Per questo Capodanno ci siamo lanciati in un'impresa non del tutto semplice: perché se è vero che Roma è sempre stata "terra di casa" (con nel 2005 due tutto esaurito nell'arco di tre mesi in location come il Palalottomatica e il Centrale del Tennis, tanto per dire), è anche vero che organizzare un concerto promosso nell'arco di una sola settimana (l'ufficialità e l'inizio delle prevendite è datato 23 dicembre) e inserendosi all'interno di una struttura organizzativa già avviata e concentrata su altri nomi (Amore 06, ovvero il gotha della club culture da Jeff Mills in giù) non è cosa facile.
Per mesi avevamo coltivato la certezza di un evento di piazza da realizzare insieme Emir Kousturica, grandissimo regista cinematografico nonché insospettabilmente front-man di una band. Non ci siamo neppure preoccupati più di tanto per l'esclusione di Roma dalle tappe del be human club tour, tanto eravamo convinti che.
Nulla di fatto invece, e quasi all'ultimo.
Alla fine, grazie al fantasioso quanto efficace lavoro di Alle Chiapello, nostro manager, del comandante Mirco Veronesi direttore di produzione affiancati da Indipendente e grazie anche alla disponibilità dell'organizzazione Amore 06, siamo riusciti a realizzare un Capodanno indimenticabile, certamente per noi. Ma a giudicare dal numero e dalla reazione delle persone che con noi hanno deciso di trascorrerlo possiamo tranquillamente arrogarci la pretesa di definirlo indimenticabile un po' per tutti.
L'allestimento del palco, che in via sperimentale può anticipare quanto nell'estate del prossimo anno realizzeremo per il decennale subsonico, è stato appositamente studiato per l'evento, così come le variazioni della scaletta: simile ma non identica al resto del be-human club tour.
Arriviamo a Roma con un giorno d'anticipo. Con noi ci sono anche molti amici, con i quali festeggeremo prima e dopo il concerto. Un paio di impegni da sbrigare, poi un salto ad un negozio Energie che ha accettato di acquistare numerosi biglietti (rivendendoli con uno sconto di quattro euro) permettendo così un prezzo più accessibile di quello fissato dall'organizzazione di amore06 (una buona idea del vulcanico Alle), successivo rifornimento di vestiti e poi passeggiate, nonostante la pioggia. Per qualcuno aperitivo in campo de Fiori.
Per cena, non si sa come, finiamo in una trattoria trasteverina con tanto di stornellatori e menù tradotto in giapponese, che fa tanto "vacanze romane", ma va bene così.
Un paio di chicche: la prima stampata su una pubblicazione,- una delle tante, a proposito della serata di domani che vede oltre al nostro concerto (e d.j. vari) impegnati anche Boosta e Samuel più Pisti con Krakatoa- …. "e poi in consolle oltre a Boosta anche il d.j. Samuel Episti di Kratocaca!!"
La seconda-altrettanto esilarante-, a cura dell'impagabile Ivan intercettato durante una conversazione con un' amica:
-mi sento già arrazzato come un bue
-come un bue??
-sì sono già caldo
come un bue
-……….
-……….
-ma il bue è castrato….lo sai questo, vero?
arrossendo - ehhhm….. ah sì??
Il 31 mattina dormiamo fino ad ora di pranzo per meglio affrontare il d-day.
Ci raggiunge Giorgio Valletta, storico d.j. torinese, giornalista musicale e conduttore radiofonico attivo da più di venti anni. Giorgio è stato sempre attento a tutta la nostra evoluzione e contemporaneamente sempre generoso nel fornire spunti sonori provenienti dalla sua sterminata collezione di dischi.
E' uno di quegli appassionati veri che, tanto per capirci, in media ogni settimana riempie la borsa di vinili e di pubblicazioni direttamente a Londra. Giorgio Valletta è giunto per dare manforte a Ninja e a Max, nel d.j. set che aprirà e chiuderà il concerto.
Dopo variopinte conversazioni con conducenti romani di taxi, facciamo il nostro ingresso nel padiglione della fiera. Sono le 17, è ora di sound-check.
La struttura messa in piedi da Mamo è straordinaria. Un reticolo di gabbie pannellate con led e affiancate da fari motorizzati. Samuel chiederà di accorciare la distanza con le prime file. In mezz'ora sarà fatto.
L'acustica del padiglione, certamente non ottimale, è ben domata dalla potenza e dalla qualità dell'impianto. Mirco e Cipo hanno fatto installare casse, con linee di ritardo, anche dietro al mixer.
Non sappiamo esattamente quanta gente aspettarci ma siamo pronti per tutte le evenienze. Come dicevamo questo concerto è un azzardo bello e buono, ed è in qualche modo anche un test per verificare le capacità dell'organizzazione che durante il 2005 abbiamo costruito intorno a noi. E'anche una follia se vogliamo. Organizzare a distanza e in tempi stretti in una situazione che vede i costi triplicati dal Capodanno le difficoltà di comunicazione e l'ambizione di trovare soluzioni più economiche per i nostri appassionati più attenti (coinvolgendo quindi sponsor) ma senza rinunciare alle qualità spettacolari dell'evento, è decisamente roba da matti.
Decidiamo di lasciare al Boosta il compito di pensare a come scandire la mezzanotte mentre torniamo in albergo per la cena.
Ci tocca uno straziante piano bar ma non possiamo permetterci di restare troppo distanti dal luogo del concerto, né tanto meno di uscire in cerca di.
Riparte la carovana con amici e amiche vestite di tutto punto. Comunque vada sarà una serata molto divertente.
Giorgio valletta è già in azione, mescolando sapientemente cultura indie-rock e futuribili orizzonti dance. Max sale sul palco per presentarlo e annunciare che mancano una ventina di minuti al count-down e al concerto.
Sale Boosta con fare gigionesco e introduce il resto della band. Sembra un po' di essere in crociera ma chi cazzo se ne frega, è Capodanno. Stappiamo sul palco e ci abbracciamo innaffiando le prime file, modello gran premio. Innaffiamo anche maldestramente la consolle di Valletta, posta proprio di fronte al palco, ma facciamo finta di niente.
Parte Velociraptor e siamo già tutti in pieno concerto. Un bel concerto con "tutti i miei sbagli" al posto dei brani strumentali ambient (poco adatti alle dimensioni dispersive del grandissimo capannone e all'atmosfera adrenalinica della ricorrenza) e con alcune variazioni di ordine dei brani.
Il finale con l'intermezzo di Fluido-the acivator (sveliamo finalmente il titolo: il fluido è una smart drug inventata a Torino da wipe out che sta sostituendo in città l'utilizzo di sostanze dannose e illegali) dopo Discolabirinto seguito da Nuova ossessione e Depre è il panico.
Il pubblico è quello che già ben conosciamo, si diverte si sbraccia, ci carica e balla dall'inizio alla fine. Sarà bello salutare tutti dalla piattaforma proprio sopra le primissime file. Molto bello.
Riparte Valletta con i dischi, poi arriva Max che si è già praticamente sentito suonare tutti i suoi in precedenza da Giorgio, e tenta una scaletta con scelte azzeccate e altre annebbiate dai brindisi.
Tocca a Ninja che inaspettatamente, dopo una bella intro breakbeat, parte con la cassa in quattro. Scelta azzardata ,anche perché in quel momento a poca distanza stanno suonando Steve Bug, Coccoluto e forse anche già Jeff Mills. Ma lui è felice col suo sorrisetto e va avanti così. Dall'altra parte prima Krakatoa e poi Boosta fanno ballare un capannone enorme. A quel punto (grazie sempre ad Alle) è possibile girare in tutti i padiglioni anche con il biglietto del nostro concerto, si vedono diverse facce note vicino alle transenne. Jeff Mills dall'altra parte del cortile sta sapientemente dando il giro alla sua roland 909 con volumi da sangue alle orecchie.
Torniamo allo spazio del concerto dove l'atmosfera si è riscaldata alla grande. Al termine di un testa a testa due dischi per ognuno con Giorgio, il Ninja incomincia a detonare la sua drumnbass e nonostante la lancetta dell'orologio abbia già lasciato al semaforo le cinque del mattino da un pezzo, la sala risponde alla grande. Arriva anche Max a mescolare strani ragga Giamaicani con proclami del tipo Ninja nome in codice zero zero sei e licenza di groovare.
Alla fine verso le sei c'è chi esausto decide di abbandonare…..Ninja - avendo finito i dischi dnb - no ributta la cassa in quattro, prende il microfono facendosi da vocalist e imperterrito prosegue. "mi seguiteeeee?!"
Dall'altra parte Samuel Pisti con rispettive fanciulle e Ivan alla guida raggiungono un after. Non molto pieno per la verità, stanno un po' lì a decidere cosa fare poi tirano fuori le valigie dei dischi e attaccano a suonare. Il locale poco a poco si riempie, si narra anche di una piuttosto avvenente ballerina che opta per il nudo integrale, il locale si anima sempre di più ed è già 2006 da un pezzo quando il quintetto capitanato da Episti Samuel di kratocaca decide di tornare in albergo.
Morale, una grande serata con le solite mille avventure, un bel concerto di fronte a quasi cinquemila persone (con poco più di una settimana di preavviso è davvero un risultato sconvolgente).
Purtroppo la stampa locale, inspiegabilmente, parlerà di un evento dal tono minore ben distante dai nostri standard di presenze e di prestazione. Campanilismo a favore degli altri appuntamenti con musicisti cittadini? Dati male riferiti o male interpretati? Di certo riferiti, anche perché gli unici giornalisti presenti, in qualità di semplici spettatori, sono venuti a salutare, complimentarsi e a brindare con noi al nuovo anno: lo zerozerosei.
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