzi che facevano parte della compagnia dell’altro racconto.

Preghiera è la storia di un serial killer di pianura. Lui il viaggio lo dispensa, con l’amorevolezza dei mistici impazziti. Nel racconto precedente il protagonista maschile parla di un racconto che ha scritto nel suo autoesilio. Ci sono precisi indizi che portano a pensare che il racconto sia questo.

Le ultime due tappe - Dal diario di Sant’Elia e Terrabacione – concludono questo circo di Partenti con una prosa diaristica con nomi, cognomi e luoghi veri, e, per contrasto, con un viaggio completamente invischiato in una visionarietà morbosa e violenta.


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