Mi sembra di essere appena atterrato a Caselle da Bari, che è già di nuovo ora di risalire su un mostro volante, stavolta diretto in Sicilia.
L’ho detto tempo fa su queste stesse pagine e mi ripeto: a volte mi sembra di essere il Cugino Avi di The Snatch - avete presente?
Ci sto ragionando su questa storia del viaggio, per farmene una ragione. Passiamo la maggior parte del tempo diretti da A a B e, quando non lo facciamo, il resto è una sorta di attesa della ripartenza. Facendo il filosofo da cinque rubli, potrei stare ad argomentare sul fatto che questa sia una grande metafora del percorso Principe: la vita.
E nella vita, che si fa?
Ci si gode il percorso da A (nascita) verso B (dipartita).
Questa premessa per dire che sto iniziando a valutare l’idea di godermi i viaggi, invece che cristonare ogni volta per le noie che i suddetti comportano. ;)
L’aereo E’ una rogna, avete poco da ridere voi altri là in fondo. Ma quando becchi una giornata come questa di cui vi sto parlando –cielo blu blu, mare blu blu e sole giallo giallo- il volo è un’esperienza magnifica. La nostra Terra vista dall’alto è davvero il mondo descritto in Avatar, un paradiso senza precedenti. Immagino cosa possa pensare un alieno proveniente da Sirio vedendola dalla stratosfera in avvicinamento…
Se poi questo alieno ha anche la possibilità di atterrare a Catania e di andare a farsi una sbafata di pesce freeeesco da Maurizio e di fermarsi ad un chioschetto per tirarsi giù un bicchiere di tamarindo e bicarbonato…mamma mia…la vita alle pendici dell’Etna (anche se fumigante) ha delle caratteristiche da innamoramento a prima vista.
Satolli come antichi romani, i cinque Cavalieri dell’Apocalisse Sabauda, si rimettono in viaggio su strada, diretti a Ragusa. Sì, Ivan è con noi, ma per una volta non alla guida. Il nostro accompagnatore, durante questa trasferta al Sud, è Massimo. Uomo di poche parole (con accento rigorosamente catanese) e molte sigarette, costui guida un furgone nove posti con tanto di televisore e lettore DVD – una manna!
Come mestiere regolare fa il controllore in autobus e l’ambulanziere, abbinamento quanto mai casual ;) e si vede, che guida le ambulanze: la strada per arrivare a Ragusa è contorta e piena di buche e il tipo la prende da subito agli 8000 km/h…doucement, amico…al fottuto concerto ci vogliamo arrivare interi!
Se si fa eccezione per una parentesi nel 2000, quando suonammo a Gela, in questa zona non siamo mai venuti, per cui la curiosità è alta. Fa ben sperare la folla che è già in attesa davanti ai cancelli del campo sportivo dove ci esibiremo, così come i dati delle prevendite – oltre 2000 biglietti venduti!
Merito anche del promoter di queste date sicule, Lino Grasso, simpatico e caratteristico personaggio che da subito si accattiva le nostre simpatie.
Siamo ancora gonfi come otri dal pranzo –ci siamo alzati da tavola alle 16!- e di mangiar cena non se ne parla neanche. Tutto rimandato dopo il concerto.
Eseguiamo un breve check e ci facciamo recapitare in hotel per un po’ di relax. Siamo alloggiati in un accogliente albergo, affacciato su un’erta viuzza del centro, da dove si gode un panorama mozzafiato su Ragusa Ibla, l’antico quartiere costruito su una collinetta, da cui la città ha avuto origine. Camera silenziosa, arietta che entra dalla finestra aperta…cinque minuti e cado tra le braccia di Morfeo.
Il sonno non dura molto, ma è quel tanto che basta per rimettersi felicemente in pista.
Per tornare al concerto sbagliamo strada almeno tre volte: Silvia, la nostra amata personal, è già in super-ansia. Il navigatore del furgone non ne vuole sapere, ma la svolta arriva da quello del telefono di Samuel: gira qui, vai dritto, gira a destra, occhio alla rotonda….e arriviamo in loco. Giusto in tempo per vestirci e andare on stage.
Sembra facile, detto così.
Tra camerini e palco ci sono 200 metri e siamo costretti a percorrerli in furgone: la folla è lì fuori, con l’espressione di chi vuole divorare il suo beniamino. Manco fossimo i Beatles al concerto dello Shea Stadium!
L’esibizione è calda e passionale: come tutte le belve feroci, sentiamo l’odore del sangue e non lesiniamo un’oncia di energia. C’è poco da fare, l’equazione Sud=calore umano non si smentisce mai e i concerti, da queste parti, sono sempre uno “scialo”. Certo, magari il palco non ha la copertura, magari la crew impazzisce perché la corrente elettrica non arriva al giusto voltaggio e, per tenere in piedi lo show, bisogna fare i miracoli….ma via assicuro che tutto ciò ne vale la pena!
Altrimenti infighettiamoci come una boy band del cazzo e suoniamo solo più nei posti dove tutto è al suo posto, c’è la candelina, c’è il palco grande e bello..insomma diventiamo come i…come i….non ve lo dico. ;)
Scesi dal palco la scena è di nuovo simile a un frame di un film di Rodriguez, con la gente che assalta il furgone con aria famelica, arrampicandosi in ogni dove. Massimo, fuggi verso i camerini, che qui ci fanno a pezzetti!
Finita la ressa, ricevo una visita che mi fa un piacere immenso: due miei amici, fratello e sorella, con i quali ho trascorso l’infanzia in Valsusa e che poi si sono trasferiti qui in Sicilia. Vedere le persone dopo 27(!!) anni, fa un certo effetto, ragazzi..ma che figo! Mi vengono a trovare con i figli –già grandi- al seguito ed è pazzesco come, dopo cinque minuti che parliamo, la distanza temporale si annulli e torniamo ragazzini in un battibaleno, dimentichi degli eoni che ci hanno attraversato. Ciao Amedeo, ciao Lisa!
E, a mezzanotte inoltrata, è ora di cena.
Andiamo tutti quanti in un ristorante poco distante dall’hotel e facciamo le calende greche: finisco il mio (ottimo) piatto di pasta alle fave alle 2.45 e decido che, forse, è meglio andarsene a dormire quanto prima. E non c’è miglior buonanotte di uno sguardo a Ibla in versione notturna, paesaggio fiabesco e fuori dal tempo.
Vicio
La sveglia suona tardi, molto tardi.
Questa carrellata di date su e giù per la Penisola mi ha fatto tornare a quando ero ragazzino e non avevo mai voglia di alzarmi dal letto. Stanchezza progressiva tendente ad infinito.
Non che il resto della compagine subsonica sia messo meglio: ci ritroviamo a pranzo nell’accogliente ristorante dell’hotel e lo “stropicciamento” è evidente. Chi ha male alla schiena, chi alle gambe, chi dimostra l’età di Tuthmosis II….quicumque suum.
E si viaggia di nuovo.
Furgone in pista, attraversiamo l’Italia trasversalmente, da Colli del Tronto a Follonica, next gig. Il modo migliore è farlo via-strada statale, per cui mettiamoci comodi che quattro/cinque ore ci vanno tutte. Visto su una cartina, sembra un itinerario qualsiasi, ma non è proprio così. Si scollina dalle Marche all’Umbria tra tornanti e strade strette, non l’ideale appena mangiato. Ma poi…l’Umbria. Colli sinuosi e spazio, odore di tempi antichi e paesaggi narrati da tutti i più grandi poeti/scrittori italiani. Dal finestrino scorrono le immagini di uno dei luoghi più belli al mondo, con le cartoline in tempo reale di Trevi, Spello e Assisi. Roba grossa, amici.
Poi arriva la Toscana e la zona di Siena..una goduria per gli occhi e per il morale…un po’ come essere ad una sfilata di top model – quelle di qualche anno fa, eh, non gli stecchini di adesso. ;)
Sta di fatto che le ore volano in fretta ed arriviamo a Follonica. Il concerto si tiene di nuovo presso un campo sportivo, ma questa volta la situazione è alquanto spartana. Tutto è ridotto all’osso, camerini inclusi, si bada al sodo senza pippe da stardom del rock. Tra l’altro, questa è un po’ la filosofia alla base del Eden Tour estivo: concerti grossi, con tutto ciò che ne concerne, ma anche venue più piccole, in aree fuori dai grandi circuiti – l’importante è SUONARE.
Il soundcheck è brevissimo, visto che siamo in super-ritardo e poi ormai siamo più che collaudati. Io e Ninja andiamo a cena, con un manipolo di tecnici e la simpatica presenza di uno dei nostri tre manager (sì, una Triade tipo Moggi-Giraudo-Bettega ;-)) : Ado Scaini.
Voglio aprire una breve parentesi su questo personaggio.
Capello brizzolato lungo, occhiali scuri, look da boss cubano a Miami e sigaro perennemente in mano. Signori, Ado è uomo dall’illustre passato. Originario di Pordenone, a fine anni 70 dà il via a uno dei primi e più importanti collettivi punk in Italia, The Great Complotto. Non c’è ancora Internet ad unire le comunità mondiali, ma Ado e i suoi soci si muovono tra Pordenone e Londra, e sono pienamente in linea con ciò che succede Oltremanica. A seguire fonda la band Tampax (di cui è il cantante) e, quando i network nazionali sembrano conoscere solo Umberto Tozzi e i Collage, loro si esibiscono in performance incendiarie in patria e all’estero. Un loro disco, durante un tour in Inghilterra nel 1979, viene persino requisito da Scotland Yard, contenendo alcuni riferimenti alla (dubbia) verginità della Regina! Insomma: se aggiungiamo alcuni concerti finiti in rissa e parapiglia vari, abbiamo il ritratto di un vero Punk. Ma non basta.
A metà degli anni 80, Ado si butta nell’organizzazione dei grandi concerti e, assieme allo storico Fran Tomasi, realizza i più grandi eventi musicali di quegli anni: chi si ricorda degli U2 del Joshua Tree Tour o dei Pink Floyd a Venezia?
Da lì, il nostro si unisce ad altri due appassionati punk pordenonesi, Corrado e Sandro Rizzotto, che intanto hanno creato l’agenzia Indipendente Concerti (Radiohead, Muse, Coldplay..) ed ecco il quadro completo della Triade che oggi gestisce quegli altri 5 sciamannati dei Subsonica.
Il concerto.
Usciamo davanti a 2300 persone e la stanchezza pian piano svanisce. Partiamo sornioni, studiando la giusta tattica e dobbiamo anche fermarci un attimo perché il Boosta con la sua erculea possenza (;-)) è riuscito a dissaldare un pezzo del sostegno delle sue tastiere. I nostri tecnici la risolvono in poco tempo e ripartiamo. Ancora una volta è Samuel a rompere il ghiaccio: con le sue presentazioni sempre più ironiche e divertenti, il Cantantino infonde un’energia contagiosa. Portiamo a termine lo show in maniera egregia, visto e considerato lo stato fisico in cui versiamo.
Durante l’esecuzione de L’Angelo mi piace solitamente sedere e osservare le espressioni del pubblico. Oggi una mi colpisce a fondo: un ragazzo e una ragazza –evidentemente fidanzati- si guardano negli occhi per tutta la durata del pezzo e lei, in lacrime, gli canta nelle orecchie “ma io lottando ho avuto…te” . sono commosso, giuro.
La Musica ha più potere di qualsiasi arma, ricordatelo bene.
V
avete visto le novità?
11 settembre a catanzaro
20 settembre a san vito lo capo
entrambe gratuite. quella siciliana sarà (co grandissima probabilità) l'ultima data dell'eden tour...
Privacy - Copyright ©2023 Subsonica.it - 08531080011