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SUBSONICA 08/01/03

I concerti di capoda ..

I concerti di capodanno
Due, anzi due e mezzo. Una settimana di prove in sala, considerando anche alcune variazioni sui pezzi e l'inserimento del quasi inedito "Modulation" (presente sulla compilation scaricabile in rete loser#3), ci ha ricordato che suonare su un palco è sempre tutta un'altra storia. A meno che tu non sia un gruppo di fusion con gli strumenti saldamente posizionati sotto il pomo di adamo in posizione super tecnica, o un gruppo di liscio seduto con gli spartiti di fronte oppure una qualche band esistenzialista che suona rimirando la punta delle proprie scarpe. Insomma se sei abituato ad agitarti un attimo più del dovuto sul palco, la sala prove ti serve fino ad un certo punto. Di qui l'idea di allestire un concerto post-natalizio come regalo per gli amici in un locale molto in zona murazzi. Giancarlo bis. Ad orario aperitivo. Così, dall'oggi al domani, seguendo un breve e circoscritto passaparola, come dono per gli amici, per molti di quelli che ci hanno sostenuti fin dal principio - principio. In una Torino sotto i fiocchi di neve e in un clima da rave piuttosto intimo. Ed è stato un bene, in primo luogo caricarci dell'affetto di persone sempre vicine, e poi per mettere subito in piazza alcune svanverate successivamente risparmiate agli spettatori paganti dei concerti successivi. 
Pordenone: partenza il giorno precedente per poter provare un allestimento con un buon margine di coordinamento tra luci, scaletta, messa a punto dei suoni. Insomma non sta partendo un tour vero e proprio, non ci sono particolari scenografie, ma le cose vanno curate anche a costo di spendere qualcosa in aggiunta per affittare il palazzetto un giorno in più. I ricordi legati alle primissime esibizioni di ogni tournee sono sempre piuttosto inquietanti e l'impegno perché il tutto fili al meglio possibile è grande.
Modulation - Come se - Albascura - Colpo di pistola - Onde quadre, in sequenza una dietro l'altra, rendono bene l'umore piuttosto acceso che ci portiamo appresso. Vengono esclusi brani che al momento non abbiamo molta voglia di suonare, inclusi alcuni singoli storici, si procede con Nuova ossessione - Depre (con uno special finale tratto da "Out of space" brano space-reggae presente in un disco di Lee Scratch Perry, campionata successivamente dai Prodigy) - Dentro i miei vuoti - Nuvole Rapide - Liberi Tutti - Preso Blu (in una versione più asciutta del solito) - Il cielo su Torino - Aurora Sogna - l'Errore - Perfezione - Sole silenzioso - Cose che non ho - Radioestensioni. Un concerto un po' più breve del solito (diciotto i pezzi, due i brani in meno della precedente scaletta) per evitare di restare completamente senza energie, dati i sei mesi di mancanza dal palco e la doppia data consecutiva.
Siamo soddisfatti della compattezza di suono addirittura superiore a diverse date del tour precedente, anche se la necessità di concentrazione poteva far rimpiangere qualcosa dal punto di vista del coinvolgimento fisico. Non manca qualche variazione impazzita, qualche scampolo di testo in libertà ma nulla di tragico. Il pubblico è attento e molto presente. Al termine del concerto in una tenso-struttura nel centro di Pordenone incontriamo amici, ragazzi del pubblico e frequentatori del sito, che ci garantiscono una gran bella impressione. Gente che di date ne ha viste tante e che non risparmierebbe certo critiche. Nella festa come sempre scappa qualche bicchiere di troppo da rimpiangere il mattino successivo.
Si pranza nel centro antico di Pordenone, in un vecchio ristorante e si parte per Modena sotto un cielo che non promette nulla di buono. E continua a piovere fino in Emilia. Fa buio presto. Arriviamo nella piazza del concerto ancora sotto le gocce e ci prepariamo al sound-check. Davanti alle transenne c'è già un po' di gente. Alcuni sono Modenesi di passaggio di età variabile, incuriositi dal palco e dalla musica. Altri invece, già bagnati, sono irriducibili che qui vogliamo ringraziare, giunti da ogni parte d'Italia, sud compreso. Il sound-check è allegro anche per questo. In un angolo della piazza è già partito lo spettacolo pirotecnico di alcuni ragazzi che accendono raudi e li scalciano temerariamente al volo. Giusto per non dimenticarci che quello di stasera sarà il concerto di Capodanno. Damir Ivic, giornalista del Mucchio e Mezcal, opinionista del sito vengono a salutarci in quanto locali e oramai amici.
Si cena in tavolate enormi, tra musicisti tecnici fidanzate parenti, oramai anche qualche neonato di tecnico che in giro con noi ha conosciuto anche l'anima gemella. Sembriamo uno di quei meravigliosi complessi africani che sciamano per il mondo dei palchi e dei backstage in variopinta schiera abbracciando più di quattro decenni di vita. Non c'è tempo per passare da un albergo per cambiarsi e quindi tra furgone, tenda camerino e cessi chimici a bordo palco ci prepariamo mentre sul palco iniziano a suonare i Mambassa.
La piazza nonostante la pioggia è molto affollata. L'accoglienza è ottima anche per i braidesi.
Ad un certo punto Max con aria furbetta sale a bordo palco gesticolando in modo complice con Talu in veste di fonico di palco e mandando nei monitor del gruppo di supporto una registrazione scherzo effettuata ai murazzi tre sere prima. Si tratta della voce di Peppo Parolini, storico personaggio della devianza torinese degli anni sessanta, una sorta di beatnick inossidabile che a ragione o torto viene considerato un virtuale presidente della ancor più virtuale repubblica dei murazzi. Insomma uno che quando è in vena ne ha per tutti. E giù quindi insulti preregistrati ai Mambassa che rimangono impietriti, sotto il gracchiare della voce dell'arzillo settantenne che gliene tira giù di tutti i colori. Solo che Max e Talu per non sbagliarsi hanno alzato troppo il volume, tanto che alla fine i vari "fate schiiiifo tanto puzzate di staaallllla campagnini che non siete altrooo da stasera a modena non si respiiiiiira piùùùù!" rientreranno nei microfoni e verranno ascoltati anche dal pubblico. Dietro il palco noialtri si ride a crepapelle, sotto il palco partono anche degli applausi. Morale i Mambassa ripartono e chiudono molto graditi dal pubblico che alterna l'apertura degli ombrelli e l'innalzamento dei cappucci a seconda dall'intermittenza della pioggia.
Tocca a noi, le dita sono ghiacciate, ma l'atmosfera è accogliente e quindi si parte. Ci scaldiamo man mano che il concerto sale. A mezzanotte, dopo "dentro i miei vuoti", il presentatore Steve Giant, personaggio conosciuto nel circuito reggae della laguna veneta, strillando come un matto e allungando vocali come un telecronista brasiliano, introdurrà il sindaco di Modena per il count-down di rito. Non è nostra abitudine affiancarci sul palco a figure istituzionali, ma il timido Samuel è talmente sollevato dal non doversi occupare in prima persona del dieci-nove-otto.... che va bene così. La piazza si trasforma in un una trincea del 15-18. Noi dietro il palco siamo impegnati a preparare bottiglie e bottiglioni e nel turbinio della mezzanotte ci abbracciamo augurandoci senza nemmeno bisogno di dircelo quanto di meglio per tutto ciò che dovremo ancora vivere insieme. Un disco, molte cose da sistemare, molte da combattere per evitare che il cosiddetto "attuale gruppo di successo" diventi il prossimo effimero gadget dell'usa e getta, secondo percorso che fino ad oggi non ha praticamente risparmiato nessuno. Molto da compattare, e da brindare. E da brindare ancora, tanto che alla fine saliamo sul palco barcollando. Alcuni di noi a stomaco vuoto, con un bicchiere di vodka antigelo in corpo più imprecisate golate e bicchierate di spumante champagne o quello che era, alla fine barcollerà anche l'intro di "Nuvole Rapide", con Samuel che sbaglierà clamorosamente i giri dell'ingresso e tutti gli altri che ridendo cercheranno di metterci una pezza. L'effetto durerà per due o tre pezzi, dopodiché partirà un bel finale in crescendo al quale verrà aggiunto per l'occasione anche "Tutti i miei sbagli". D'accordo che non vogliamo diventare un gruppo juke-box e che decideremo da ora in poi le scalette in base alle caratteristiche delle nostre fasi artistiche e umorali. Però è capodanno e ci sta tutta. 
Da segnalare il singolare lancio dal pubblico sul placo di un branzino e un'orata freschi prontamente raccolti dagli attoniti backliner Tony e Raffa. Finisce bene, la gente è rimasta tutta a sfidare il maltempo e si è molto divertita. Una dedica ad Emergency alla quale verrà destinata parte dai proventi del concerto e un ringraziamento al comune di Modena per l'invito e si parte per una doccia prima del prosieguo della festa.
Festa che continua in un enorme complesso di capannoni in località Ponte-alto. Tre sale per differenti generi, una delle quali gestita dalle selezioni di Boosta e Samuel. Tanto imponente la struttura, quanto invece difficoltoso per la gente l'ingresso, inspiegabilmente imbottigliato in un corridoio stretto posto per giunta di fronte al guardaroba. Ce ne accorgiamo tardi visto che siamo entrati dal retro. E che dopo un po' fra stanchezza e brindisi in realtà non ci accorgiamo più di nulla. Qualche buontempone con un pennarello disegnerà sulla porta del frigo dei superalcolici della zona backstage, con la sbarra obliqua stile divieto, un eloquente "Ninja non farlo!"


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