Stanotte dormiamo a casa, per molti odore di chiuso, lenzuola come le abbiamo lasciate un tot di tempo fa, però una bella sensazione. Alcuni di noi ripartiranno subito per una sfilza di settimane tra concerti, serate e mixaggi. Comunque prima di tutto ciò ci aspetta la data di Borgaro Torinese, si suona in casa. La tarda mattinata e le prime ore del pomeriggio vengono impiegate in operazione di cambio bagagli, e faccende pratiche. Poi appuntamento in piazza, dove con la coda dell'occhio scorgiamo anche qualche faccia nota che sta accompagnando il tour da qualche giorno su e giù per la penisola. Arriviamo in loco sotto nuvoloni minacciosi. Max rassicura tutti sostenendo che con il solito rituale sciamanico non ci sarà nulla da temere.
Qualche giorno fa abbiamo ricevuto in regalo un ritratto di Samuel davvero bizzarro. Una tempera bella spessa che ritrae il nostro con i suoi bravi tre microfoni in mano su sfondo blu acceso con un motivo a fiammelle ad incorniciare il tutto. Sembra un'effigie mediorientale al punto che chiediamo a Rachid di completarla con caratteri arabi scrivendo cose del tipo "alì samuelah romanah e i martiri della groova", amò di locandina. Fantastico, rimarrà appeso alla porta del camerino a troneggiare durante gli andirivieni zoppicanti di Samuel che a Milano ha lasciato un ginocchio in maniera quasi definitiva.
Durante il sound-check Cipo è attorniato da un gruppo di apprendisti fonici stagisti o chissà che altro. Ovviamente metterlo in imbarazzo di fronte a tutti sarà la nostra missione durante il sound-check. A partire dal Boosta che modulerà con voce da Rockets un "Ciiiiipo seeeeo uuuun coooooogliooooone!!" al microfono del vocoder. Con l'impianto sparato al massimo! Il tutto mentre il nostro fonico si dà da fare per mantenere un certo tono tecnico professionale e i ragazzi con altrettanto sforzo cercano di non ridergli in faccia.
Anyway, finiamo il check, il giro di saluti agli amici intervenuti per il check, le rassicurazioni telefoniche per gli innumerevoli accrediti e quelle per la sistemazione di genitori e parenti. Un centinaio di persone più o meno, sulla pedana di Cipo. Anche questa sera non potremo iniziare puntuali poiché per via di un duplice controllo biglietto-abbonamento, la fila all'ingresso sarà smaltita con il contagocce. Incominciare a suonare vuole dire provocare ressa e spintonamenti che tutti vogliamo evitare. Purtroppo i più puntuali saranno costretti ad una lunga attesa.
Sale sul palco Paolo Chiovino di Azione Aiuto, molto applaudito, anche perché da distante viene scambiato per Samuel (stessa acconciatura di capelli). Ma bisognerà attendere ancora per poter iniziare. C'è anche Emergency che ci consegna alcuni fascicoli, anche se questa sera complice la stanchezza ci dimenticheremo di segnalarne la presenza. Prima di salire sul palco completiamo il solito bizzarro protocollo che prevede streching, red-bull e un brindisi di rhum tra le urla di incitamento del boosta con accartocciamento finale del bicchiere di plastica. Il caro Mirco è un po' in apprensione, ci tiene che sia un gran concerto ma contemporaneamente ci percepisce piuttosto malconci. E' di sicuro il concerto più massacrante che abbiamo mai portato in giro. Con l'aggiunta degli ultimi brani supera le due ore e sono due ora molto sudate da tutti, nessuno escluso. In più rispetto al passato c'è una maggiore esigenza di qualità di suono e di esecuzione che non è sempre controllabile mentre canti saltando come un forsennato o suoni aggrappato alla molla di una tastiera. Il nuovo impianto suona da paura ma fa sentire nitidamente anche ogni sbavatura. Ed è una bella responsabilità
Inizia il concerto, un bel concerto. Ci disorienta un po' la risposta, affettuosa e sinceramente calorosa del pubblico torinese, che però se paragonata al grado di scalmanamento forsennato delle ultime città in cui abbiamo suonato appare più debole. Di certo l'area del parco disperde molto il vociare del pubblico, laddove abbiamo quasi sempre suonato in presenza di pareti o comunque in luoghi più circoscritti e riverberanti. Però in effetti l'aplomb subalpina che cela una grande attenzione non sempre viene esternata con grossi clamori. Siamo fatti così anche noi del resto. Ma è bello ritornare a Torino, percorrerne le vie di notte per finire ancora da qualche parte a bere qualcosa e a fare scendere l'adrenalina. La emozioni di un concerto in casa valgono sempre doppio.
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