Ferruccio Casacci Torino, 28 aprile 1934 – Torino, 12 aprile 2011
12/4
Esco di casa di mio padre per prendere l'ultimo treno utile per Milano. Ho il suo odore addosso. Questa mattina il dottore ci ha detto che la situazione è precipitata e che dobbiamo aspettarci il peggio entro domani. Parto convinto di poterlo ancora rivedere, stanotte, domani, ma gli dico ugualmente quello che ancora gli devo dire. Fuori la luce è surreale, il cielo primaverile si gonfia di nuvole, che proiettano ombre.
Treno-stazione-metro.
Intorno a me ci sono ragazzi che stanno venendo al Forum, che telefonano agli amici in coda all'ingresso. Mi rendo conto che è come se stessi andando al concerto di qualcun altro. Provo a immaginare il momento nel quale stringendo la sua mano lo sentirò andare via. Mi chiedo se soffrirà e quanto. Esco e aspetto, dietro agli occhiali da sole la persona che verrà a prendermi per portarmi dentro il Forum. Chiedo a un bagarino a quanto sta vendendo il biglietto, mi risponde con accento napoletano"trenticinqueurolovuoi?'". Una ragazza mi riconosce. Fortunatamente, mi saluta con discrezione, per non provocare reazioni a catena, mi fa piacere. Cerco un interruttore interno che mi riporti alla dimensione della preparazione. Entro nel camerino e dico due cose qualsiasi per rassicurare tutti. Per fare ion modo che gli sguardi apprensivi degli altri scivolino altrove. Mi concentro su quello che dovrò fare e mi dico che in fondo la musica si nutre di questo: raccoglie e converte tutto in energia.
La data di Milano è sempre quella più animata di incontri.
Passano per qualche saluto, i club Dogo, Albertino, Luca Bizzarri, discografici e organizzatori vari. Decido di seguire il flusso e cerco di distrarmi. Poi arriva Manuel e con lui che è fratello da una vita parlo e ci abbracciamo. E' ora di salire, lo faccio, faccio come farebbe Ferruccio, in teatro sul palco anche mentre stavo nascendo. Intorno è il delirio, il Filaforum vibra all'unisono in modo impressionante. Sarà un bel concerto. Scendo con la mano gonfia per i pugni tirati alla chitarra e cerco qualche cosa da mangiare. Altri saluti, controllo il cellulare: nessuna chiamata, nessun messaggio, mia madre è staccata. Bene, mi dico. Mi lascio il tempo di smaltire l'adrenalina prima di rientrare con Rudy il backliner che si è offerto di riaccompagnarmi. Squilla il telefono è mia moglie. "Max, vieni a casa". Il telefono mi cade, le gambe cadono, piango.
13/4
Non è mai stato un rapporto tra padre e figlio e se lo è stato lo è stato a ruoli alterni.
I miei si sono separati quando avevo due anni. Non esiste nemmeno una foto con tutti e tre insieme. Però sono stato uno dei tanti figli virtuali, che da lui hanno imparato molto. Chi le tecniche del cinema, della recitazione, del doppiaggio -tra di loro molti importanti montatori e direttori della fotografia, che fin da piccolo vedevo frequentare lo studio di Piazza Vittorio, in cerca di consigli - chi invece l'insegnamento più importante: le cose che non ci sono si possono creare, i sogni si devono poter realizzare. O almeno bisogna avere il coraggio di provarci, anche perché "chi non canta non stona".
Ferruccio che si è fatto completamente da solo è stato molte cose, uomo di cinema, di teatro, fonico, attore, in una delle tante vie anche musicista e autore di canzoni. Canzoni che non ha mai firmato,e che talvolta sono finite nei dischi di altri, ma che mi cantava quando da piccolo lo andavo a trovare. E' stato paterno anche con i Subsonica, sempre pronto, con il saldatore in mano a riparare circuiti elettrici o a fare "modifiche" agli strumenti nello studio di Piazza Vittorio, che anno dopo anno da laboratorio cinematografico artigianale (una cosa piuttosto difficile da spiegare) diventava luogo per la musica. Ho passato la vita a cercare di ottenere la sua approvazione per quello che facevo. Una approvazione sempre trattenuta. Forse è così che sono diventato perfezionista e rompicoglioni maniacale. Una cosa ricevuta spontaneamente in dono è stata l'ironia, che non lo ha abbandonato nemmeno nelle sue ultime ore. Se guardo indietro, la cosa che davvero mi manca di lui sono le risate fatte insieme. Ridendo con mio padre ho sempre provato una sensazione di pace,fatta di cose che improvvisamente ritrovano il proprio posto.
Questa sera per il concerto sono arrivati molti amici da Torino, pronti a starmi accanto. E' venuta anche Serena con la bimba. Sarà il concerto più complicato di sempre. Oggi pomeriggio sono riuscito a dormire qualche ora. Ora prendo del miele, stiro i muscoli bevo un po' di alcol....cerco di nuovo l'interruttore. Il Filaforum di Assago è stipato anche per la seconda data. Nel buio prima di salire sento gli abbracci degli altri che mi cercano. Sento un'onda intorno a me fatta di gente (sono almeno cinquanta le persone che girano con noi) , addolorata e preoccupata. Nessuno si mostra, nessuno dice una parola di troppo, non ci sono sguardi fuori posto. E' tutto come è naturale che sia: sincero e doloroso. So che se volessi potrei scendere da quel palco in qualsiasi momento e sarebbero tutti con me. Penali, problemi questioni pratiche verrebbero tutte risolte in un altro momento. Ed è così che trovo tutta la determinazione che serve.
Il concerto è ottimo anche questa sera. Dicono tutti che sia il nostro tour più bello.
Samuel chiede di suonare "Strade", in chiusura con tutte le luci del Filaforum accese, perché la vuole dedicare a Ferruccio, presentandola semplicemente così: "questa è per un profeta torinese che un giorno ci ha detto chi non canta non stona". Nessun annuncio plateale, solo per lui e per noi.
Mi chiedo quello che probabilmente tutti in queste situazioni si chiedono: davvero quando uno muore guarda dall'alto i propri cari? Davvero lui è li ogni volta che mi giro verso l'ampli per non mostrare le lacrime? Davvero sta sentendo che questa canzone è tutta per lui e per il suo viaggio?
Dicevo che la musica converte tutto. E capisco perché Ferruccio qualche settimana fa mi ha fatto ascoltare alcune sue vecchie canzoni tra le quali "il mio funerale" cantata dai Peos.
Perché domani mattina di fronte allo sguardo perplesso del prete caricato a molla e di una odiosa addetta alla sala cremazioni del cimitero di Torino, la faremo ascoltare ai numerosissimi amici che sorrideranno con gli occhi lucidi e esploderanno in un interminabile applauso per Ferruccio Casacci, alias Ferry House, alias Renato Las Vegas, alias "il maestro", alias un sacco di altre cose, tra le quali mio padre.
carissimo Max leggo solo ora le tue parole. In questi momenti non ci sono parole adatte, anzi, forse, non servono. Uno sguardo e un abbraccio dicono più di mille parole. Quindi, anche se solo virtualmente, ti abbraccio! Grazie per aver voluto condividere con noi i tuoi pensieri, grazie per esser salito su quel palco e aver regalato ancora una volta emozioni, sorrisi ed energia!
Max volevo portare alla tua attenzione una mail che è stata unviata a "tv sorrisi e canzoni" n°17 da un vostro fan a proposito del tuo lutto. È davvero bella tant'è che è stata pubblicata in prima pagina. Se ti va dagli un'occhiata! Ancora un abbraccio forte..
Max sii forte, ti assicuro che un giorno potrete di nuovo ridere insieme.
Glorya
Max, grazie per aver condiviso con noi il tuo lutto, sono e siamo tutti con te...stiamo sempre tutti insieme!
Laura
Caro max,
leggo solo ora del tuo lutto.Purtroppo in un dolore cosi grande, siamo soli nell' affrontarlo,
e nel superarlo,per quanto amici e parenti ci siano vicini....
Ha ragione La Cicci, tuo padre sarà sempre con te: in ciò che sei, in ciò che fai, negli occhi della tua bimba
un abbraccio infinito
in quei giorni quando tutto sembrerà andare storto, in quei giorni in cui le forze dell'animo avranno bisogno di una luce nuova, in quei momenti dove una fotografia dela tua famiglia appena scattata ti farà notare che il tuo vecchio non c'e..li sorriderai perchè saprai che quei momenti senza di lui sono invece possibili per te grazie a lui..e lì..in quegli attimi di secondo dove il sorriso accompagnerà una lacrima capirai che la vita non ha bisogno di perchè e di domande ma solo di risposte...tangibili come l'amore dei figli e il profumo della tua amata...un abbraccio forte max...DAMIANO da verona
posso solo fare numero e sperare che almeno questo serva a qualcosa.
Un abbraccio in più, un saluto in più, una stretta di mano in più.
Perchè non so trovare delle parole degne del tuo dolore, della tua dignità, della tua forza, del ricordo di tuo padre.
E grazie per aver condiviso con noi un pezzo della grandezza del tuo cuore. E' anche ciò che ci fa credere di poter fare qualcosa per alleviare il peso di questi momenti per te.
Federica
..................
un abbraccio.
Ti capisco... anch'io purtroppo ho vissuto alcune delle cose che hai scritto... andare a trovarlo e non sapere se lo ritroverai... L'anima di mio babbo se ne è andata il 31 dicembre di mattina presto, ma il suo corpo se ne è andato dopo 6 giorni... dentro di me però sapevo che quel mercoledi sarebbe stata l'ultima volta.. anch' io avevo un rapporto altalenante con lui ma mi manca tutto, il suo passo che sale le scale per la sua visitina per salutare il suo "bimbo", i suoi brontolii, le sue storie di gioventù...
Loro da lassù ci proteggono, ci guardano ne sono sicura, l'ho capito quando l'ho dovuto dire al mio piccolo, mi ha abbracciato e mi ha detto " adesso è su una nuvoletta che ci saluta".
Un forte abbraccio
Fede76
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