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Pordenone è luogo ideale per rilassarsi e caricare energia.
E' una città tranquilla e ospitale. Ovviamente per alcuni tra i più giovani è fin troppo tranquilla. Negli anni '80 c'è stato un acceso movimento giovanile, espresso in musica da molte band dell'epoca (punk, post punk, new wave), che si riconoscevano sotto la sigla "the great complotto". I suoi effetti sono tracciabili ancora oggi, se è vero che una delle più interessanti etichette indipendenti del momento "le tempesta"(teatro degli orrori, tre allegri ragazzi morti, luci della centrale elettrica...) risiede in città.
Del resto anche "indipendente", la nostra agenzia di booking e management, tra le più importanti in Italia( i fratelli Rizzotto hanno portato in Italia per anni Radiohead, Coldplay oltre a una grande quantità di influenti artisti indie), ha sede proprio qui.
In questi tre giorni di vita pordenonese sentiamo parlare piuttosto bene di un giovane sindaco purtroppo dimissionario, che avrebbe smosso per bene le acque promuovendo diverse iniziative culturali.
La sensazione di quiete primaverile è incrinata solo dal rumore degli aerei da guerra che dalle vicine basi rigano il cielo verso la Libia.
E' una delle poche cose che ricordano il rumore del mondo che per un attimo abbiamo necessariamente lasciato fuori.
Al nostro arrivo per le prove nel palazzetto, restiamo a bocca aperta. Il palco è nuovamente spettacolare, le luci utilizzando le più avanzate tecnologie led offrono sfumature incredibili. I nostri Mamo Pozzoli (light designer e scenografo) e il caro Mirco Veronesi (direttore di produzione allontanatosi per contrasti durante la disastrosa gestione dell'ex manager Alessandro Chiapello), hanno lavorato veramente alla grande, insieme al resto dei tecnici. Sembra davvero tutto pronto per un tour memorabile. Fra pomeriggi di prove e mattinate a passeggio tra il quattrocentesco corso Vittorio e le vicine piazze, (facendo anche in tempo ad affezionarci alla cucina e all'accoglienza della trattoria "il cavaliere perso“ ) arriva il giorno del concerto. Che essendo il primo porta con sé tutto il carico di tensione, della "prima". E sì perché puoi avere fatto tutte le prove che vuoi, e anche la data a zero in un localino, ma la dinamiche del palco, le luci che ti abbagliano mentre dai il colpo d'occhio allo strumento o al foglio dei nuovi testi. Il sudore che non fai tempo ad asciugare che già il brano sta iniziando. I movimenti con i quali cerchi di lasciarti andare al flusso del suono senza pensare e la necessità di ricordare le strutture dei nuovi brani...sono tutte cose che non puoi mettere in conto. E il momento arriva. Con un tricolore digitale il palco si anima meccanicamente sotto i colpi del Ninja da solo sul palco e si parte da Prodotto Interno Lurido. Quello che segue è un concerto fatto di momenti alterni Non sempre troviamo il senso d'insieme, ma quando succede capiamo che palco, scenografia, scaletta e nuovi brani sono ingredienti di uno spettacolo che non si dimentica. Il pubblico è generoso e si lascia travolgere fin da subito. Un po' di distrazioni che lasciano l'amaro in bocca nei camerini, ma nel complesso una buona prima data.
Dietro il palco con noi l'ottimo scrittore Tullio Avoledo, che aveva partecipato anche al gioco letterario "il codice l'eclissi". una figura amica che tra l'altro ha appena finto di scrivere un romanzo con Boosta di prossima uscita ("un buon posto per morire"). Tra gli altri volti amici Michele Ledda (Michele 4) che per noi cura la rassegna stampa del sito e che per non perdersi la prima è arrivato fin da Cagliari. Benedetta Mazzini che sta seguendo il tour armata di armata di macchina fotografica e Alberto Campo critico musicale torinese che trovandosi in zona è passato a godersi lo spettacolo. Domani ci aspetta Verona.
Max
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