Ristorante a Biella, che oggi abbiamo poca strada da fare e abbastanza tempo per risparmiarci l'autogrill.
E' strano pensare che il mini-tour sia già finito.
E' triste rendersi conto della mancanza di spazi in molte zone d'Italia.
A Roma (che pure è musicalmente molto attiva) non c'è un locale al chiuso in
grado di ospitare più di mille e cinquecento persone, così come a Napoli, in
Sicilia, in Sardegna. Quando e se ci sono gli spazi, manca comunque un promoter
locale in rado di farsi carico dell' organizzazione della data. In questo, la
geografia della musica riflette il carattere d'intraprendenza dei luoghi. Ci
sono spazi e situazioni per concerti in Veneto, Emilia Romagna e Lombardia più
che in tutto il resto della penisola. Un po' sconfortante. A Bari sembrava quasi
fatta, e di conseguenza per strada anche con l'Abruzzo, ma poi con la gestione
dello "Zenzero" sono nati problemi e incomprensioni e tutto si è risolto con un
semplice, banale e triste nulla di fatto. E' vero che da qualche anno si dice
che l'abitudine a frequentare i concerti sia calata, si dice anche che noi siamo
tra le poche realtà in contro-tendenza.
E' un vero peccato perché oggi in
Italia ci sono molte band che vale la pena seguire live, pensiamo a: Hormonauts,
Super Elastic Bubble Plastic, Marta sui tubi, Baustelle, Offlaga-disco-pax,
vincitori, a pieno merito del premio per il miglior clip indipendente
al MEI (http://www.postodellefragole.com/odp/mail_robespierre.html).
Oltre ai nostri Sikitikis e Cinemavolta., ma anche Zen circus, Wah companion e
molti altri che come sempre quando si compila un rapido elenco vengono
dimenticati. Spesso queste band cantano in inglese, quasi mai questi artisti
vengono trasmessi in radio e tv, ma ciò non deve scoraggiare. Per quanto
riguarda l'impatto live, garantiamo noi, non restereste affatto delusi. Forse
sarebbe ora di estendere una community web in grado di fare girare meglio le
informazioni e il materiale audio e video della nuova musica italiana, per il
momento possiamo invitarvi a curiosare tra le pagine di www.rockit.it, il più
trafficato sito interamente dedicato alla musica tricolore. Il prossimo anno
torneremo per pochi ma grossi appuntamenti live in concomitanza del decimo
compleanno subsonico, nel frattempo perché non incominciare a scoprire qualche
nuova realtà da seguire e sostenere?
Arriviamo a Trezzo, chi discutendo degli argomenti di cui sopra, chi sputando corde vocali al grido di gooooo gooooo goooooooooal! chi al contrario scagliando a terra il joy-stick chi aggiornando il diario di bordo.
All'ingresso del locale, un' area magazzini vicino a quella che pare essere la tangenziale ma che potrebbe invece risultare l'autostrada, ci sono tre ragazze sedute in cerchio sull'asfalto freddo che se la giocano a carte. Anche una volta che siamo scesi dal camper non sembrano per nulla distratte dalla nostra presenza. Decidiamo che meritano di essere premiate e una volta invitate al caldo dentro il locale vengono rifornite da Ivan di magliette e cappellini in omaggio.
C'è Luca Pastore e ci sono le sue telecamere.
Abbiamo deciso di inserire anche qualche testimonianza del be-human club tour nel prossimo dvd. Non è facile piazzare obiettivi al Live di Trezzo. Il soffitto è basso e lo spazio un po' ristretto, ma il regista non si perde d'animo e ingegnandosi tutto il pomeriggio riesce comunque a inserire quattro macchine da presa. Sulle pareti dei camerini del live sono stati consumati molti pennarelli. "il vino è il peggior nemico dell'uomo e chi scappa di fronte ad un nemico è vigliacco" : una della frasi più divertenti.
Anche questa sera ci muoviamo altrove per la cena.
E' tutto sommato un modo per spezzare la monotonia dei luoghi, casello
autogrill locale albergo, casello. Anche se, come Samuel, c'è chi ha preso la
buona abitudine di non mangiare prima di salire sul palco.
Rientrati in
camerino dovremo attendere un bel po' per il completamento dell'afflusso.
Abbiamo un problema di cambio cassette tra la prima e la seconda parte del
concerto. Ci sono quattro telecamere, ma non altrettanti operatori. Le macchine
sono fissate alla gabbia e una è particolarmente difficile da raggiungere, sarà
necessaria la scala e lo sgombero della spazio di fronte al palco. questo
aumenterà il tempo di atteso fra il primo e il secondo set.
Boosta da un
paio di giorni si è completamente smaterializzato nella sua palystation
portatile, che crea un tappeto sonoro di sottofondo fatto di schianti, piru
piru, musiche apocalittiche, che ci segue ovunque. E' ora di cambiarci. Abbiamo
preso da un po' di tempo l'abitudine di oscillare in cerchio, seguendo una
tecnica di rilassamento di gruppo illustrataci da quel buon sciroccato del
nostro ex bassista Pierfunk. Mani sulla schiena del compagno, punta dei piedi
che si sfiorano si incomincia ad ondeggiare fino a che il ritmo di uno non
diventa il movimento di tutti. E' utile per percepire la necessità di una
sincronia ( il primo bran del concerto "velociraptor" ha un incastro ritmico
piuttosto complesso, difficile da sciogliere a freddo) e contemporaneamente per
fare scomparire il caos del back-stage così come tutto ciò che ci separa
mentalmente dalla cosa più importante della giornata: il concerto.
Bello il concerto, parte carico, sempre un po' in carenza di aria a causa del soffitto basso e del locale completamente esaurito. Il pubblico è vicino che lo puoi toccare con le dita. Finisce il primo set con "l'odore", e ci dobbiamo rivestire in quanto completamente fradici dalla testa ai piedi. Come dicevamo serve una pausa di almeno un quarto d'ora per il cambio dei nastri. Si sentono dei fischi. Risalendo sul palco Samuel domanderà scusa per l'attesa spiegando che stiamo girando delle riprese, ma riserververà per un interlocutore interiore il resto della spiegazione del cambio del nastro delle telecamere.
Diversi punti interrogativi si accenderanno tra i volti delle prime file. Ma è già ripartita eva-eva. Relitti nello spazio, A nord di ogni lontananza. Durante il cambio chitarra Max e raffa picchiano le palette. La Gibson si scorda si un mezzo tono esatto (coincidenza che sfugge anche alla lettura dell'accordatore con la coda dell'occhio, mezzo tono in più uguale un piccolo pallino rosso) e sull'esplosione chitarristica del finale succede un prevedibile macello armonico. Ridiamo anche se pensiamo alle riprese e alla registrazione che saranno da buttare nel cesso. Si riparte con un "come se" molto carico, poi "ratto" e via così verso il finale sempre più acceso. Per il dj set si deve attendere. bisogna spostare il pubblico per liberare un corridoio di scarico. Il dj del locale incomincia a martellare con disappunto di Max che ora dovrà improvvisare completamente la sua scaletta, senza più intro d'atmosfera. Con il proverbiale culo del principiante ci riuscirà più che bene e lascerà allegramente spazio alla break-beat del Ninja. Poi la cassa in quattro di Samuel e Boosta e poi il delirio tra un disco a testa e incitamenti vari al microfono, con tanto di dedica tributo agli ultimi eroi danzanti da noi ribattezzati "sopravvissuti della groova".
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