Dopo la giornata romana e la fugace apparizione nella trasmissione della brava Cortellesi, riprendiamo la strada del tour.
Ci svegliamo in una Roma piovosa decisamente invernale. E carichi di bagagli più qualche strumento ci prepariamo ad avventurarci nel fantastico mondo dei trasporti italiani. Il nostro treno in ritardo, pare addirittura destinato a non arrivare, restando bloccato a Firenze. I tecnici che dovrebbero prendere l'aereo da Torino per Napoli, sono fermi e non si sa se riusciranno a decollare. Cosa è successo? Un cataclisma, un attentato lo sbarco degli ufi? No, ha semplicemente nevicato.... strano non succede mai nel nord Italia. Del resto in Europa dalla Germania fino alla penisola scandinava pare usino il teletrasporto per ovviare all'inconveniente.
L'ottima Silvia Magoni, nostra recente collaboratrice, si mette subito al lavoro e coordinando le operazioni tra la biglietteria della stazione Termini e l'aeroporto di Torino, riuscirà a rimettere in moto gli ingranaggi e a fare arrivare tutti per tempo. O quasi, perché a Napoli il percorso in taxi tra la stazione e la Fnac dove siamo attesi per un incontro con i ragazzi, meriterebbe un diario di bordo a parte. Dicevamo di Silvia "la roccia" Magoni. Una valtellinese che per tutti noi è diventata esempio di determinazione, costanza e robustezza d'animo: una ragazza che parte dalla sua terra decisa a mettere il naso nel mondo e diventa in breve campionessa di Triathlon (quella roba dove scii, nuoti o corri e vai pure in bici o forse spari con la carabina, ma forse quello è il pentathlon e poco ci manca che ti facciano fare anche il cubo di rubik con i piedi), gareggiando in tutto il mondo, fino al definitivo trasferimento negli U.S.A. Alle soglie dell'olimpiade si infortuna pesantemente, molla il mondo dello sport e decide di trasferirsi a Torino, perché a Torino c'è la juventus e lei è addirittura più bianconera del Ninja (questa mattina attimi di esilarante tensione tra lei il taxista laziale/ alemannico). Fa un colloquio per lavorare nell'organizzazione della squadra di calcio ma prima di essere definitivamente assunta viene intercettata da Casasonica e finisce sotto i portici di Piazza Vittorio. Insomma per concludere Silvia è una tipa alla quale (solo se) se domandi dove sei stata in ferie? Lei ti risponde "in Irlanda", e solo (ma sempre solo se) se indaghi più a fondo, scopri che l'Irlanda se l'è girata tutta, ma proprio tutto il giro...da sola...in bicicletta...dormendo nei boschi. Con una come lei al tuo fianco impari a relativizzare di gran lunga i problemi e le scomodità di una giornata come questa.
Arriviamo alla stazione di Napoli e un paio di ere geologiche più tardi raggiungiamo la fnac, per quello che sarà il più tranquillo e composto degli incontri di questo mese. Durante il viaggio un giovane taxista ci intratterrà con la ricetta della pizza fritta e con le avventure degli anni napoletani di Diego Armando. La prima parte del discorso ci ricorda che siamo a digiuno e che avremo poche possibilità di mangiare prima del concerto. Telefoniamo e chiediamo di farci trovare qualche pizza negli uffici dello store. Per Samuel pizza fritta, appunto.
Finito l'incontro e conosciuto e firmato e salutato e baciato e fotografato i volti dei ragazzi che ascoltano le nostre canzoni e che affollano i luoghi dei concerti, risalamo in taxi, (bagagli e strumenti al seguito) e in una delle due vetture assistiamo ad un curioso dialogo tra un anziano taxista partenofono e Vicio, che talvolta sembra intendere e comunicare nei più remoti linguaggi della galassia (in pratica boffonchia che non si capisce un cazzo).
taxista: "c'avimmoe'strubvb**eiugh ahdhhrazz?"
vicio: "bsssght bsdfgt%$£/£
taxista:" va bbuo''"
seguono silenzio e mistero.
Arriviamo alla casa della musica, che a dispetto del "club tour" si rivelerà essere una sorta di grande capannone fieristico. La cosa ci delude un po' ma del resto, già così, diverse persone non hanno potuto acquistare il biglietto che è andato presto esaurito. Non sarebbe stato possibile raddoppiare la data, come invece è successo a Bari, e quindi ci mettiamo l'animo in pace.
La pizza fritta (per me insalata di pollo perché, causa intolleranze, di glutine non se ne parla più se non in una prossima vita) vive e lotta ancora nell'apparato digerente dei miei amci/compagni e quindi decidiamo tutti di mangiare dopo lo show. Io e boosta restiamo in camerino, gli altri raggiungono l'hotel. Io mi metto le cuffie e mi sparo al computer un episodio di Jack Bauer, dove succedono cose ordinarie, tipo che i terroristi silurano l'Air Force One, abbattendo il presidente e tutto lo staff. Boosta si connette al suo privato mondo onirico. Siamo tutti piuttosto stanchi, alle giornate di tour e trasferimenti si alternano agli impegni promozionali, e le giornate a casa servono giusto per stare dietro alle varie incombenze.
E' un bel tour questo, c'è una gran bella atmosfera tra di noi, ma la stanchezza la senti proprio nelle gambe, in più quando l'adrenalina del concerto scende, avverti maggiormente la fiacchezza. E stasera è Samuel a essere di cattivo umore.
Continua a piovere, la pioggia batte rumorosamente sul soffitto plastico del tendone.
Nel pomeriggio siamo stati contattati da un gruppo studentesco che ha domandato di potere effettuare un intervento dal palco. Più di una volta ci siamo dichiarati scandalizzati dal fatto che da anni si sottraggano fondi alla scuola pubblica per finanziare i vari "diplomifici" privati e gli istituti religiosi. La recente tragedia di Rivoli non fa che aumentare questa indignazione. Sulla 133 e sulla (non) riforma Gelmini ci siamo già espressi. Ecco perché, se qualcuno se lo fosse domandato, abbiamo lasciato spazio direttamente agli studenti.
Inizia il concerto. Proveremo un cambio di scaletta spostando più avanti "Cose che non ho". Le condizioni audio non consentiranno di eseguire al meglio "Strade" che invertiremo con "Preso Blu". La prima parte del concerto gira bene. il pubblico è piacevolmente chiassoso. Ma è con il secondo set che daremo il meglio, nonostante la pioggia(?!). E si perché, sempre a dispetto del club tour, che per definizione si dovrebbe tenere al chiuso, quindi al riparo dagli agenti atmosferici, piove. E piove anche sul palco, mettendo a rischio gli strumenti e le pedaliere, che tentiamo di riparare con gli asciugamani. Nonostante ciò il concerto è carico, non possiamo offrire uno show deludente proprio a Napoli, e arriviamo in crescendo fino alla fine. Ad un certo punto saltando su una cassa giù dal palco mi ritroverò nella scomoda situazione di dovere risalire senza smettere di suonare. Appoggiandomi di schiena tenterò una discutibile manovra di equilibrismo che verrà vanificata dall'intervento di Samuel del tipo "venga signore, che c'è è caduto? la aiuto io" per il quale rideremo fino al brano successivo.
Scendiamo dal palco soddisfatti per come abbiamo suonato, ma piuttosto preoccupati per gli strumenti. La pioggia è molto calcarea e tende a incrostare i contatti elettrici. Ci dispiace per i ragazzi che avrebbero voluto firme e autografi, ma non ce la sentiamo e aiutati da Chef Ivan che passa in un microonde tutto quello che trova di commestibile, mangiamo di fianco al palco. Finale serata, dritti a letto.
Domani però ci concederemo un buon pranzo al porto di Pozzuoli.
Max
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