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SUBSONICA 21/03/03

Concerto a Brescia - ..

Concerto a Brescia - 3000 persone

E' iniziata la guerra, ieri. Non certo improvvisamente e nemmeno inaspettatamente. E' un misto di angoscia e di impotenza, già provata in passato. 

"Il disappunto e l'angoscia per la guerra incominciata oggi ci spingono ad interrompere le attività promozionali e le interviste che non siano strettamente legate a canali di contrapposizione all'assurdo conflitto in corso. Restano per ora confermate le date del tour, che fin dal principio ha appoggiato e sostenuto (in alcuni appuntamenti anche economicamente) le ragioni del pacifismo. Ci scusiamo per eventuali disagi di palinsesto legati a questa nostra decisione. Subsonica." 

Questo è il comunicato richiesto dall'ufficio stampa della Mescal allo scopo di informare le emittenti che oggi ci aspettavano per gli incontri inerenti al disco dal vivo e al tour in corso. E' una decisione di pelle, che non vuole minimamente porsi in contrapposizione ad artisti che scelgono di agire differentemente. 

Decidiamo di utilizzare lo spazio del concerto come un'estensione della piazza contrapponendo il senso dell'incontro e dell'evento al nuovo bombardamento mediatico che tende alla legittimazione dell'intervento militare ma soprattutto tende a ridimensionare l'entità "spaventevole" della protesta pacifista. Acquista ancora più significato la presenza costante di realtà come Emergency, Amnesty international e delle realtà legate al territorio, al luogo del concerto.

In tv mai come oggi appaiono in heavy rotation opinionisti filo-governativi che si scompongono parecchio, politici costretti ad imparare a memoria nomi di villaggi curdi distrutti negli anni passati (vicende che fino ad oggi hanno avuto l'attenzione solo degli attuali pacifisti). Scandiscono le semplificazioni di sempre e immancabile è il riferimento alla formuletta del nazismo. Ma il tutto trasmesso massicciamente e sottolineato istericamente. Il nemico non è la devastazione della guerra, non è nemmeno il militare iracheno, o il regime anti-democratico di turno, il nemico giurato è colui che sfila in piazza.
Bisogna spiegare, anzi intimare che è molto più maturo stare davanti alla tv a guardare le lucine che fioccano nella notte irakena, lasciando ad altri ben più maturi e ponderati commentatori il compito di illuminare noialtri poveri stupidi pacifisti pecoroni idealisti filo-irachenisterminatoridimassa. Come ad esempio al giornalista di Forza Italia che sottolinea che l'America deve imporre (testuale) "la democrazia a calci nel culo, come già fece con noi (noi noi, o agli antenati dei suoi attuali compagni di governo vien legittimamente da chiedersi?) e con i tedeschi e i giapponesi". Che poi proprio a danno dei civili giapponesi si attuasse il più drammatico utilizzo di armi di distruzione di massa che la storia ricordi, ha ben poca importanza. 

In realtà nemico giurato è colui che al prossimo giro elettorale si ricorderà di tutto questo e di come contemporaneamente la realtà e la realtà dei mezzi di informazione siano mondi scissi. Eh, sì perché è stato un errore di valutazione sopravvalutare il potere ipnotico della propaganda, è stato un errore confidare nella mansuetudine cerebrale dell'italiano catodico medio. La situazione sfugge di mano, le piazze si riempiono anche a New York (città notoriamente filo-terrorista) e il radicale col cartellino al collo che strilla come un ossesso nel salotto televisivo e l'editorialista, il parlamentare non sanno in realtà più a che santo guerrafondaio appellarsi.
E' ovvio che impressioni come queste che con le cronache del nostro diario c'entrano e non c'entrano sono dettate dalla ripugnanza emotiva con la quale si assiste a certi fenomeni.

Quindi torniamo al diario. Con un umore non dei più lievi imbocchiamo l'autostrada sulla quale rimarremo ben presto bloccati per due ore intere, causa incidente.

Questo contrattempo farà saltare il sound-check e in un palasport con tutti i problemi acustici non è il massimo della vita. Prima di partire abbiamo sentito alcuni ragazzi di radio onda d'urto legati al Brescia Social Forum che sono stati invitati a segnalare dal palco le iniziative contro la guerra dei prossimi giorni in città.

E il concerto inizia subito dopo i loro appelli. Saliamo un po' "senza rete" e come ripetiamo non certamente con il migliore degli umori. I primi pezzi sono un po' di studio sul suono e sull'ambientamento. Ma poco dopo il concerto decolla trascinato dal pubblico stesso. Partecipe, chiassoso e presente. Fa caldo sopra e sotto il palco. Si spendono due parole in più del solito, sulla guerra, data la circostanza. Il crescendo è esponenziale fino al termine delle due ore.

Come già annunciato ci presentiamo nel locale dell'after-show, per incontrare il popolo del concerto, dove dovremo attendere la fine dell'esibizione di un gruppo di cover. Samuel non se la sente tanto questa sera e Vicio ha un impegno importante su Torino per la mattinata. Restano Boosta, anche in qualità di dj in consolle Max e Ninja. Alcuni lamenteranno le caratteristiche del tipo di locale scelto per la serata. In realtà non c'è mai grossa possibilità di scelta tra locale capiente e gestore che accetti di buon grado l'ingresso gratuito presentando il biglietto del concerto. Al Fandango ricordavamo di aver suonato in precedenza e i gestori si sono mostrati ineccepibili.


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