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SUBSONICA 17/03/02

Poche ore di sonno p ..

Poche ore di sonno per tutti, ci aspettano giusto un paio di migliaia di chilometri. Chi in furgone verso Torino: Ivan, Vicio, Ninja e Gianni, (fonico di Casasonica che per l'occasione ha smazzato magliette e cappellini al merchandise) chi in aereo verso Milano e un giorno di promozione. Dall'autoradio del taxi che ci porta verso l'aeroporto di Brindisi provengono le inconfondibili voci del Sud Sound System. Nello specifico Don Rico e soci sono impegnati in un accorato inno calcistico per la squadra del Lecce. E' incredibile quanto la cultura del sound system di derivazione Jamaicana sia riuscita a coniugarsi  alle tradizioni locali penetrando ben oltre i semplici gusti musicali. C'è sicuramente un terreno comune nella concezione della musica salentina legata ai culti della "taranta". Una concezione rituale ed antica che nasce dall'utilizzo della cadenza sonora al fine di indurre una sorta di stato di trance di beneficio psichico, di atto liberatorio. Non molto distante dalla concezione reggae-dub per la quale la pressione dei bassi e il rallentamento del ritmo su frequenze cardiache inducono alla suggestione mistica. Musica, fisicità del suono e attitudini dopaminiche non sono gli unici punti di contatto tra la penisola salentina e l'isola caraibica. Basta perdersi d'estate in una qualsiasi dance-hall sulle scogliere o tra gli ulivi della zona tra Torre dell'Orso ed Otranto per avvertire molte similitudini negli odori nel rapporto tra mare boschi e sonorità digitali......o.k. torniamo a noi. 
Samuel, Boosta e Max scendono a Linate prendono un taxi e raggiungono l'albergo. L'appuntamento è per l'indomani a mezzogiorno nella hall con Manu della Mescal. Rimane un pomeriggio che Boosta decide di passare in fase r.e.m. e che poi tanto lui ci ha il suo bel gancio per una cena galante. Samuel e Max in barba alla stanchezza decidono per un cinema pomeridiano, però cannano completamente l'orario e si ritrovano, mani in tasca per strada, a Milano di domenica pomeriggio senza un vero perché. I due optano per una passeggiata dapprima breve ma che si prolunga in chiacchiere e in kilometri. Due ore dopo i due tra san Babila piazza Duomo, castello Sforzesco e relativo parco si sono girati mezza città ed è ora di aperitivo. Arrivano all'Atm-chiusodidomenica- ma senza perdersi d'animo proseguono ispirati da un vago istinto. Ecco finalmente apparire un'insegna luminosa che indica distintamente vitagentemusicaaperitivofelicità. Mojito, così per allontanare stanchezze e spleen domenicale e una valanga di assaggi freddi e caldi. In una mensola dell'affollatissimo locale, del cui nome i due perderanno ben presto memoria si legge una segnalazione per la sera stessa che indica la presenza in città di Claudio Coccoluto d.j. Scatta la telefonata e gli inviti per cena, già, perché all'Atlantique pare che la "Milano sul cubo" ci balli e ci ceni contemporaneamente. Scatta anche la telefonata a Paola ed Ivana amiche festaiole di vecchia data e si compone un pericolosissimo quartetto. Pericolosissimo per l'incolumità degli stessi componenti. Nell'empatia del momento e del mojito, essendo nel frattempo i due stati riconosciuti, si allarga la sfera sociale che include ora anche tre studentesse pugliesi con biglietto di prevendita alla mano. Attesi in due Samuel e Max arrivano alla serata in sette già conciati bene per le feste. Fortunatamente Coccoluto in termini di ospitalità si riconferma un vero signore. Quindi tra vocalist, abbigliamenti glamour, sofisticati trans, cubi e cubismi prendiamo posto a tavola nell'affollato privèe con l'amico d.j. Il resto è discesa senza freni a rotta di collo e sottile mal di testa per tutto il giorno successivo. Niente male per una sortita pomeridiana senza pretese.       


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