-Be Human Tour-
Innanzi tutto la scelta dei luoghi: scala ridotta, per un contatto
ravvicinato che da anni non assaporavamo più.
Poi la scelta dei brani:
ripartire dallo spirito dei club fa tornare indietro ai nostri primi passi e
quindi Velociraptor, Istantanee, Onde quadre molto suono anni '90.
In più la
voglia di provare a condurre il pubblico verso territori differenti, con 2 brani
inediti strumentali molto diradati: "Detriti nello spazio" e "A nord di ogni
lontananza".
Nessuna voglia di farci tanti problemi per l'eventuale assenza
di questo o quel brano di sicura presa: Tutti i miei sbagli, Liberi tutti,
Strade, Preso Blu, ad esempio per il momento restano parcheggiati. In questa
fase li avremmo suonati con molto meno entusiasmo, e quindi perché metterli in
scaletta? Decidiamo di condurre noi il gioco, dall'inizio alla fine compresi i
supplementari che passeremo a proporre musica con vinili e cd anziché con gli
strumenti.
Partirà Samuel in acustico, con il primo brano proposto da lui al momento di incominciare l'avventura Subsonica: "Ancora ad Odiare". Una canzone presente nel primissimo live "Coi piedi sul palco" e riproposta di recente sul sito in veste - chitarra e voce. Poi "Velociraptor": il primo brano che i Subsonica hanno invece composto insieme. Ci sarà spazio anche per una groovata inedita sul finale di Discolabirinto, uno strumentale in battuta piuttosto libero, una di quelle cose che ci vengono spontanee e che marcano nettamente la differenza tra i Subsonica e i gruppi rock, a parità di strumentazione impiegata.
-Giocattoli-
Ci si sveglia in un albergo di fianco al locale e ci si divide. Ninja a terminare di mettere a punto la strumentazione, i livelli dei campionamenti dei suoi pad elettronici e altro, Vicio rapito da qualche astronave aliena in visita pomeridiana a qualche galassia sconosciuta, Boosta Samuel e Max, in giro per Bologna a caccia di strumenti usati. Lo Sherpa di questa visita, nonché paziente autista e sapiente guida turistica per trattorie e negozi musicali sarà Federico Poggi pollini. Al secolo chitarrista di Ligabue, che Boosta ha intercettato e conosciuto giocando a calcio. Con Federico passeremo il pomeriggio, ascoltando nei tragitti i primi album dei Roxy Music (con ancora Brian Eno nell'organico) e strimpellando insieme corde e pomelli impolverati. Samuel tornerà in albergo con una chitarra tedesca degli anni '60 piena di tastini e pulsanti misteriosi, provvista di un inquietante battipenna in finto legno e con un sinth Pro-one. Max uscirà dal negozio con un vocoder, un sinth (pro-one pure lui) e un basso giapponese del '64 (sound da colonna sonora di film-porno d'epoca). Come al solito il Boosta strapperà l'applauso al personale del negozio (Scolopendra), totalizzando l'importo della settimana tra brindisi, coriandoli e stelle filanti acquistando un synth Pro-5 (una tastiera analogica costosa ma molto, molto seria) e un basso a forma di pipistrello!
Si torna al locale per alcune rapide prove con strumenti e dischi.
-Bologna e l'estragon-
Arriva la notizia della visita da parte del Tg3-nazionale. Essendo la prima data ci piacerebbe passare il rodaggio un po' più inosservati, ma tant'è. Nel locale salutiamo l'organizzatore della data: Lele Roveri, il volto dell'Estragon. L'Estragon di Bologna è un locale storico della musica-live in città, un crocevia ma anche un epicentro per la scena bolognese. In questo momento l'Estragon è sotto sfratto e chiede al comune un nuovo spazio dove portare avanti la propria attività. Il clima del dialogo con le istituzioni è probabilmente, al momento, come tutti immaginiamo, piuttosto controverso. A volte pare che la giunta Cofferati abbia in mente la trasformazione di un centro storicamente vivo e culturalmente attivo incluse le necessarie contraddizioni che questo comporta, in una specie di città modello Tirolo. Quei luoghi luoghi dal volto pulito con tutti i pezzi del puzzle in ordine, una cronaca cittadina noiosa quanto una messa in latino e alte graduatorie da vantare: qualità del decoro....servizi efficienti.... tasso di suicidi. Bologna ha dettato più volte legge in Italia, in materia di musica: la scuola degli anni'70, i gaz-Nevada negli' 80, anni nei quali era contemporaneamente la culla della cultura punk, successivamente la stagione dell'isola del cantiere con la scena delle possee. Sarebbe davvero grave se si smarrisse un punto di riferimento per il transito di suoni non convenzionali nel capoluogo emiliano. La nostra presenza qui, a favore dell'Estragon verrà riportata sui quotidiani, sperando che ciò possa tornare utile.
-Rodaggio-


Parte il concerto, ed é un gran casino. I livelli di sala sono cresciuti o noi stiamo suonando più forte rispetto alle prove, fatto sta che fatichiamo un po' a trovare il giusto balance. Il primo concerto di un tour è sempre così, puoi fare la muffa in sala prove che tanto poi sul palco la dimensione sonora, il rapporto con lo spazio che hai di fronte, cambiano ed è sempre tutto da rifare. Quindi cerchiamo di prendere contatto con il nuovo giocattolo. Ogni tanto Samuel sparisce dallo spazio visivo della coda dell'occhio per riapparire arrampicato sui tubi della gabbia di Mamo. Non è la solita semplice amnesia quella che trasformerà "Corpo a corpo" in un brano semi-strumentale, ma il crash di sistema dovuto al somma di fattori, livelli cuffie, spazio scenico, interazione con il pubblico, gestualità da ricreare. Per il cantante è sempre un po' più difficile. Il fatto è che non siamo riusciti ad organizzare una data di prova a porte chiuse, come nel caso del terrestre tour. Comunque affrontiamo senza stress il collaudo, ci sciogliamo durante il concerto, testiamo i brani strumentali che vengono accolti con un bell'applauso. Ci sembra un applauso particolare e significativo. Ci fa sentire compresi in un passaggio delicato. Il concerto arriva alla fine con qualche sporcatura e qualche incespico già messi in conto, che non impediscono al pubblico di mostrarsi comunque piuttosto coinvolto
-Antumi-
Il dj set parte con Max per una selezione tra vecchi e nuovi anni '80 seguito da Samuel decisamente più house, Boosta sempre a cassa in quattro più techno e Ninja in chiusura con break beat e drum'n'bass. Ci beccheremo un black out abbastanza lungo che non scoraggerà le centinaia di persone rimaste pronte a ballare. Serata molto divertente e come sempre inversamente proporzionale alla qualità del risveglio. Stefano Sardo, cantante dei Mambassa una volta ha coniato un termine piuttosto appropriato: "antumi", il contrario temporale di "postumi". Cioè sei lì, ti diverti, e per una forma di automatismo incosciente ti versi ancora quel maledetto drink di troppo...la spia che ti si accende e che sistematicamente ignori è la consapevolezza dell'"antumo". Domani saranno tutti cazzi tuoi.
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