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SUBSONICA 01/05/05

tutti liberi fino ..

tutti liberi fino alle 17, guardiamo le esibizioni dei primi gruppi dalla tv dell’albergo quindi partiamo. Il back–stage del primo Maggio è caratterizzato da un banchetto di salumi porchetta, fave e pecorino. Alcuni di noi si danno da fare immediatamente, altri vengono frullati di interviste. Cerchiamo di non esagerare, un po’ perché siamo i soliti timidoni, un po’ perché preferiamo non vederci spalmati ovunque.

Il leit motiv di quasi tutte le interviste riguarda il senso o lo smarrimento di esso, in una manifestazione di queste dimensioni. Quando i Modena intonano la loro versione di “bella ciao”, e la piazza esplode, ci sembra che tutto trovi immediatamente una collocazione. Purtroppo, e queste sono le contraddizioni, ai Modena non verrà concessa la diretta televisiva. Anche Cristina Dal canto nostro optiamo, il più possibile per una scelta di brani di sintonia. Essendo appena uscito l’album con un brano in rotazione feroce, includiamo anche “abitudine”, ma per il resto “corpo a corpo” “liberi tutti”, l’energia di “colpo di pistola” ci sembrano adatte allo spirito della piazza. Sapere che lì sotto ci sono anche ragazzi che hanno viaggiato per centinaia di chilometri e che magari si rifaranno la notte in treno, basta e avanza per attribuire un valore straordinario alla giornata.

Il nostro camerino è situato proprio di fianco a quello del gruppo combact-folk emiliano con il quale scherzeremo per quasi tutto il pomeriggio. Inevitabile l’incontro con Valerio Soave (nostro ex manager-discografico ed ex- un sacco di troppe altre cose), appena protagonista di una denuncia penale nei nostri confronti. Un’azione, questa, priva di funzionalità (oltre che di consistenza), puramente vendicativa, che tuttavia non ci sorprende più di tanto. Abbiamo avuto modo in passato di assaggiare questi aspetti del carattere di Valerio. Per ora ci limitiamo ad ignorarci. Con gli artisti dell’etichetta rimane inalterato il rapporto fraterno che nulla potrà mai intaccare. Con alcune delle persone scambieremo e riceveremo sorrisi sotto banco. L’amarezza è probabilmente la sensazione che tutti i coinvolti, anche nascondendolo, condividono. La condividiamo. Salutiamo anche una Cristina Donà in splendida forma e raccogliamo contraccambiamo i saluti con i Negramaro in procinto di salire sul palco. Max si sofferma a parlare con alcuni di loro di amicizie comuni in Salento e a scambiare un po’ di forza Lecce. Non chiedete perché ma si professa per metà tifoso giallorosso (a strisce verticali)

Facciamo gli scatti con Francesco De Gregori, cercando di alzarci sulle punte dei piedi per non apparire come una tribù di pigmei. Il cantautore romano è sorprendentemente alto, ma alto alto. E anche piuttosto simpatico. Ci diciamo che potremmo tentare una qualche deviata forma di collaborazione, un po’ perché è sempre bello dirsi certe cose, un po’ perché potrebbe anche succedere per davvero. Alla fine si è fatta quasi ora e ci prepariamo per quella che di certo non sarà una passeggiata. A freddo, senza un vero concerto alle spalle, sotto l’occhio delle telecamere e di fronte ad almeno mezzo milione di persone, non ci sentiamo propriamente nelle condizioni ideali.

Una botta di emozione ci accompagna quando il palco finito il suo giro completo si blocca rivelando la piazza gremita fino all’ultima testolina lontana. Decidiamo di partire con un brano di assestamento. Uno spezzone di “chest the devil”, reggae firmato Max Romeo e Lee Perry., servirà a controllare i collegamenti e il bilanciamento dei suoni. Purtroppo non abbastanza. I canali della voce non risulteranno equilibrati come durante il check del giorno precedente e Samuel farà molta fatica a mantenere l’intonazione. Ci rendiamo subito conto che suoneremo attenti a tenere il groove e a non sbagliare, ma la consueta scarica di energia di palco dovrà attendere la prima data di vero concerto. Peccato.

Ci rifacciamo con una festa, (praticamente un rituale del dopo il concerto in piazza san Giovanni,) nella quale incontriamo vecchie conoscenze musicali e a colpi di “com’è?” e“ce n’è” conosciamo anche molti degli artisti esibitisi durante la giornata. Il Ninja si impossessa (a sua volta impossessato dal demone del cocaerhum) dello stereo, cambiando il volto alle selezioni e ondeggiando ci divertiremo svaccando come nella migliore delle tradizioni. Manuel e i Marlene (che non direste mai, ma messi a loro agio diventano dei gioviali cazzari), si dimostrano una volta di più degni compagni di baldoria. Ritorno in hotel modello ritirata di Russia. Con dispersi.


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