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SUBSONICA 13/01/02

Una piccola annotazi ..

Una piccola annotazione per la agenda del ccsfmii.. (sigla di chicazzosenefregamaintantointanto...):
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Diario di bordo rewind

Aggiornamenti del d.d.b. in ordine sparso.

Un avventuroso giorno qualunque di metà dicembre
Precisini e perfezionisti ci rendiamo conto di voler apportare ancora alcuni ritocchi al mastering e prenotiamo un pomeriggio al Nautilus di Milano. Ninja e Max lavorano con Claudio (un tecnico dello studio) enfatizzando di qualche db le frequenze “medie” di alcuni brani, rivedono le pause tra una canzone e l’altra e stagliuzzano le strutture per alcune radioedit. In radio il tempo tiranneggia sovrano e quindi accorciaquistringilìaquantostoiamo?5minuti?ildiggieisiprendemaletagliatagliasfumasfuma. 
Al termine della giornata i due incominciano a a farsi pervadere dalla gradevolissima sensazione di avere definitivamente portato a termine il lunghissimo travaglio. Mentre danno luogo ad un liberatorio quanto plateale abbraccio si rendono conto che l’atmosfera circostante è stata foderata delicatamente da tre buoni buoni centimetri di neve. Anziché perdersi nella poesia di quell'attimo immacolato (le note di sottofondo sono quelle di “Ieri”) i due esplodono a raffica una serie di improperi. Tra i più gettonati: "cazzonoooooo"!
In realtà il problema è che a Torino per cena è previsto un incontro-intervista con il Mucchio Selvaggio che ha espressamente richiesto la presenza di Max. Piccolo particolare i due si sono mossi in macchina e la prospettiva è un bell’incolonnamento minimalista in autostrada alla velocità delle panoramiche di un film di Angelopolus. Si decide brillantemente di attuare il piano y
Max (con scarpette Puma scamosciate) opta per un look collezione inverno-inverno-ritirata di Russia- e con piglio decisamente Mac Gyver si fodera le estremità con nastro isolante e sacchetti di plastica, berrettino con visiera dello studio (gadget-regalo assai gradito) e Master nello zainetto. Eroicamente saluta e si butta nella tormenta per raggiungere il primo metrò (20min. a piedi) nell’ottimistica prospettiva di acchiappare un treno utile. Le due avventure hanno inizio.

Sturie di Ninja

Attendendo la stampa c.d. delle radio-edit l’indomito batterista parte per quello che si prospetta come un rientro molto zen, inconsapevole delle insidie che ancora si frappongono al raggiungimento della sua quiete domestica. Percorsi solo due isolati viene violentemente tamponato da una megera milaneis che utilizzando indiscriminatamente la famosa tecnica suicida del freno-su-neve trasforma la carreggiata in una pista per autoscontro. Niente che non si possa risolvere con la compilazione di un c.i.d. e con la meticolosa declinazione della top-ten delle imprecazioni più in voga. Il nostro diafano batterista riprende pazientemente la strada percorrendo viale certosa in sole due ore e tre quarti. Finalmente il casello. Completamente spento. Si passa senza poter utilizzare la via-card. Piccolo problema: Ninja da vero integrato metropolitano viaggia praticamente senza contante in tasca. Da persona previdente ipotizza uno scenario problematico al casello di arrivo. Occorrerà fare un bancomat pensa tra se e se rigorosamente in linguaggio-macchina. Una sosta all’autogrill di Novara dovrebbe risolvere la situ. L’autogrill di Novara (siamo ormai alla mezzanotte e mezzo) ha in effetti un bancomat, situato però sul lato opposto. Per raggiungerlo bisognerebbe attraversare il ristorante. Chiuso. Il Ninja, uomo tutto d’un pezzo incomincia una dignitosissima operazione di implorazione che sulle soglie della genuflessione sortisce un effetto piuttosto soddisfacente. ”Va per stavolta bene passi pure!” Gli viene consentito di attraversare la penombra del ristoro-cavalcavia per raggiungere la tanto sospirata macchinetta. Cammina cammina cammina finché la solitudine dei suoi pensieri viene bruscamente interrotta dalla violenta intimazione di un guardiano notturno con tanto di pistola spianata, che evidentemente si era al quanto insospettito anche perché intento nell'effettuare il quotidiano ritiro del contante dalle casse del ristorante chiuso. “Chi è là!” “Fermo lì!” “Mani in alto!” ecc ecc. Il cuore in gola e la mente al Mereghetti –chi è già il regista di “Fuori Orario"? Ed il protagonista alla fine che fa? riesce a ritornare a casa? finisce in prigione ? muore? gli sparano in un autogrill spento in mezzo alla bufera?
“Guardi le spiego,siccome c’era il casello…….” Alla fine del disperato racconto la canna dell’arma viene riposta nella fondina e lo sventurato batterista riaccende la speranza di poter prelevare i suoi cazzo di soldi per poter finalmente percorrere la sua cazzo di autostrada alla fottutissima velocità di due all’ora ma quasi non importa perché il disco è finito e la sua dimora lo attenderà con un bel bagno caldo. Prima o poi. “Il codice.. il codice. Due, tre, quattr, no due tre, cazzo! Due due nooo, ultimo tentativo…. TESSERA RITIRATA:!!!!!! La tensione ha giocato un gran brutto tiro al nostro Ninja che ora medita seriamente di farsi freddare dallo zelante Vigilantes pur di poter mettere fine all’incubo. Il fortuito ritrovamento nelle proprie tasche della tessera di proprietà della propria dolce –metà rimette in moto la speranza che però presenta ancora qualche ostacolo legato all’impossibilità di comunicare via cellulare. I ponti radio sono “andati” a causa del gelo ma sappiamo che in qualche modo lui ce la farà. Il Ninja ce la farà.

Sturie di Max

Ecco Max su un vagone della metro con un sorriso beota sulle labbra, il cappuccio del piumino ancora innevato sul cappellino con visiera del “Nautilus” sulle cuffie del c.d. portatile sul quale gira il definitivo “Amorematico”. Lo sguardo dello scompartimento gli restituisce l’immagine di un profugo con i sacchetti di plastica ai piedi fermati con nastro scotch trasparente, ma non ha importanza. Non importa perché è finita cazzo è finita. “Il treno parte tra 25 minuti, arrivo puntuale per l’intervista e ci sto dentrissimo anche con un panino”, pensa ottimisticamente tra sè e sè. Mezz’ora dopo la realtà mostrerà un altro volto. Nessun treno ha intenzione di arrivare né tantomeno di partire. Contanti in tasca: pochi. Bancomat:no. Cellulare: rubato la sera prima al bar-bar. Niente numeri di telefono, niente contatti. Possibilità di sopravvivenza data la temperatura esterna: limitatissime. Affrontando le lunghe code per le cabine telefoniche, “il presidente” digita pochi numeri conosciuti a memoria per racimolare informazioni su eventuali bivacchi in casa d’amici. I ponti radio interrotti complicano non poco il tutto. Ma il sorriso resta comunque inalterato. Dopo tre ore l’annuncio che un treno da Torino è stato sbloccato, interrompe le elaborate operazioni reperimento-giaciglio tra una marea di numeri e prefissi appuntati sulla copertina di Nathan-Never per mezzo di una penna esplosa. L’inchiostro imbratta ciò che resta di decoroso dell’abbigliamento dell’inzuppatissimo Max che attenderà ancora un paio d’ore in uno scompartimento ghiacciato la partenza. Qualche riflessione sulla presunta efficienza del sistema nord-est baluardo del “celodurismo” e delle nuove tendenze politiche, che a causa di una semplice nevicata regala così tanta avventura alle nostre semplici vite. Il tempo di percorrenza finale sarà di 7 ore.


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