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SUBSONICA 05/12/08 16:29

Concerto al Demodè - Bari (29-11-2008-30-11-2008)

Concerto al Demodè - Bari - 1500 persone (esaurito)

Concerto al Demodè - Bari - 1200 persone

SABATO 29 NOVEMBRE.

A tirarmi fuori dal sonno denso e piacevole, è l’odioso suono della sveglia telefonica: ma..? sono le 12! Cacchio..considerato che mi sono addormentato poco dopo l’una e mezza, annovero questa tra una delle migliori dormite degli ultimi mesi. La stanchezza dell’ultima fase di club tour si fa sentire – concerti, apparizioni televisive, interviste e viaggi si susseguono ogni giorno senza pausa e un po’ ne risentiamo tutti.
Siamo ancora a Napoli e,a dispetto delle notizie che mi arrivano da casa (neve e freddo intenso), qui l’inverno non è ancora arrivato. Anche se ieri sera ha piovuto alla grande-persino sul palco ;)-, oggi il sole splende alto e la temperatura non richiede neanche la giacca. Ottime condizioni per andarcene a mangiare il pesce al porto di Pozzuoli. È uno sporco lavoro, ragazzi, ma qualcuno lo dovrà pur fare..
La formazione è quella dei vecchi tempi-noi cinque, più Ivan alla guida di un furgone affittato per questi due giorni. Scavalchiamo la collina che ci separa dal porto, passando attraverso al terreno spaccato dalle fumanti esalazioni solforose che rendono famoso questo posto e arriviamo al porto che,anche se sgarrupato e frequentato da pulciosissimi cani randagi, mi strappa il solito commento del piemontese al mare…ooooh che bello…;))
L’aria tra noi vibra bene,oggi.
A tavola, tra polpi, lumache di mare e mostri vari, ridiamo, scherziamo e soprattutto ci prendiamo per il culo-la fondamentale benzina di questa band. Il modo di scherzare “subsonico” è molto particolare,pungente ai limiti della sopportabilità a volte, ma è solo questione di chiavi di lettura..e anche un permaloso come me pian piano se ne è fatto una ragione. Eh eh. È molto peggio quando siamo seri, amici miei…
Alle tre di pomeriggio, siamo pieni come otri e pronti per partire alla volta di Bari. Un paio d’ore abbondanti di viaggio, in cui la strada “serpenteggia” tra i monti dell’Irpinia, per poi sbucare nel piatto Tavoliere delle Puglie -mai nome fu più azzeccato!. E’ un panorama che trovo affascinante, arricchito nelle mie orecchie dall’ambiente elettronico dei Pivot (consigliati!) e da una quiete che raramente di riesce a ottenere durante gli spostamenti.
Arrivare al Demodè non è una delle cose più semplici del mondo e, se sbagli una viuzza, rischi di trovarti subito a Frittole. Ma stavolta il nostro Arrazzo è implacabile (lo so, che in segreto ha patito il periodo con Josè alla guida) e, giradiquigiradilà,ci siamo al primo colpo. L’estetica del locale non è niente male, con parquet a terra e candidi divani, ma il suono…alle prime note del soundcheck, l’espressione cinerea di Cipo non lascia spazio all’immaginazione. Un po’ tipo “suonate pure quel che vi pare, tanto qui non si capisce un cazzo.” In effetti anche io, che di solito ho ascolti molto buoni in cuffia, percepisco un rimbombo fastidioso che mi fa capire ben poco. Tanto vale andare a cena.
Anzi, parliamo proprio di questo argomento. I Subs si dividono nettamente in due clan: Max e Samuel mangiano rigorosamente dopo il concerto, anche perché cantare a stomaco pieno rischia di trasformare il concerto in una performance di rutti. Boosta si è unito al duo di recente, credo per lo stesso motivo. Ninja e il sottoscritto cenano prima dello show. Eh sì, la sezione ritmica ha bisogno di zuccheri per groovare…ovviamente pasti leggeri, perché se ti sei mangiato due polli arrosto e un campo di patate il suddetto groove se ne va a fare in etc. etc.
Cosa stavo dicendo?
Ah sì. Breve fuga al ristorante e ritorno al Demodè, pronti per iniziare. Parole grosse. La gente,da queste parti, è abituata a uscire tardi e arriva alla spicciolata. Per cui, per evitare di lasciare tutti fuori, invece che alle 22, iniziamo alle 23.
Ma oggi la faccenda è complicata. Il locale è pieno ben oltre la capienza stabilita e la gente, appena partono le prime note del concerto, salta e spinge all’impazzata, tanto da far cedere le transenne davanti. La storia –vedi il festival di Roskilde di una decina di anni fa- ci ha insegnato che questi problemi non si possono trascurare, perché si rischiano gravi incidenti. Fermiamo tutto e riprendiamo solo quando la situazione è stata messa a posto. Però mi chiedo una cosa. Uomini della security? Quando una ragazza/o chiede in lacrime di essere portata via perché si sente male, fatela uscire dalle transenne e portatela via, porca puttana!
Risolti i problemi, ci inoltriamo nelle danze, ma vi assicuro che il caldo sul palco è insostenibile. Devo fermarmi a ogni pezzo per asciugarmi l’acqua che cade dalla mia crapa pelata e per bere quell’ottimo integratore salinico che è la birra. ;) E il momento “camicia stile Udinese 83/84” stasera si trasforma in un bagno turco. Bubu finisce addirittura a petto nudo: si può dire che chiudiamo in bellezza.
La accendiamo? Bari è la città più scatenata d’Italia.

DOMENICA 30 NOVEMBRE.

Anche oggi la notte mi inghiottisce come un gorgo nero e mi risveglio a ora di pranzo a causa delle urla generate da una partita di calcetto vicino all’hotel.
Qualcuno della cricca va a pranzo a Polignano a Mare, ma io sento la necessità FISICA di starmene un po’ per gli affari miei. Nulla di male. Quando si è in giro per tanti giorni tutti insieme, sempre, è difficile ritagliarsi dei momenti di privacy- o anche solo di silenzio. Le occasioni del genere diventano quindi ghiotte.
La pensano come me Boosta e Ninja, con i quali divido un ottimo pranzetto in albergo a base di pesce, e poi via in camera.
Ho come compagnia un nuovo libro, Il serpente di Pietra, di Jason Goodwin. Mi aveva colpito parecchio il precedente L’Albero dei Giannizzeri e il suo bizzarro protagonista: Yashim, un detective eunuco nella Istanbul di fine ‘800. Ecco, questo è praticamente la sua continuazione.
Verso ora di cena ci avviamo verso il Demodè e Ivan smentisce tutto ciò che ho detto qualche riga fa su di lui: giriamo in tondo sulla tangenziale barese per un quarto d’ora buono senza trovare l’uscita giusta. Che alla fine viene trovata, grazie anche a una poderosa sfida tra chi ha il miglior navigatore gps sul telefono (Vicio vs. Ninja).
Dentro il locale, il tempo scorre in fretta, tra una pizza al volo e racconti delle prime avventure in tour nel periodo 97/98…a quell’epoca non c’ero, ma a forza di sentire e risentire queste storielle, è come se avessi vissuto tutto!
Ci accorgiamo tra l’altro che qualcuno ieri sera si è bellamente fottuto una camicia fluo, la mia. Casca a fagiolo un ragazzo, che ci regala,poco prima di iniziare, qualche maglietta “promozionale” – ce n’è una bianca, decorata con un woofer, che fa proprio al caso mio.
Ready to go!
Il concerto è molto più vivibile di ieri: c’è un po’ meno gente, anche se il posto si può dichiarare “pieno”. Sarà che fa anche meno caldo, ma mi sembra che suoniamo con un piglio rilassato, godibile – qualcuno dirà “da domenica sera”. Mi diverto e i sorrisi dei miei quattro soci mi dicono la stessa cosa.
Nella sala accanto, imperversa nel frattempo una selezione di pop/new wave anni 80, che allieta la cena post-concerto nei camerini…Tears For Fears, Falco, OMD e via dicendo. C’è chi non resiste e si precipita a razzo a ballare, tra le risate generali e un generale clima di festa. Una bella chiusura, per una settimana tra le più intense degli ultimi anni!

Vicio

Postilla: un doveroso ringraziamento a Vito (terrestre locale) da parte di tutti coloro, tecnici inclusi, che hanno usufruito della sua gentile premura nel guidarci tra ristoranti e luoghi da visitare. Polignano e Bari vecchia spaccano (Max)

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