premessa: il nuovo album sta arrivando e forse ha che fare con questa considerazione.
Almeno a Torino gli anni zero e il loro carico di merda pressurizzata, cinica, modaiola, arrivista, iperpresenzializzata, aperitivizzata, sniffata e remixata, sono finiti. Finiti i tempi dei personaggini senza talento né qualità, finito il tempo del "tutto mi è dovuto", "l'importante che appaia", del "mi okkupo di marketing", del "sono un creativo, espongo faccio situazioni di qua e di là", "ti stampo giù una merda in vinile che senti come spaaacca".
Finiti i tempi degli "alternativi" tutto xfactor, grande fratello e rendita di famiglia. Finito il tempo a disposizione per una generazione ben identificata con una x prima e con uno zero (quello della propria decade) poi.
Personalmente torno a respirare.
Torno a vedere giovani veri, con passioni vere, talento vero, coraggio e generosità. E mi chiedo che cosa abbiamo tollerato per dieci lunghi anni.
Che il clima stia (positivamente) mutando in città è cosa risaputa, ma quello che mi ha fatto comprendere meglio l'accelerazione del cambiamento è stato un episodio. Un concerto al quale ho assistito durante l'incursione notturna del giovedì al Puddhu bar (murazzi) per la serata Xanax. Mi sono imbattuto in un live dei Foxhound: quartetto di grande impatto, dai riferimenti musicali colti, ma dall'approccio viscerale. Sonorità post punk e matura padronanza del suono. Mi ha emozionato. Al punto che alla fine del concerto mi sono avvicinato al palco per fare i complimenti al chitarrista, il quale mi si è rivolto con un "grazie, grazie...ah ma lei è il signor max casacci?"...aveva diciotto anni. Come un altro componente del suo gruppo.
Gli altri due ne avevano diciassette.
Che città piena di sorprese...
volete ascoltarli?
foxhound.bandcamp.com
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