Concerto a Rimini in Piazza Cavour. Gliorganizzatori stimano tra le 4 e le 5000 persone. Nel viaggio di andata cispariamo un vhs de "Il gladiatore" di R. Scott e procediamo con lalettura di "Un giorno dopo l'altro" di Lucarelli. Ognuno di noi nepossiede una copia da mostrare un giorno ai propri nipoti. Arriviamo sul luogodel concerto accolti da una pioggia che pur non minacciando la strumentazionesotto il palco coperto, rischia di scoraggiare il pubblico per la serata.Durante il sound check ripassiamo il più possibile tutto ciò che non siamoriusciti a provare durante il giorno saltato per malattie varie. La cosa piùstrana con cui riprendere confidenza è il monitoraggio tramite cuffia. Civogliono sempre alcuni concerti prima di ritrovare la dimestichezza con queltipo di ascolto.
Con un ritardo di circa 20 minuti nei quali attendiamo gli indecisi dell'ultimominuto (quelli che decidono comunque di prendere l'ombrello e venire a tastarela situazione) alle 21.50 incominciamo il concerto con la sigla del vecchiosceneggiato RAI di Vittorio Cottafavi "A come Andromeda". Ci lasciamoanche le voci di Paola Pitagora e Luigi Vannucchi che recitano pressapoco così"a cosa serve un radio telescopio" "a captare i suoni provenientidallo spazio" "è un po' come ascoltare la musica delle stelle?""Sì ma è una musica molto disturbata". Dopodiché apriamo con"Sonde". Il concerto viaggia bene anche se ci vogliono alcuni pezziper ritrovare l'amalgama a cui eravamo abituati. La piazza segue e balla ora conombrelli aperti ora con ombrelli chiusi. Rispetto al tour estivo inseriamo"Istantanee", "Per un'ora d'amore" introdotta da atmosferequasi ambient, "Sonde" appunto, un medley che unisce la base di "Pumpup the volume" con vari riff dance dagli Chic a The sound of Philadelphiapassando per "I got the power" e la nostra Funkstar in cui fannocapolino anche gli Happy mondays. Per la chiusura ripristiniamo "Nicotinagroove". Fine serata tranquillo con cena e pernottamento in un hotel dascialo.
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