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SUBSONICA 14/03/02

Concerto al Palapart ..

Concerto al Palapartenope - Napoli. 3920 persone.

"System of a down" e pogo selvaggio tra i sedili del furgone mentre ci buttiamo nel free-stylee totale del traffico sulla tangenziale di Napoli. Ivan si aggrappa al clacson con una mano e tiene il gomito fuori dal finestrino in perfetta postura da stragista del volante. Passiamo col rosso e rallentiamo col verde rispettando in pieno le usanze locali. Raggiungiamo l'albergo giusto il tempo di posare i bagagli e goderci l'ottimo caffè che a Napoli è tutt'altro che un luogo comune. Ci aspetta per le 18 e 30 un appuntamento alla Feltrinelli dove incontreremo un centinaio di ragazzi per firme, foto e varie. Lungo le strade del centro ci facciamo attraversare della palpabile energia della città. Rimaniamo nel negozio per più di un'ora e terminato l'incontro decidiamo di beneficiare dello sconto per fare incetta di libri e dischi. Samuel compera New Order, Telepop music, Groove Armada Boosta fa il pieno di Mercury rev, Kraftwerk, Nine inch nails più una raccolta dei Pet shop boys (contento lui). Charlatans, Black Sabbath, un vhs live di Jimi Hendrix per altri. Max trova una collezione di Serge Gainsbourg e un vecchio  David Sylvian. Segnaliamo invece un Ninja che completa la sua discografia di Elio e le storie tese con un album di inediti e Made in Japan.

Per la cena abbiamo gancio con i 99 posse in una trattoria nei vicoli dei quartieri spagnoli. Abbracciamo con piacere Marco, Mega, Massimo e altri amici. Manca Zulu che  ormai vive a Milano. Siamo raggiunti anche da Valeria Dini, la fanciulla che, all'epoca ragazza di Max, ha svolto un ruolo determinante nella formulazione del nome Subsonica. Ora fa l'attrice, si è trasferita a Napoli e recita nella serie "la squadra" (rai3) vestita da poliziotta. Così giusto per un po' di cronaca.

Per l'indomani ci aspetta un convegno in qualità di relatori (però!) alla facoltà di giurisprudenza. L'iniziativa si chiama Musicman - machine mentre l'incontro prende il nome di "microchip emozionale". Si parlerà del rapporto tra uomo musica e tecnologia. Tra i relatori il docente di antropologia Massimo Cannevacci ("La Sapienza" di Roma) e Gianfranco Pecchinedda, docente di sociologia della Comunicazione (Università degli studi di Salerno). Poi Samuel Max e Boosta (eh eh eh ) e i Polina. Massimo Cannevacci è un bel matto, di quelli che a scuola fanno ascoltare Pan Sonic e Aphex Twin agli studenti. Insomma quei prof. che riescono a cambiarti radicalmente la visione delle cose se hai la fortuna di incontrarli nel tuo percorso di studi. Vengono dette un tot di cose interessanti all'interno dell'aula stipatissima, cose che i ragazzi mostrano di seguire con molta attenzione. Facciamo il nostro ingresso a conferenza già iniziata (figuradimerda) e tra gli applausi prendiamo posto dietro la lunga scrivania in mezzo a moderatori ed accademici. Samuel durante l'intervento di Lello Savonardo (autore del saggio "i suoni e le parole") senza nascondere un velo di preoccupazione si avvicina all'orecchio di Max proferendo la seguente: "ma..per esempio, tu hai qualcosa da raccontare a questa gente?". "Facciamo così tu introduci con un blah blah su Microchip emozionale, ringrazi qua e là e poi vediamo di inventarci qualcosa" sarà la poco rassicurante risposta del chitarrista. Passano cinque minuti e tocca a noi competere con questo fior fiore di relatori. Samuel introduce slalomando e strappando simpatie da ragazzo di spettacolo "....adesso vi ringrazio e dopo un vostro fragoroso applauso lascerò la parola a Max". Ci sentiamo un po' tutti nelle sue mani e nei suoi pasticciatissimi appunti tratteggiati durante l'ascolto dei precedenti relatori. E il presidente se ne parte dritto dritto con un pistolotto di un buon quarto d'ora su tecnologia, suoni disturbi e scenari metropolitani, possibilità espressive ed insidie nell'utilizzo delle nuove tecniche, per finire con una apologia dell'esperienza diretta di cui la tecnologia fornisce quasi sempre soltanto una pallida simulazione. Nei nostri occhi c'è anche dell'ammirazione, nella sua espressione invece gratitudine per gli autori di una serie di saggi letti di recente tagliati cuciti e remixati ad hoc. Scatta l'occhiolino e tra gli applausi si parte con le domande-risposte che impegneranno ancora l'aula per l'ora successiva. Alla fine restiamo in zona per la firma degli autografi e per alcune interviste con varie pubblicazioni universitarie.

Pranziamo con i cervelloni presenti al convegno e con i simpatici Polina (apriranno il concerto questa sera) chiacchierando amabilmente. Veniamo raggiunti anche da Maurizio Martusciello, musicista e compositore di musica contemporanea che collabora con il programma Mediamente. Manco a dirlo Max lo conosce e ci parla per un tot. Baci, abbracci pacche sulle spalle a profusione si parte per il sound-check.

 Il Palapartenope è una tensostruttura con una capienza di circa 7000 posti. Ovviamente le condizioni acustiche lasciano alquanto a desiderare. I nostri tecnici affrontano seriamente la questione dalle nove del mattino lavorano per trovare la migliore collocazione possibile alle casse dell'impianto. Riusciranno a fare dei discreti miracoli sospendendo alcuni subwoofer e posizionando casse con linea di ritardo su di un trabattello sopra il mixer.

Albergo, cena  e furgone destinazione palco. Lungo il tragitto lasciamo scorrere una Napoli notturna sulle note di Orpheus di David Sylvian. Serve a rilassare l'attesa per una data importante. A Napoli la musica è di casa, il posto è enorme ma i concerti negli ultimi anni qui sono decisamente in calo. Dietro i vetri oscurati contiamo con grande soddisfazione il numero (sono ben tre) dei camioncini ambulanti con hot - dog, pizza, salsiccia, etc. Li documentiamo. 

Uno in particolare ci incuriosisce "hot dog e panini .....da Barry White".  Dobbiamo ancora farci l'abitudine a considerare i nostri concerti proprio come "quelli veri", quelli che andavamo a vedere da ragazzetti, quando la musica albergava nei nostri più irrealizzabili sogni. E adesso fa effetto guardare i ragazzi a coppie o in gruppo parlare tra loro camminando verso l'ingresso e sapere che sono lì per la tua, di musica. Scendiamo dal furgone e troviamo una grande eccitazione ad accoglierci. Pare infatti ci siano quattromila persone.

Nei camerini vengono a trovarci i 99 posse. Con Mega per scherzo si ipotizza un intervento sul palco e un luccichio nei suoi occhi indica inequivocabilmente che tenteremo un "senza rete". Con la chitarra proviamo a capire come e dove ma decidiamo che sì.  

  

Buio e  boato da far venire i brividi. Parte la base di Eva-eva. A dispetto dell'acustica il concerto é compattissimo e il pubblico spettacolare. Sulle note della cover di Bill Withers rimasticata in chiave dub-noise arriva la sorpresa Meg che contrappunta su Samuel per poi partire con una versione riadattata di "una donna". Il concerto arriva dritto alla fine senza nessun calo. E siamo davvero soddisfatti.

Ci rivestiamo per raggiungere un locale di nome Velvet dove un Boosta un po' provato girerà vinili insieme a Frank Carpentieri fino a tarda ora.  


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