Il sangue che scorre nelle mie vene è al 50% meridionale – Calabrese, per la precisione- per cui ogni spostamento in queste zone mi rende sempre felice.
Della Sicilia amo tutto: il clima “californiano”, il cibo, i panorami a volte morbidi-a volte rudi,l’accoglienza della gente. Mi sveglio dopo il concerto di Palermo (che non è stata una delle migliori esibizioni della nostra storia…) con tutte queste impressioni nella mia mente e non ne vengo deluso: fuori dalla finestra mi accoglie un sole splendido e, visto che dalle nostre parti gli ultimi giorni sono stati piuttosto freddi, ne approfitto per una lettura/abbronzatura tipo spiaggia. La mia tendenza al “lucertolismo” è nota tra i miei amici e anche un unico raggio di sole è per me occasione ghiotta.
In questi ultimi giorni sto leggendo un libro piuttosto assurdo: “L’Ordine del Sole Nero”, di James Rollins – prestatomi dal Ninja, con il quale abbiamo iniziato questo scambio di libri a sfondo apocalittico/cinematografico. Vi consigliamo entrambi “Il Quinto Giorno”, di Franz Schatzing.
Prima di partire ci concediamo un pranzo a base di pesce,tanto buono da commuoversi. Verrebbe voglia di fermarsi a fare un pisolino sulla spiaggia davanti al ristorante, ma i tempi sono al limite.
Viaggiamo alla vecchia maniera, cioè con furgone senza televisione, letto e ammennicoli vari, per cui ne approfittiamo per ascoltare la registrazione del nostro concerto di Varese: è sempre una buona abitudine per capire come si è veramente suonato. Nel frattempo mi godo il panorama che scorre fuori dal finestrino: decine e decine di km di alture quasi desertiche, intervallate da greggi solitari e qualche orto. Un angolo di natura (quasi) ancora incontaminata. E poi mi vengono in mente tutte le immagini che il cinema ha incentrato sullo spostamento Palermo-Catania: spari,inseguimenti ed esplosioni…il pensiero più doloroso è rivolto però a quando questo è successo purtroppo realmente – e il ricordo brucia ancora.
Arriviamo al palazzetto di Acireale ed è subito tempo di soundcheck: oggi collaudiamo anche un cambio di postazione sul palco scambiando la mia con quella di Max.
È sostanzialmente un modo per tornare alla “vecchia” disposizione,con una serie di routine di movimento che si innescano con più facilità. E devo ammettere che mi trovo subito a mio agio: vero è che ho il Ninja più distante, ma nelle mie cuffie il suo drumming ha un volume “importante”.
Visto il pranzo luculliano di oggi, la cena ce la saltiamo alla grande: Max chiacchiera con i tecnici, Ninja è impegnato a ritoccare delle basi, Samuel è desaparecido; in camerino rimaniamo io e Bubu, lui alle prese con un decisivo scontro di tennis sulla playstation, io con il mixaggio del pezzo di una band che sto seguendo, sul mio laptop.
Come ho già detto prima, il concerto di Palermo non è stato, per varie vicissitudini, all’altezza della nostra media…e di questo ce ne rammarichiamo. Andiamo quindi in scena con grande determinazione ed è chiaro da subito che il ritmo è di nuovo infuocato: dalla “nuova” postazione osservo con la coda dell’occhio gli agili movimenti di Samu e Boosta e mi accodo alla loro simmetria. Alla fine della prima parte sono già sudato marcio e questo la dice lunga su come va lo show.
La gente è caldissima – e a Catania, città dai gusti musicali sopraffini, questa è una grande soddisfazione. Il pubblico ci perdona anche un paio di “accrocchi” fuori tempo su Sole Silenzioso e Stagno: quest’ultima, in particolare, è guidata da un delicato tempo in 7/4 e se qualcuno sgarra, diventa molto complesso riprendere la matassa. Cosa che è accaduta stavolta. Ma dopo un attimo in cui mi è sembrato di suonare nei King Crimson periodo 73/74, ci riprendiamo e portiamo la missione al termine.
Dopo il concerto ce ne andiamo tutti allo Zo ,dove Boosta, Samuel e Ninja girano un po’ di dischi in un’atmosfera che definire torrida è poco. Già da prima ho un orecchio dolorante per il volume smodato delle mie cuffie e i set esplosivi dei miei soci non fanno che peggiorare la situazione…aggiungiamo che non sono tutto questo amante della musica dance e la mia volontà di tornare il hotel diventa esigenza.
Lascio un’assolatissima Catania il mattino dopo e il decollo aereo con l’Etna innevata da una parte e il mare blu intenso dall’altra mi fanno sentire felicemente parte della Forza della natura.
Vicio
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