segnaliamo uno spazio 211 completamente rinnovato con una ottima programmazione di concerti (internazionali) e serate indie-danzanti. Via cigna 211 torino. Occhio ai Venerdì e Sabato.
www.spazio211.com
mi dispiace. ma dobbiamo al momento disattivare la chat in attesa di trovare un'altra soluzione tecnologica (irc?).
ecco la segnalazione che mi è arrivata dal server che ospita questa parte del sito:
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Gentile Cliente,
come già segnalato altre volte si verificano problemi di rallentamento sul
server che ospita il suo dominio, analizzando le query inviate dal suo sito
il problema sembrava essere il suo forum ma da un controllo più dettagliato
abbiamo verificato che il problema è la chat da voi utilizzata che provoca
un elevato uso di risorse sul server mandandolo in blocco
subsonic subsonica.info 2.59 17.96 0.7
Top Process %CPU 4.6 httpd [www.subsonica.info] [/chat/chat/
Top Process %CPU 4.0 httpd [www.subsonica.info [/chat/chat/
Top Process %CPU 3.5 httpd [www.subsonica.info]
[/chat/chat/loader.php3?From..%2Findex.php&Litalian&Ujp&R]
La prego di disattivare la chat presente sul suo sito in quanto stiamo
ricevendo varie lamentele dai Clienti presenti sulla stessa macchina.
...aderiamo all'appello del Leoncavallo
APPELLO ANTISGOMBERO DI GRUPPI E ARTISTI
Alcuni di noi sono nati nel Leoncavallo e in altri centri sociali. Tutti li abbiamo attraversati negli anni: cultura, aggregazione, pratica concreta dei diritti sociali e delle libertà.
Il 27 gennaio lo Spazio Pubblico Leoncavallo sarà ancora sotto sfratto, ancora perché di sgomberi e tentativi ne ricordiamo altri. Come ricordiamo che Milano ha ogni volta riconsegnato questo spazio agli usi sociali e collettivi, e non temiamo che questa volta andrà diversamente.
Facciamo nostro quel “qui siamo e qui restiamo” che fa da sfondo alle iniziative di questo periodo.
E non potrebbe essere diversamente, così come stanno i migranti, con o senza permesso, gli antiproibizionisti, le mamme antifasciste, i precari incazzati e i tanti altri che costruiscono, attraversano, fanno vivere queste esperienze.
Più volte abbiamo visto soluzioni avvicinarsi a mezzo stampa e poi dissolversi nell'ostilità dell'amministrazione locale. Un motivo in più per insistere.
segono firme
per adesioni info@leoncavallo.org
ci vediamo direttamente nel ristorante dell'albergo dove Boosta racconta il seguito con il taxista. "Appena finito di parlare del nome buca una gomma, scende a controllare e stilsissimo risale senza battere ciglio per portarci regolarmente in albergo senza farci perdere tempo. Tipo che si è fatto ancora qualche chilometro sputtanando cerchione e tutto il resto. Che signore!"
Oggi è Venerdì 13, giorno del concerto. Max ha portato con sé un cornetto comprato per l'occasione a Sapaccanapoli la settimana scorsa. Non siamo particolarmente scaramantici, diciamo che è stato Apollo 13, il film, a convincerci della criticità della data. Pare che da Napoli Max abbia portato anche una banconota da 20 euro sulla validità della quale nessuno di noi metterebbe una mano sul braciere. Verrà messa in mano a Ivan al momento di pagare il conto mentre ancora tenta di fare valere il suo teorema a colpi di intensi sguardi con le cameriere. "toh lascia di mancia che qui usa così e ci fai pure un figurone".
Italiani.
Tutti quanti.
Oggi ci si perde un po' per le vie di Groningen. E' sempre incredibile osservare in Olanda l'uso massiccio della bicicletta, a fronte di un clima decisamente inclemente. Fuori dalla stazione ci sono parcheggi a più piani stracolmi di velocipedi. Le piste ciclabili sono ovunque e ovunque sono una minaccia per il pedone incauto. Riflettiamo sul fatto che ciclisti e ortopedici qui non avranno mai problemi occupazionali.
La città è davvero bella, per chi ha visitato solo Amsterdam, Den Haag e Rotterdam, c'è la possibilità di uno sguardo più intimo e tranquillo a distanza ravvicinata con le forme e l'atmosfera olandese, senza rinunciare alla vitalità garantita dalla massiccia presenza di studenti. Groningen è una città universitaria. Non è un gran momento per l'Europa in generale, l'atmosfera qui come altrove è più borghese di quanto si possa immaginare durante i giorni del festival, ci confidano alcune studentesse, "negli stessi locali trovereste spesso serate di musica commerciale", però a noi sembra già un bel vivere.
L'Europa....da qualche parte al di là di tutte le diffidenze su ciò che potrebbe essere e che di certo in qualche modo sarà, viene da pensare che è bello sentirsi in diritto di essere a casa. Al di là della sbornia neo- conservatrice che qui, in Olanda -come in Italia-, ha procurato i suoi danni (ad un sistema sociale tra i più inviabili) al di là delle genuflessioni filo-atlantiche delle quali andare ben poco fieri, l'Europa è un gran posto. La modernità nasce qui e qui trova un seppure precario senso di equilibrio, al riparo, anche se non di certo al sicuro, da aspetti totalmente alienanti che pervadono società come quella americana o giapponese. Lontana dai totalitarismi dei giganti del passato o dei nascenti astri economici, l'Europa è più che mai il luogo dove la qualità della vita e senso della democrazia sono fattori endemici, difficili da sradicare. Comunque, l'idea che da Lisbona all'estremo nord ci sia un unico luogo da considerare in un certo modo casa propria, affascina eccome. Il tempo di passeggiare ancora tra piazze strade e canali ed è già ora di sound-check.
Raggiungiamo De-Spiegel (si pronuncia de spi˜kk?ªvª©krrrgel, non chiedeteci perché) che in realtà è un club jazz. Piccolo ma attrezzatissimo. E manco a dirlo ultra efficiente. Abbiamo ridotto la nostra strumentazione e optato per una scaletta più vicina a Microchip Emozionale, al primo ascolto (e per molti questa sera sarà un primo ascolto) il sound più caratteristico dei Subsonica. La presentazione dei Subsonica sul programma del festival è un vero disastro. Un copia incolla di servizio che non invoglierebbe nessuno al concerto. E d'accordo che suoniamo soprattutto per gli addetti ai lavori, ma un po' di pubblico mica ci farebbe schifo. Ci penserà Ivan. Uscirà per strada a raccontare o gesticolare qualcosa non sapremo mai cosa né soprattutto in che lingua, alla gente che passa. Fatto sta che in mezz'ora il locale sarà pieno. Ora abbiamo capito cosa è venuto a fare. Impagabile.
Parte il concerto con "colpo di pistola", "l'errore", "aurora
sogna","perfezione","l'odore","discolabirinto","fluido-the activator","nuova
ossessione","depre". Già finito. Suoniamo bene, ed è anche facile, in una
dimensione quasi da pub con il sound diretto degli amplificatori, senza rimbombo
o dispersioni di suono. Ci sono diversi italiani a dare sostegno e il locale
risponde alla grande. Olandesi inclusi. C'è anche Veronica, la ragazza tedesca
del sito www.subsonica.de. Parla un ottimo
italiano e si è fatta, in macchina almeno 700 km, con il suo ragazzo Stefan per
assistere a 45 minuti subsonici. In realtà scopriremo che c'è chi ha percorso
distanze ancora maggiori arrivando dall'Italia. Italiane ma studentesse a
Groningen sono invece alcune ragazze che ci condurranno al ristorante. Sì perché
ciaograzie-ciaograzie che è già ora di cavarsi fuori dalla palle: c'è un gruppo
svedese che preme sulla soglia di quello che più che un camerino è uno
sgabuzzino, per posare strumenti e cambiarsi. Usciamo e stòmacostòmacovaffanculo
ci dirigiamo verso un messicano-olandese. Una schifezza inaudita. Samuel e Max
insieme a Damir di Casasonica sembrano i più smaniosi di concerti. Ivan manco a
dirlo va a testare il secondo coffee shop. Ma il vero tricolore verrà
fieramenteà issato, a sorpresa, in un altro luogo da italiani in gita: il
casinò. Sotto la disapprovazione dei due subsonici di cui sopra il drappello
capitanato da Boosta raggiungerà roulette e tavoli, nonostante il Venerdì 13, e
sbancherà di un migliaio e fischia di euri le casse.
Nel frattempo per gli
altri c'è una sbornia di concerti tutti di alto livello, che vanno dal
laptopista belga intrigante e malinconico al sestetto vocale austriaco che fa
tutto ma proprio tutto con voci e microfoni, e si parla di techno e drum'nbass
mica di cori delle dolomiti. C'è un surreale duo francese con il cantante che
diventa anche ballerino di teatro danza. Ma non pensate a fricchettonaglie di
sorta: intensità emotiva, invenzione e qualità tecnica sono sempre sorprendenti.
Il livello cala notevolmente con vari emuli locali degli Strokes, o metallari di
gomma scandinavi o come nel caso della garage band svedese che si esibisce dopo
di noi, con un buon impatto di cose purtroppo già viste e riviste, su mtv. Ci
sono anche gli Editors che piacciano o meno, dal vivo sono molto bravi. Si
mormora di un concerto a sorpresa di nouvelle vogue, ma non capiamo se sì e
dove.
Insomma c'è da perdersi davvero e Eurosonic.
E infatti ci perdiamo tutti.
Dopo qualche ora ci raduniamo nuovamente allo Spiegel. Sul palco un trio Finlandese due tastiere e batteria acustica. Ironici geniali e malinconici come un film di Kaurismaki. C'è ancora il tempo per un kebab e per qualche giro di birre prima di salire su un taxi alle quattro e mezza. Nemmeno il tempo di domandarsi se ci saranno o meno che troviamo il parcheggio pieno di vetture. Domani ripartiremo, con un po' di rammarico per non esserci organizzati qualche giorno di permanenza in più, per ora ci godiamo ancora strade piazze e lampioni e ciclisti un po' sbilenchi nell'andirivieni di una Groningen dal finestrino. "Italiani? Musicisti?" "No".
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