L'albergo era vicino ad una ferrovia, le pareti erano di burro, quindi chi era impegnato a fare altro lo faceva tranquillamente chi invece posato il libro sul comodino provava a dormire si trovava ad ascoltare altri che facevano altro. Più il treno. Più il Boosta che litigava con il bagno rotto e tirava botte a rubinetterie e muri, secondo qualche tecnica sconosciuta che inscrive l'idraulica tra l'elenco delle arti marziali.
Risultato una notte poco riposante per tutti.
Per fortuna al risveglio scopriamo che c'è una piscina.
Quindi ritardiamo un po' la partenza e ci riconciliamo con il creato.
All'autogrill comperiamo un vhs del prequel dell'esorcista: "La genesi".
Arriveremo a Latina al termine della proiezione ammutoliti con il sub woofer fiaccato dagli effetti surround.
Il concerto si terrà allo stadio, dove già siamo passati con il tour precedente.
Ad attenderci Ramek, un fotografo iraniano di Rolling Stone che è stato mandato dalla redazione per un'ipotesi di copertina.
Noi abbiamo sul volto la freschezza della famiglia Addams, i vestiti
stropicciati da fondo di valigia - ultima data di una serie intensa -, ma il
tipo è simpatico e l'occasione intrigante. Si parla di noi come di un gruppo che
potrebbe tranquillamente riempire stadi, una sorta di next big thing insomma.
Esaurita una prima serie di scatti un po' troppo tradizionali per i nostri
gusti, proponiamo al fotografo (che si mostra sorpreso da tanta disponibilità)
qualcosa di alternativo. Dovremo ridurre il sound check ad un solo brano per
stare nei tempi, lo facciamo.
Posiamo prima sul palco mettendo in luce le
parti metalliche e gli schermi. Nel frattempo l'area si è già quasi riempita di
pubblico. Decidiamo di sfruttare questa opportunità per uno scatto singolare. Ci
mettiamo spalle alle transenne con un casino di ragazzi dietro, praticamente a
contatto, e posiamo come se nulla fosse.
Ceniamo, e ci prepariamo per quello che sarà un concerto davvero impegnativo. Siamo alla quinta data consecutiva, conserviamo un buon ricordo dell'ultima volta. Questa sera ci saranno anche molti ragazzi da Roma.
Al pubblico giustamente può non importare molto della tua condizione psico-fisica, sa che un concerto dei Subsonica ha un livello di intensità che va ben oltre il fatto di suonare e cantare bene e quella intensità la vuole ritrovare tutta.
Partiamo abbastanza bene contenendo un po' le energie, poi sgruviamo leggermente. Samuel nota che un buttafuori sta maltrattando un ragazzo, senza che ce ne sia motivo e cerca di catturare l'attenzione dei nostri fuori dal palco senza riuscirci.
Perdiamo un po' di carica. Usciamo dal palco, facciamo un piccolo summit e
allontaniamo la "sicurezza" da sotto il palco sostituendola con alcuni dei
nostri. Samuel dietro le quinte dichiara anche, "mi sono rotto il cazzo di
ritrovarmi sotto il palco quasi tutte le sere avanzi di palestra vestiti come
squadroni della morte, da domani li vorrei trovare abbigliati in giallo
canarino".
E' in effetti vero che la maggiorparte delle cooperative che
gestiscono servizi di sicurezza hanno tra il personale elementi piuttosto
inquietanti e poco inclini a capire che alcune manifestazioni scomposte in un
concerto che non sia di musica leggera ci stanno tutte e vanno tollerate. Ci è
già anche capitato in questo tour di far cambiare alcune t-shirt con tricolori
su sfondo nero e iconografie un po' inquietanti. Avevamo ponderato l'ipotesi di
portare con noi anche un gruppo autonomo di security , ma i costi sarebbero
aumentati. Quindi facciamo in modo da limitare i danni con quello che troviamo
sul posto, evangelizzando il più possibile alla tolleranza e alle buone maniere.
Generalmente non ci son grossi problemi.
Risaliamo un po' tesi e scontenti dell'andamento. Allora facciamo scattare
quei meccanismi di intesa fatti di sguardi, piccole gag impercettibili, risate
che ricreano subito la coesione sul palco e già con "vita d'altri" si ritorna ad
una buona amalgama.
Da lì il concerto riprende quota, lo si vede dalle
reazioni della gente e si ritorna ad uno di quei live dei Subsonica dove si
sputa sangue.
E così deve essere.
Fine concerto tra l'abbraccio dei ragazzi, si opta per il letto subito.
Ma non tutti. Ninja avrà il coraggio di raggiungere un locale in località Circeo, impadronirsi della consolle e suonare vinili per un paio d'ore entusiasmando a tal punto i gestori del locale che pronunceranno l'insolita frase "puoi alzare un po' il volume?". Praticamente un 'atmosfera garbatamente pariolina verrà trasformata in un rave infuocato.
Il giorno successivo (sveglia alle 10) il ninja assomiglerà ad un morfing tra Nosferatu, Carmelo Bene e Dario Argento. Riporterà super entusiasta le sue cronache punteggiandole con uno sporadico "ocio che forse devo vomitare"
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