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SUBSONICA 12/11/01

Ci siamo. In realtà ..

Ci siamo. 

In realtà manca un'intera giornata da passare revisionando, facendosi venire dubbi nuovi, tagliando e incollando file audio. Però domani il furgone parte e si va a mixare. Quindi non importa a che ora della sera o della notte dichiareremo tecnicamente chiuse le registrazioni, il disco da domani sarà ufficialmente terminato. Anche se ci sarebbe voglia di rifare molte cose daccapo, anche se nessuno di noi ha mai sentito tutti i brani in fila, perché non c'è mai stato il tempo e anche se in realtà la nostra percezione di questa creatura è giusto solo una percezione. 
Suona diverso. Suona meglio degli altri precedenti. La scelta di investire il budget in acquisti per migliorare la qualità del suono sta mostrando le sue ragioni. Suona più complesso e ci sono più spazi introspettivi. Più scuro? Forse. C'è da dire che la sua gravidanza è stata accompagnata da eventi molto forti che molto hanno pesato. Vengono in mente i fatti di Genova e per il resto basta guardarsi intorno in questi stessi giorni.

Queste canzoni hanno respirato l'aria che avevano intorno e le loro parole, unica eccezione forse per nuvole rapide e un altro episodio, hanno assunto una forma più esplicita rispetto al passato. Il ritmo rimane protagonista assoluto e anche negli episodi più rarefatti si percepisce la cura meticolosa per gli accenti e per le velocità metronomiche. C'è più rock di quanto i refrattari all'unzà unzà possano aspettarsi, ma l'attitudine rock non si percepisce tanto nella struttura quanto nel rivestimento. Esattamente il contrario di quanto accade al pop-rock contemporaneo che cerca di svecchiarsi con groovini, arpeggiatori e sequencers.

C'è e speriamo anche che si senta, un richiamo stilistico alla musica d'orchestra e di sonorizzazione della fine degli anni sessanta. Quando c'erano meno mezzi e forse per per questo grande inventiva in una cornice in cui il sound era elemento principe. Di sicuro c'è e si percepisce una tensione anni 80 che attraversa la maggior parte dei brani. Si tratta di tensione e non di modernariato, anche se in alcune linee chitarristiche la carta d'identità alla voce data di nascita parla piuttosto chiaro. Possono tutti questi elementi armonizzarsi in un unico lavoro senza discrepanze? Ecco questa è proprio la domanda che evitiamo di porci proprio oggi. Pena ricominciare tutto daccapo. 

Un ultimo sguardo ai cieli plumbei di piazza Vittorio che lasceremo scorrere indisturbati per una ventina di giorni durante i quali in località segreta mixeremo il tutto con l'inglese Steve Lion e forse riusciremo finalmente a capire che cosa abbiamo combinato in questo 2001.



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