Sveglia ed indolenzimento generale. Nella hall ad augurarsi il buongiorno sono espressioni piuttosto rattrappite. Decidiamo che la vita può esser meglio e che quindi ci concederemo un ristorante al posto del solito autogrill. Sulla strada per Brindisi, precisamente a Monopoli, la saggezza verbalmente tramandata delle popolazioni nomadi a quattro ruote, narra di un'ottima situazione casereccia. La trattoria "da Orazio". Sei o sette tavoli coordinati da un paio di affabili sessantenni che propongono poche delizie sfornate da una cuoca che per le sue sembianze ribattezziamo prontamente la mamma dei Prodigy. Cavatelli con vongole e cozze, polipo in umido, gamberi arrosto, fritti misti e per finire seguendo la tradizione locale fave-fresche. Il tutto per 10 euro a testa. Assolutamente no-global. Sosta a Brindisi per un'intervista radiofonica con relativa breve visita turistica e si parte per lu Salentu. Veniamo intercettati dalla comunicazione di alcuni problemi tecnici che ci consentiranno una sosta in hotel. Raggiungiamo il Palalive dove i tecnici in fibrillazione combattono contro una ronza terrificante persistente ormai da ore. I più pessimisti ipotizzano la sospensione del concerto, ma è un'eventualità che nessuno vuole seriamente prendere in considerazione. A costo di mettere in scena un set noise. Alla fine si trova il giusto compromesso che consente di partire con il sound-check. Pizza rapida in camerino, red bull a raffica e ci si prepara a salire. Il concerto non ha sicuramente lo smalto dei due precedenti ma scorre via liscio con un buon coinvolgimento da parte del pubblico. Da segnalare una nutrita delegazione di parenti del Boosta in visita da Barletta. Una dozzina in tutto, che invitati dal nostro generoso tastierista a non andar via senza un gadget subsonico, si presentano al banchetto del merchandise e lo riducono praticamente sul lastrico. Sono presenti anche gli amici del Babilonia di Sant'Andrea, amici oramai storici. Samuel incontra e saluta il mitico Feller (in "coi piedi sul palco" è il personaggio della presentazione-ghost track) ma ogni tentativo di portarlo nei camerini si infrange contro l'opposizione ferrea della security. Pare infatti che il buon Feller, cercando come suo solito di salire sul palco durante il concerto ed essendo stato rimbalzato, abbia dato sfogo a tutto il suo colorito dizionario di imprecazioni. Peccato... ce ne fossimo accorti lo avremmo pubblicamente invitato in scena. L'appuntamento del dopo concerto è in un locale a trenta chilometri. Ed è anche un errore di valutazione. L'ambiente è da mandibola selvaggia in occhiale a specchio. Incontriamo alcune frequentatrici del sito in trasferta (bachat) con le quali ce la contiamo amabilmente. Siamo veramente stanchi e appena Boosta finisce il suo set schizziamo in albergo. Ad un certo punto qualche locale avvicina al Ninja una boccetta di popper che il nostro timido batterista rifiuta non senza un tergiversamento rituale di cortesia che ci fa schiantare dal ridere mentre da distante osserviamo la scena. Ovviamente per tutto il viaggio di ritorno lo pseudonimo Harry Popper sarà il martello incessante dello sbeffeggiamento.
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