La cerimonia
Il ritorno da Bari è stato molto rilassante, una puntata a Torreamare per mangiare qualche riccio, e poi all’aeroporto per tornare a casa.
Torino, quel luogo che da sempre rappresenta il covo di tutte le nostre emozioni e la tranquillità, si sarebbe presto trasformato in un inferno.
Un inferno di messaggi, accrediti, telefonate dell’ultimo secondo, amici e parenti che non trovano la cassa accrediti e gente che non senti da anni ma che rivendica il proprio biglietto omaggio.
È difficile spiegare cosa accade nel giorno in cui approdi in tour nella tua città.
Biglietti finiti da tempo, un numero sempre crescente di studenti universitari che arrivano da tutto il mondo per studiare qui, il luogo in cui tutti quelli che ascoltano i Subsonica ritrovano le immagini nascoste nelle nostre parole.
Proprio per questo, è difficile trovare un biglietto per il Palaisozaki oggi, proprio per questo ho deciso di spegnere il telefono questa mattina.
Mossa azzeccatissima, mi confida Max quando sul furgone che ci porta al palazzetto gli dico di essermi isolato dal mondo.
In effetti la giornata inizia benissimo, una lunga dormita, un risveglio lentissimo, degno di un campionato mondiale di rotolamento tra le lenzuola, ed un pranzo casalingo in solitaria.
Devo dire che parenti ed amici, li avevo sistemati nei giorni precedenti, e soprattutto la maggior parte delle persone che conosco li conosce anche Ivan, e lui, anche se a volte lo fa con una certa dose di nervosismo e ansia, riesce sempre a sistemare tutti quanti.
Le procedure di preparazione sono sempre le stesse, è quindi per noi molto facile appena solcate le porte del camerino, perdere completamente l’orientamento geografico, fino al momento di salire sul palco.
Da questa tournee Vicio ha inaugurato l’era della tisana allo zenzero, in pieno mood psichedelico anni settanta, e si è dato alla ricerca di un equilibrio mentale e fisico tramite pratiche orientali di ogni tipo, yoga, attrezzi particolari per la pulizia della lingua e delle cavità nasali, tisane, e zenzero a tonnellate.
Noi da veri cinici Torinesi lo prendiamo in giro con frasi del tipo “già! cazzo amico questa merda ti fotterà il cervello” e poi cerchiamo di carpire più informazioni possibili nel tentativo disperato di dare un barlume di equilibrio anche alle nostre, di vite, e comunque, quando lui non prepara la mitica tisana allo zenzero, quella che ora abbiamo idealizzato come l’elisir di lunga vita, c’è sempre qualcuno pronto a farlo al posto suo, posso quasi giurare di aver visto una volta pure Boosta alle prese con il bollitore, ma forse stavo sognando.
Arriva Maxmassaggi e a turno ci stiracchia come solo lui sa fare, abbiamo due settimane infuocate alle spalle, e i nostri miseri muscoletti non l’hanno presa benissimo, per dirla alla torinese “si sono chiusi”.
Ma la voce regge, e questo mi riempie d’energia, l’ultima esperienza nei palazzetti si era trasformata in un lento e doloroso percorso ad ostacoli per le mie corde vocali, con l’annullamento dell’ultima data per morte accertata della mia voce.
Ricordo il panico di quei giorni quando andai a fare un controllo per cercare di capire cosa mi stava accadendo, e la gioia infinita nel sentirmi dire che avevo una gola perfetta, e che dovevo solo fare una vita più regolata, dormendo di più, evitando, il più possibile, alcolici, caffé, il contestaccio dopo le date di Roma, e i murazzi durante la tournee.
Ma come si fa?
È sempre molto difficile per me, dichiarare chiuse le ostilità subito dopo il concerto, ma questa volta ho una rivincita da prendermi, e nulla mi impedirà di cantare come voglio.
E così, sono diventato un cazzo di “Mohamed ti spacco il culo Bruce Lee“ della vita sana.
Arrivano in processione a salutarci gli affetti più cari, i nostri collaboratori che stanno a Torino nel nostro ufficio e che per un giorno possono godersi il frutto del loro lavoro sul campo, un abbraccio a tutti mentre fuori aprono i cancelli e la gente inizia a prendere possesso del palazzetto.
L’atmosfera diventa subito vibrante, il pubblico fa la ola e si saluta con applausi, l’aria è pervasa da un’allegria contagiosa, i nostri tecnici che assistono emozionati a come la città rende omaggio al suo gruppo, ci riportano nei camerini l’emozione passando a raccontarci cosa sta accadendo.
Iniziamo quindi a ricordarci di essere a casa e a quanto sia importante fare un gran concerto qui.
Qualche parola con Fassino candidato sindaco, che passa a salutarci, e siamo pronti.
Chiamiamo Ferruccio, padre di Max e dei Subsonica per il brindisi prima di salire sul palco, ascoltiamo in silenzio le parole da lui scritte per caricarci prima del concerto che escono dal telefono scivolando nei nostri cuori e quando nel finale pronuncia la frase “chi non canta non stona” scoppiamo tutti in una risata fragorosa, ancora il tempo di dirci “questo messaggio si auto distruggerà tra pochi secondi” e chiude le comunicazioni.
Anche Ferro verrà sul palco con noi questa sera.
Saliamo, e veniamo inondati dal calore delle quasi 13 mila persone che affollano l’arena, tutti ballano dal primo all’ultimo tutti cantano, tutti sanno perfettamente cosa stiamo facendo, li, insieme: “una cerimonia”.
Forse esagero, ma mai come ora ho sentito sintonia tra tutto quello che accade sul palco e giù dal palco e questo mi permette di fare meglio quello che devo fare.
Rientriamo nei camerini esausti ma felici, con quel distacco tipico dei Subsonica che a volte ci fa sembrare un po’ stronzetti, ma che ci fa tanto ridere, infatti quando Mirco in nostro fidatissimo Tour manager irrompe nel camerino e carico di emozione ci dice di aver assistito ad un concerto bellissimo, il Ninja risponde con sabaudo cinismo “abbiamo fatto solo il nostro dovere“.
Finiamo in doccia e Boosta racconta di aver visto il PM Caselli ballare dispensando baci con la mano verso il palco, e Fassino muoversi tra la folla per carpire a pieno l’evento.
Un piccolo rinfresco è stato organizzato per ospitare gli amici e i parenti, io saluto mio fratello, mia mamma e l’infinita schiera di nipotini che assiepano la mia famiglia, e faccio in tempo a salutare Ninja che si allontana con il figlio che gli dorme tra le braccia.
La cerimonia per il nostro eden!
Questo è quello che è successo a Torino il 11.04.2011
Samuel
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