13/01/2009
Gaza: nuove armi, vecchie atrocità
Le conseguenze a
lungo termine delle bombe israeliane, comprate dagli Usa
di Massimo
Zucchetti*
Davanti al massacro di una disgraziata popolazione civile
di un milione e mezzo di abitanti rinchiusa in un lager a cielo aperto,
quando il numero di vittime ha raggiunto (12 gennaio ore 17:00, ormai
bisogna datare queste affermazioni) la cifra di 888 palestinesi, di cui
284 bambini, 100 donne e 4080 feriti, può risultare forse irrilevante
disquisire su quali armi siano state usate da Israele per compiere una
simile strage. Strage che poco ha a che vedere con Hamas: ci sono molte
testimonianze, quale ad esempio quella di Mads Gilbert, un medico
norvegese che lavora all'ospedale Al-Shifa a Gaza, che racconta a Sky
News che il numero di civili feriti e uccisi a Gaza dimostra che
Israele sta attaccando deliberatamente la popolazione. (vedi ad esempio
http://www.tlaxcala.es/detail_artistes.asp?lg=es&reference=259). Solo
un lieve moto di vergogna insorge leggendo l’irrilevante blog della
rivista “Panorama”, che tacciano di malafede un medico eroe della pace
come Gilbert.
Comunque, a parte l’utilizzo di bombe all’uranio
impoverito che pare non confermato, e di ordigni al fosforo sui quali c’
è ancora discussione tecnica, è invece assodato l’utilizzo da parte
dell’esercito israeliano di bombe DIME (Dense Inert Metal Esplosive).
Si tratta di un tipo innovativo di bomba, con una testata di fibra di
carbonio e resina epossidica integrata con acciaio, e che fa uso di una
lega di tungsteno. Queste armi hanno un enorme potere esplosivo, ma il
potere dell'esplosione si dissipa molto rapidamente e il raggio
interessato non è molto lungo, forse dieci metri: le persone travolte
da questa esplosione, dall'onda d'urto, vengono letteralmente tagliate
a pezzi. E’ stata concepita proprio per uno scenario di guerriglia
urbana perché consentirebbe – nella delirante logica militarista - di
colpire obiettivi mirati.
Quest'arma non è una novità: è stata già
usata in Libano e a Gaza nel 2006. Le ferite che si vedono oggi
all'ospedale Shifa di Gaza rendono assodato che sia stato fatto largo
uso di armi DIME da parte degli israeliani in questa guerra. Di DIME
avevano già parlato ad esempio Masella e Torrealta di RaiNews24 nel
2006 ( http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=3469).
Invito i lettori, con i quali mi scuso per la crudezza delle immagini
(che potrebbero impressionare per il loro contenuto), ad occhieggiare
alcune delle foto allegate a questo articolo per capire quali effetti
producano queste bombe DIME.
Vi è anche la questione, che in questo
momento pare secondaria visto quanto succede, ma che va comunque
citata, che a lungo termine queste armi avranno sui sopravvissuti un
effetto cancerogeno. Inglobare schegge o respirare micropolveri di
tungsteno, metallo pesante e notoriamente cancerogeno, non potrà che
provocare nella popolazione sopravvissuta o che vive nei dintorni un
aumento della frequenza di insorgenze tumorali. Su questo sono state
fatte ancora relativamente poche ricerche, ma ce ne sono alcune,
condotte anche negli Stati Uniti, che mostrano che queste armi hanno
una tendenza molto alta a provocare il cancro. Così chi non resta
ucciso sul colpo rischia di ammalarsi di tumore. Ma a chi importa, in
questo drammatico momento?
Comunque, per quello che può valere il
diritto internazionale dopo quanto sta succedendo, queste sono armi
sperimentali di tipo chimico, vietate dalle Nazioni Unite. Di nuovo, Ma
a chi importa, in questo momento? Direi che più importante sia però
dire che tutto quanto sta succedendo a Gaza è contro il diritto
internazionale, è contro l'umanità, è contro tutto ciò che significa
essere persone dotate di senso morale.
Ma porrei ancora, da scienziato
responsabile ed attivo contro la guerra, su un piano separato i soldati
israeliani, che fanno in fondo un loro mestiere, sebbene orribile, da
quanti hanno studiato e messo a punto queste armi: la ricerca è stata
condotta dal US Air Force Research Laboratory in collaborazione con il
Lawrence Livermore National Laboratory (LLNL) americano. Nel 2007, sono
stati spesi oltre 40 milioni di dollari per lo sviluppo di queste bombe
dal governo USA. Invito a vedere anche il sito militare (http://defense-
update.com/products/d/dime.htm) e ad esprimere, con una posta all’
ufficio stampa del LLNL la vostra eventuale disapprovazione.
Educatamente, ve ne prego: non siamo né vogliamo essere come loro. (Ms.
Lynda Seaver, LLNL Manager, Media & Communications, seaver1@llnl.gov).
*Nato nel 1961, risiede a Torino. E' un ingegnere nucleare. Attualmente
è professore ordinario al Politecnico di Torino, dove insegna
"Protezione dalle Radiazioni". Si occupa di fusione termonucleare,
smantellamento di impianti nucleari, scorie radioattive, uranio
impoverito. E' membro e coordinatore del "Comitato Scienziate e
Scienziati contro la guerra", il suo principale impegno è per la lotta
contro la guerra e gli armamenti, sia nucleari che convenzionali. E'
autore di diversi libri, tra l'altro "Uranio impoverito" edito nel 2006
da CLUT e "L'atomo militare e le sue vittime" edito nel 2008 da UTET
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