le indignazioni per le foto rivelazione dei prigionieri iracheni fanno davvero cascare le palle. Ma come, ci siamo davvero fatti intortare così tanto dagli argomenti della guerra, pulita, chirurgica, inevitabile, che non macchia e non sporca in altre parole telegenica? Si pensa davvero che stupri, torture, abominio, non appartengano inevitabilmente alla guerra? E quando sarebbe mai successo di veder combattere un conflitto nei tempi regolamentari (và di moda adesso intortare l'audence con la palla dei termini entro i quali il tutto dovrebbe consumarsi), con correttezza da ambo le parti e magari con arbitraggio imparziale?. La guerra è tortura stupro, strazio, miseria, dolore che acceca e conduce alla follia. Un corpo massacrato dai torturatori non è meno raccapricciante di un corpo dilaniato da un ordigno, da un arma da fuoco, da una baionetta, da una mina. E quasi sempre nelle guerre moderne quel corpo non indossa una divisa. Quindi per favore cerchiamo di capire che i responsabili di quelle foto sui giornali sono tutti coloro che non hanno detto no a questa guerra.
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