una piccola premessa. Vengo sovente individuato come artefice dell'espressione delle posizioni di pensiero del gruppo, in realtà i Subsonica hanno, su molti temi-due su tutti: guerra e attuale governo- una sintonia di pensiero frutto di precise esperienze individuali. Talvolta mi ritrovo io nel ruolo di comunicatore, talvolta sono altri.
Quanto segue è da me firmato, proprio perchè appariene ad un mia personale e libera riflessione su quanto si sta dibattendo nel sito in questi giorni (di semi degenza).
non guardo volentieri , anzi tendenzialmente non li guardo proprio i duelli pre elettorali perché non mi interessano. Non credo si possa ridurre qualcosa che ha il potere di determinare così tanto della nostra vita, ad un pallottoliere che conteggia la fermezza dell'intonazione vocale di una battuta o la prontezza di spirito nell'assestare un colpo a sorpresa. Che tristezza.
Detesto la destra? Sì la detesto proprio, a dispetto di come vorrei sentirmi più in armonia con la multiformità di pensiero, esperienza, posizione. A dispetto del rispetto istintivo che mi piace provare nei confronti di chi ha una storia diversa e prospettive opposte che muovono sempre la mia curiosità. La disprezzo a dispetto del sospetto che provo nei confronti dei simboli immutabili, degli schieramenti a priori, dei dogmi e delle presunte verità in tasca.
Detesto, due punti.
Il volto ipocrita che dietro al gusto della cerimonia, al cerone del perbenismo cela la carie della corruzione, sempre più legittimata dalla logica sovrana del profitto. "Arricchitevi"si dice, e poi però non si dice nient'altro. Arricchitevi, per un magistrato, un medico, per un assessore, una guardia carceraria, nella penosa assenza di tutto il resto suona come un invito a cancellare ogni scrupolo.
A non rischiare di cadere fuori dal gioco, a disilludersi nei confronti dei principi umani, ideali, sociali.
Che guida è, quella che istiga le persone ad un puro e semplice arricchitevi? Arricchitevi a spese di chi, a costo di cosa?
E poi i balletti di corte, il gusto per il salottismo internazionale, il sapore del bluff in aperta mondovisione.
l'Italia che con la generazione di Enrico Mattei imparava un ruolo mondiale, ridotta a cucciolo scodinzolante alla ricerca di un osso alla corte dei (pre)potenti.
Le foto, i sorrisi, le cene, i regali, l'italia nello scacchiere che sostiene la più catastrofica, illegittima e controproducente guerra, è subito pronta a nascondere la mano dopo la marachella. La guerra? mai fatta, mai voluta, mai cercata.
Utile però. Un costo di perdite civili in linea con le guerre della modernità, che a conti fatti(numero di morti) proprio solo contro i civili sembrano condotte. Utile e tanto risolutiva che ora troviamo un paese raso al suolo, sprofondato in una guerra civile senza prospettive e il mondo alle prese con la più grave crisi nucleare nella zona." La guerra era necessaria per.....". Non è vero, non lo era per niente. Dittature peggiori negli ultimi decenni sono implose per volontà popolare.
"La guerra si può solo abolire".
lo ha detto Casarini? No. Albert Einstein.
La grande sensibilità internazionale, grande vanto per gli italiani della destra. E poi un ministro, una goliardata, una maglietta e un sorriso da serial killer ne fa ammazzare più di cinquanta in pochi giorni. Molti innocenti. Sensibilità? Internazionale?
La destra ha il gusto della severità. Quella punitiva, quella della manganellata in Valsusa, perché poco importa che siano uomini e donne disarmati assonnati e infreddoliti, sono qui e non a casa davanti ad una tv come tutta la gente per bene, e questo basta. Chi fa certe cose non è per bene a priori.
Ma la severità della giustizia, quella no. Quella della legge uguale per tutti, no. Ci sono infiniti pesi e infinite misure, vince il più scaltro.
Si premia il più furbo, non il più intelligente. L'intelligenza è materia per i neo-sofisti
Discutiamone? No. Urliamo. Andiamo avanti a slogan come le aziende. Droghiamo gli argomenti
Spariamola grossa allo scadere del tempo, come vigliacchi che non hanno il coraggio di confrontarsi con una replica "noi aboliremo....". Siamo furbi, gli italiani amano i furbi, simpatizzano anche per i ladri se si dimostrano furbi. I furbi evadono le tasse. Strizziamo un occhio, che se uno è furbo le tasse mica le vuole pagare.
E poi a puttane scuole pubbliche, ospedali, i trasporti, la prevenzione sociale contro la criminalità o contro la tossicodipendenza. Chi è nato dalla parte giusta non ne ha certo bisogno. Agli altri regaliamo un ponte sullo stretto e una dose infinita di reality show. Per i restanti c'è sempre la galera.
Detesto la destra che in un momento storico- questo sì delicato e che necessita di lucide prospettive mondiali- così ricco di temi, riduce l'ampiezza dello sguardo ai conticini sulle tasse. E non si parla più di altro. E si prova pure a barare. Ma soprattutto si trasforma il nostro ruolo storico in una zuffa per qualche punto percentuale. Fuori c'è l'Europa, ci sono temi legati al futuro sviluppo del mondo, l'Oriente, il nuovo sud America, il pianeta intero che muove finalmente le sue istanze per la dignità dovuta a tutti gli esseri umani.
La nostra destra riduce la visione sul mondo a quattro pacche sulle spalle, una foto ricordo e due battute miserabili con i capi di governo ("abbiamo parlato dei problemi del mondo e io stesso ho fatto presente a..") un po' di razzismo da bar dello sport nei confronti di civiltà sconosciute, un cappellino ebraico indossato ad arte da un post-fascista paraculo, un afflato di protezionismo fuori tempo massimo nei confronti delle economie rampanti e qualche di militare inviato a schivare pallottole e autobombe, dove la guerra ha negato definitivamente ogni speranza.
L'economia? Materia di casa negli ambienti della destra, quella seria. Va bene quella? No. Fa pure schifo, peggio di prima. La amministrava addirittura meglio la fazione opposta, quella che proprio a causa dell'ossessione per i conti ha rinunciato a parte della propria identità, lacerandosi. La destra in compenso lacerato tutto il resto: a partire dal rapporto con chi lavora e con chi gestisce il lavoro.
Il senso del futuro? Fottuto, proprio perché ignorato, immolato a beneficio di un edonismo patinato che nessuno è più così incosciente da farsi bastare.
E quello che resta è la destra che chiusa all'angolo da se stessa, dal proprio fallimento, dalle proprie occasioni mancate, reagisce agitando lo spettro della catastrofe, il rosario della paura, frullando pagine di storia, riesumando i gulag. contrappuntando il tutto ora con suadenti ammiccamenti last minute, ora schiumando dalla bocca.
Ultimi tristi ciak della soap "la riconquista del ceto medio". Medio, considerato evidentemente come contrazione di mediocre.
La riconquista dei mediocri. Perché per chi ci governa, al netto di barzellette e modalità politicamente "scorrette" a misura di volgo, sembra che esistano giusto un paio di classificazioni buone per noi gente comune: mediocri da stordire di televisione e ....coglioni.
In realtà c'è l'Italia che la destra vorrebbe potere continuare a inseminare con la propria mediocrità, perpetuando una storia complessa nata negli anni di Gelli, di Craxi, gli anni nostra della sovranità politica e territoriale servita in pasto ad altri padroni, come una pizza alla rucola tra plafoniere, orribili capitelli e pareti salmonate.
Io la detesto la pizza alla rucola.
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