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SUBSONICA 29/05/11 13:30

Concerto a Bologna (16-04-2011)

Concerto a Bologna - 11.000 persone (palazzetto esaurito)

È stato un flash, veloce e accecante.

11 concerti in poco più di 15 giorni, con una media di 8000 persone abbondanti a sera.

Luci, suoni, applausi, batticuore, nervoso e una canzone che ti batte continuamente in testa, anche quando vorresti abbandonarti a un sonno ristoratore e tranquillizzante.

Un fottuto acufene.

E questo è quello che ti resta di un tour nei palazzetti?

Ma no, amici, amiche, fratelli e sorelle…

Sono impressioni a caldo, un po’ come quando un calciatore ha appena finito una partita di campionato e viene subito intervistato dal giornalista rompipalle di turno. Il tipo dice un sacco di cretinate, ma le dice col cuore, sudato e stremato dalla fatica.

Eppure.

Eppure ho una voce nella crapa pelata che mi dice che questo è stato il tour più bello da quando suono nell’allegra compagine subsonica.

A partire dal buen ritiro di Cantalupa, la gestazione di Eden è si è svolta all’insegna delle buone vibrazioni: via le Merde dalla strada, per prima cosa.

La pulizia è il primo passo verso la Comprensione.

Attorno a noi solo amici e persone con cui ci troviamo bene, quelli che quando alzi la cornetta ti capiscono al volo.

E poi via libera a chi siamo davvero (o quasi). Cinque individui, si può dire ormai in età adulta, con tutti i pro e contro che questo comporta, ma sempre con la voglia di scherzare e prendersi per il culo, anche quando la Vita ti riserva dei momenti scuri e nebulosi. E qualcuno che vorresti assieme a te per sempre, con quell’espressione rassicurante e ironica che ti fa sembrare tutto facile e divertente, se ne va. Chissà dove. E ti lascia un buco blu come la fossa delle Marianne, difficile da colmare con altro. (Ciao Ferro!)

In effetti è sembrato tutto una specie di sogno, a partire dal giorno dopo la data di Bologna, l’ultima della trafila nei palazzetti.

Sarà che quando tutto gira bene, i secondi durano la metà e il tempo vola, ma –adesso che ci siamo fermati- faccio quasi fatica a separare i giorni uno dall’altro.

Una volta, quando gli album erano l’unico formato per ascoltare musica a disposizione, si lasciava scorrere il vinile e il significato dell’opera si aveva a disco terminato. (provateci con il nostro…). Il concetto di “singolo” non era ancora così in uso come ai giorni nostri.

Ecco: percepisco questa serie di concerti come un album di flusso, dove c’è un inizio in costruzione, un apice e una conclusione.

Vedo lo show di Torino del 11 aprile come un punto di “non-ritorno” positivo per la nostra storia. Appena sceso dal palco, uno dei nostri tre manager Corrado Rizzotto mi intercetta e mi dice “questa sera ve la ricorderete finchè campate”. E hai proprio ragione, amico: su quel palco ho davvero capito che ce la possiamo fare, noi e le nostre cinque testedicazzo, senza nessuno a spiegarci cosa dove come e quando.

E infatti, da quella sera, tutto si velocizza vorticosamente, il tasto FFWD schiacciato a 120x e mi sento quasi spaesato, ho un costante bisogno di buio e silenzio, quasi come a voler salvaguardare quelle esplosioni di fuochi d’artificio che avvengono di sera.

Alla luce di questi ragionamenti, i concerti di Firenze e Bologna, mi sembrano due puntate dello stesso episodio. L’accoglienza è la migliore che ci potessimo aspettare, con due sold out da……, che neanche il fortunato tour di Terrestre ci aveva riservato.

Si finisce in bellezza, nei camerini del palazzetto di Bologna, a brindare ad ognuno con rime tra Leopardi e i canti delle osterie romanesche.

Io alzo il calice del miglior champagne ad ognuno di voi 82000 amici che ci avete fatto compagnia in questi giorni.

Posso dire che, smentendo Benzina Ogoshi, siete riusciti a farci sentire Tra Gli Dei?


Un abbraccio


Vicio


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