arriviamo a Mantova tre giorni prima. Di sera. Ci dirigiamo subito al Palabam, impazienti di vedere con i nostri occhi il nuovo palco, tanto descritto e decantato. E l'effetto è piuttosto impressionante. La doppia strumentazione, già montata ci permetterà domani di provare le due parti del concerto: una prima "filologica", con gli strumento "vintage" utilizzati per il primo album e durante il primo tour. E quella attuale. Mangiamo direttamente al Palabam. Il tour prevede anche cucine e chef. Sembra un lusso, in realtà è una pratica ottimizzazione di costi e tempi. Siamo circa una quarantina tra tecnici, backliner, addetti alla produzione, montagisti e ovviamente musicisti. Sarebbe impensabile viaggiare per ristoranti e pizzeria, riuscendo a essere puntuali, in un macchina organizzativa che necessita di muoversi ad orologeria.
La squadra capitana dal buon Mirco Veronesi, si è espressa nel progetto più ambizioso di sempre. Guardando il palco e conoscendone il funzionamento, penso a quando trovandomi a dirigere il festival Traffic, in una edizione particolarmente complicata (Daft Punk, Lou Reed in versione orchestrale, Lcd Sound System, Antony and the Johnson più orchestra etc etc) l'ho voluta coinvolgere. E ripenso all'orgoglio di quando ho ricevuto il fax da Los Angeles, nel quale il management dei Daft Punk, elogiava l'organizzazione tecnica di Traffic, come la migliore incontrata in tutta Europa.
Di fronte al Palabam c'è un cinema multisala, discutiamo un po' sul se e sul cosa andare a vedere. Poi decidiamo di andare in albergo.
Il giorno successivo passa tutto in prove. Proviamo i brani, proviamo i movimenti di palco, e ci facciamo venire ancora un po' di idee dell'ultima ora.
Mamo Pozzoli, scenografo e light designer, insieme al giovanissimo Jordan lavorano un po' con noi e un po' durante la notte, con la scaletta registrata in sala prove.
Stasera però un giro per Manova non ce lo toglie nessuno. Ceniamo nell' ottima "Trattoria dell'oca" e cerchiamo una meta notturna. Invano. Mantova di sera è spettrale. L'unico locale che troviamo aperto è una specie di cocktail bar provinciale con musica da giostra e servizio pessimo. Mi vengono in mente le proteste di quanti a Torino mal sopportano la vitalità notturna della città. Userei città come Mantova come campo di "rieducazione", per vedere quanti torinesi , forse fin troppo ben abituati, resisterebbero a tanta desolazione serale.
In compenso durante il giorno Mantova è meravigliosa. Il mattino successivo mi faccio lasciare dal taxista in piazza Duono e arrivo a piedi attraversando tutto il centro fino a Palazzo Te, insieme al fido Vicio. Rimaniamo a bocca aperta di fronte agli affreschi dell'architetto pittore Giulio Romano. Definiamo la sala delle feste un tripudio di psichedelia post rinascimentale. Poi rientriamo per un'altra giornata di prove. Poi, memori della sera precedente, scegliamo tutti il multi-sala, dividendoci tra Woody Allen e l'immancabile cagatone tutto botti surround e astronavi in fiamme, sponsorizzato da Boosta e Ninja: "Battlefish". Mi faccio fregare, e pop corn in mano seguo i due invasati che si appellano allo spirito di band, al senso dell'amicizia etc etc, giurando a me stesso -per l'ennesima volta- che sarà l'ultima.
Arriva il giorno del concerto. Durante il pomeriggio, nei tempi morti, lavoro con Ninja alla realizzazione di una compilation tutta anni '90, con musiche di Lamb, dj Shadow, Massive attack, Tricky, Cibo Matto, ci mettiamo dentro anche Casino Royale, Almamegretta. In pratica la musica che ascoltavamo in quel lontano '97. Poi è il momento di provare magliette, pantaloni e scarpe "d'epoca". Samuel si lascia convincere a rasare la barba, e infila il cappellino.
Con noi a rivivere l'atmosfera c'è anche Pierfunk, il nostro primo bassista, che salirà, emozionatissimo, sul palco.
Il concerto è il miglior "primo concerto", che ricordiamo. E' anche il più difficile, per via della doppia strumentazione, dei cambi di abbigliamento cronometrati, delle dimensioni enormi del palco con dislivelli da rischiare distorsioni durante i salti. Il buon Rudy, backliner, sarà costretto a schiacciare pedali al mio posto mentre con un cavo chilometrico cercherò di coprire spazi distanti. Però è tutto molto divertente. E l'effetto dal di fuori è impressionante.
Mi ritrovo a spiare le espressioni sui volti durante l'applauso finale e mi paiono tutte molto soddisfatte.
Dopodomani Milano. Dove sarà necessario fare ancora più sul serio.
Max
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