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SUBSONICA 23/07/05

Concerto a FERRA D'ALPAGO (BL) - 1900 persone

Concerto a FERRA D'ALPAGO (BL) - 1900 persone

Ninja

L'appuntamento giù nella hall dell'albergo è sempre all'ultimo minuto utile prima che una cameriera solerte inizi a bussare istericamente alla porta per rifare la camera o che si corra il rischio di mangiare come tutti gli altri giorni del tour all'autogrill perché la cucina del ristorante è già chiusa. La mattina è l'unico momento di privacy: utile per recuperare qualche nanosecondo di sonno che manca sempre o per espletare la quotidiana sequenza - accendi il portatile - infilalo in un qualunque buco che assomigli a una presa del telefono - prova a connetterti a internet - scarica la posta – aggiorna il diario di bordo e guarda gli ultimi messaggi in bacheca. Sono finiti i tempi in cui giravo con un set di micro cacciaviti per smontare gli apparecchi telefonici e collegarmi alle terminazioni del rosso e bianco, oggi l'attacco per il pc lo trovi sopra il tavolino.

Sotto veniamo accolti direttamente dal responsabile dell'hotel che si prodiga in un salamelecco di scuse. In effetti al nostro arrivo in piena notte sembrava che le camere non fossero disponibili. Qualcuno ha dormito in camper.

Ivan mostra il suo classico sorriso tronfio: ha deciso di coccolare i suoi "bimbi" e portarli a mangiare in uno dei migliori ristoranti di pesce di Verona. Preoccupato dal grado di euforia in crescita esponenziale durante il pranzo, chiedo di leggere l'etichetta delle bottiglie di vino che stiamo bevendo. Segnano 15 gradi. Tutto chiaro.

Inizia il nostro trasferimento verso Belluno. C'è una proiezione da terminare, “L'ultimo dei boyscout”. Boosta ritiene che se la cineteca mondiale che conserva le pellicole originali dovesse andare distrutta, questa sarebbe una di quelle da salvare a qualunque costo. In effetti il livello dei dialoghi è parecchio alto.

Le partite a FIFA in camper per fortuna non degenerano più come qualche anno fa in cui per una sconfitta si rischiava di compromettere il concerto o non parlarsi per giornate intere. Però sono sempre frizzanti.

"Ninja il tuo portatile ha una volgarissima presa seriale?" - mi chiede Cipo
"Sì non è come uno di quei computer per fighetti che non ha più nemmeno il floppy disc"
"Me lo presti?"
Cipo estrae un oggetto che mi proietta indietro di una ventina di anni: un radiocomando per un modellino di elicottero. Ai miei tempi per imparare a pilotare si andava in un prato, si faceva decollare il velivolo in questione (aereo o elicottero), lo si distruggeva in 35 secondi e si passava una settimana ad aggiustarlo per poi vivere la stessa rapida sequenza per decine di volte. Oggi si collega il radiocomando al pc, si apre il simulatore e si svolazza in un cielo e prato virtuali per ore intere. Poi si va in un prato reale con la faccia di quelli che la sanno lunga, si fa decollare il velivolo e lo si distrugge in 35 secondi e si passa la settimana seguente a ripararlo. Insomma è solo un po' più lungo.

Arriviamo al lago. Ceniamo in una stanzetta del ristorante vicino al palco. Qualcuno accende un tg nazionale per un aggiornamento sui tragici fatti recenti. Quando sei abituato a raccogliere le notizie del giorno sui canali di news (notturni) specializzati e competenti come ad esempio rai news 24 o altri stranieri, trovi insostenibile il tono dei commentatori tg dell’ora di cena; il loro voler insistere in chiave voyeoristica sullo strazio privato di vittime eparenti, la vergognosa e grossolana chiave di lettura con la quale vengono sintetizzati gli eventi.

Il concerto è uno di quelli che funzionano. C'è il giusto equilibrio fra la foga più adrenalinica e la fluidità rilassata dell'esecuzione. Il pubblico pare apprezzare particolarmente. Samuel dopo i primi pezzi si lancia in un'affermazione che si rivelerà fatale: "... e anche oggi la pioggia l'abbiamo mandata via". Infatti nel giro di pochi secondi sul finale di Tutti i miei sbagli succede il finimondo, meteorologicamente parlando. Dalla mia postazione dietro la batteria non riesco a guardare dritto tanta è la pioggia che mi picchia in faccia per il forte vento frontale. Palco e strumenti allagati e non c'è proprio più niente da fare. Troppo pericoloso.

Dopo il concerto optiamo per un piccolo locale a Belluno. Il Mister Brown. Io e Samuel abbiamo le valigie dei dischi al seguito. Ho una personale teoria sui questa singolare proliferazione di dj in famiglia. Tendenzialmente amiamo la vita notturna e il nait clabbing. Forse sarebbe più appropriato l'uso del tempo verbale al passato date le mie recenti novità familiari. Comunque quando siamo in gruppo non ci tiriamo indietro se c'è da alzare il dito indice a tempo in pista. Quello della mano libera dal drink. E non c'è cosa peggiore che finire in un posto con il freno a mano dell'antigroove tirato: una selezione house-latina adatta per una sessione di aqua-gym di un villaggio vacanze. Più o meno la situazione in cui ci siamo trovati all'ingresso del club sopra indicato. Fra l'altro il posto è molto bello e i ragazzi del locale sono eccezionalmente ospitali: partecipiamo subito entusiasticamente ad un giro di consumazioni e subito occupiamo la cabina vinili alla mano: inizia Samuel, lo seguo a ruota e finisce con un disco a testa. Boosta che ha lasciato le sue valigie a casa proprio non riesce a trattenersi e sale in consolle tipo trainer e dall'alto della sua esperienza mi porge qualche padellone particolarmente adatto alla pista.

Stasera non si può esagerare con l'orario: il letto dista un centinaio di chilometri.

Partiamo per Mestre nottetempo e per strada radiamo al suolo il bancone panini di un autogrill affamati come cavallette. 


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