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SUBSONICA 12/12/07

Concerto a Torino - Palaisozaki - 10500 persone

Concerto a Torino - Palaisozaki - 10500 persone

succede a Torino.
di svegliarti ed è già la fine della prima parte del tour.
questa volta è volato piu' rapido di sempre.
è un privilegio poter spendere i giorni su un palco, me ne rendo conto, ed è per questo che qualunque data ha valore speciale.
ogni sera che si spengono le luci diamo tutto il possibile perchè cosi' ci piace fare quello che facciamo.
è stato un mese bello e importante, direi una eccezionale affermazione di esistenza.
ci piacerebbe ringraziare tutti uno ad uno e siamo già proiettati alla partenza nell'anno nuovo.
non manca tanto.
prima c'è ancora la data in casa.
arriviamo alla spicciolata, ognuno con il proprio mezzo.
come non raccontare di Ivan, il nostro Prode, che non contento e appagato nell'essere passeggero, questa volta di un taxi, si mette a dare indicazioni ad un vero conducente sabaudo che non puo' fare a meno di esclamare: "non siete di torino vero?da dove venite?"
il soundcheck scorre liscio con l'orecchio ai suoni e l'occhio al telefono perchè ognuno di noi conta, tra parenti e amici da accreditare, una lista pari all'esercito persiano che attacca sparta.
cosi', dopo il soundcheck di media lunghezza, andiamo a sbattere a turno contro le mani di Max,ormai il nostro massaggiatore ufficiale che, prima dell'inizio di ogni seduta, in maniera scientifica, domanda  qual'è il punto che ti fa veramente male per poi verificare, schiacciandolo con la forza di uno schiacciasassi, che sia effettivamente quello.
il mio pasto è zen.
riso bianco e un bicchiere d'acqua.
è il problema di essere un uomo fatto di virtu'.
ma anche quello che poi sul palco non vorrei offrire uno spettacolo alternativo a quello musicale carico di punk attitude. saltare con  la pancia gravida di abbacchio è sconsigliato da diversi esperti e non.
arrivano le mamma e i papà di ognuno, i parenti di ognuno, gli amici di ognuno, i conoscenti di ognuno, gli estranei di ognuno e via discorrendo.
arrivate tutti voi che non ci state dentro quando dicono che non si puo' fumare e non si puo' scendere nel parterre..........e fate bene.
noi accettiamo con il buon umore la denuncia per non avere rispettato le normative di questa "sicurezza" e arriviamo sul palco.
il resto è fatto di energia, sorrisi, sudore, urla, suoni, luci.
e non è poco.
scendiamo dal palco con il cuore e il petto gonfi, contenti di ripartire a breve perchè questo è stato solo un assaggio per noi.
il palco ci è mancato.
la notte del Dopo si sfilaccia tra festeggiamenti e murazzi.
prima dell'alba.prima di ricominciare ad immaginare ancora un anno in  giro insieme.
e vale per tutti noi.
grazie.
boosta.

“la prossima canzone parla del cielo su questa città, quello che vede scorrere le nostre vite ogni giorno. E vorremmo che questo cielo non dovesse mai più vedere  vite stroncate in modo assurdo su un posto di lavoro, in una città che al lavoro deve così tanto. Questa canzone è dedicata alle vittime della thyssenkrupp e alle loro famiglie” (il cielo su Torino)
Arriviamo al palazzetto “bello e impossibile”: bello, perché oggettivamente è splendido, con le sue poltrone trasparenti che danno l’idea di un luogo cristallizzato (Harata Isozaki è uno dei più grandi architetti giapponesi), e impossibile perché regolato da norme che a questo giro ci hanno fatto perdere definitivamente la pazienza. Prima tra tutte, quella dell’accesso limitato al parterre.
Durante la giornata decliniamo con un “no grazie” alcuni inviti ad apparire in trasmissioni televisive (e radio), che hanno come oggetto la tragedia della thyssenkrupp, alla vigilia dei funerali delle prime vittime. Non ci sembra opportuno. oltretutto in determinate circostanze si ha sempre la sensazione di apparire in televisione mettendosi in luce con le altrui disgrazie. Questa sera noi ricorderemo l’avvenimento, perché la notizia, (appresa in ritardo mentre eravamo fuori inghiottiti dai nostri itinerari) ci ha scosso profondamente e perché è una ferita amara che diventa storia della città. L’intimità del concerto torinese (anche se con diecimila e passa persone di fronte) ci sembra il luogo più adatto.
Il pomeriggio trascorre come sempre in equilibro tra la necessità di mantenere la concentrazione (Torino è pur sempre Torino) e le richieste di accredito dell’ultimo minuto, da parte di amici e amici di amici di amici che hanno anche l’attenuante “ lo comprerei anche il biglietto ma è tutto esaurito!!”.
Ad un certo punto spegniamo i cellulari e lasciamo che sia lo stesso Ivan a correre da un capo all’altro pieno di foglietti e di disperazione.
Il sound check è affollato, ci sono alcuni studenti della scuole superori portati dai professori. Leggiamo il cartello “bentornati, nessuno vi vuole bene più di noi”.
A giudicare dall’atmosfera che si crea dalle prime note del concerto capiamo che è vero. E’ bella questa cosa di iniziare a luci accese, perché ti permette di guardare i volti delle persone e le loro espressioni stupite. Partiamo subito con una bella dose di energia, anche se come sempre il concerto “in casa” mette un po’ in tensione. C’è un attimo di flessione nel secondo set  ma poi un gran bel finale, anche se Samuel  deciderà di lasciare a casa la prima strofa del “cielo su Torino”. E ci troviamo a percorrere il palco in lungo e in largo ricevendo il saluto e li applausi dei nostri concittadini tra sudore e grande emozione.
Durante la serata molti ragazzi premono per entrare nella platea, e alla fine di un tira e molla un nostro responsabile finirà per firmare una specie di foglio di denuncia per permetterne l’afflusso
Il pubblico sembra molto trasportato ed emozionato. Nei camerini l’atmosfera è quella del concerto riuscito bene. Ci fermiamo a salutare genitori , parenti, amici, giornalisti etc etc. e ci dirigiamo per l’appendice finale ai Murazzi dove tra Giancarlo e Dottor Sax si consuma la festa finale.
Max


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