La giornata di oggi si apre con la visita di una troupe di TV Sette
Benevento International. C'è poco da ridere. Si presenta all'hotel alle
10, orario in cui solitamente i Subsonica raggiungono la fase rem e
viene ovviamente rimbalzata. Si ripresenta più ragionevolmente
alle 15 ed ha inizio un'intervista folkloristica sulla quale sorvoliamo,
che ha come momento più significativo la domanda: "Quale è il disco preferito del vostro ultimo cd?".
C'è poco da ridere, dicevamo, sapendo che TV Sette Benevento
International (che cosa cazzo ci avrà mai Benevento di così
international?) ha avuto l'appalto per le trasmissioni RAI satellitari.
Il pomeriggio, a parte un altro paio di interviste, è relativamente
libero, ma per questioni di tempo e di traffico la band è costretta
all'interno dei confini sanremesi. Max e Vicio, con soprabito di pelle e
occhiali scuri, finiscono a riassaporare il brivido della discoteca
pomeridiana ormai perduto negli anni; nessun problema all'ingresso dove
vengono riconosciuti ed accreditati, ma nel locale, per l'abbigliamento
e per la differenza di età, finiscono per farsi passare per due sbirri
della narcotici. Samuel invece si gode il lungomare con tramonto tipo
quadro luminoso del ristorante cinese. Boosta e Ninja dopo aver
pronunciato le fatidiche parole "mi appoggio sul letto 5
minuti", sprofondano in una "pennichella" di un paio
d'ore.
Ore 20:
convocazione per "Il Galà della stampa", la cena di gala
all'hotel Royal organizzata dal comune di San Remo. Siete mai stati ad
una cena di gala? Noi sì, una volta, ieri sera. Eravamo i peggio
vestiti del locale almeno fino a quando non ha fatto il suo ingresso Max
Gazzè; lui non lo battiamo neanche impegnandoci. Il quartetto d'archi
con fisarmonica accompagna il tintinnio di posate e bicchieri e il suono
delle pacche sulle spalle. Dopo un po' entriamo nel mood e salutiamo a
vanvera anche noi, divertendoci molto. Rispondiamo a diverse interviste
televisive sentendoci chiamare con i nomi più disparati: SINFONICA,
SUBSONIC, SUPERSONIC...
Morale: cena di gala o no riusciamo a malapena ad ingoiare l'antipasto
ed ascoltare lo sproloquio del sindaco di San Remo, che si accanisce al
microfono per un qualche motivo contro la RAI ed esaurisce il discorso
con un tono alla John Wayne, minacciando di non firmare una qualche
convenzione (la sala applaude meccanicamente).
Dobbiamo scappare al RITZ per la diretta su TG1 speciale Sanremo.
Nell'atrio del teatro Bass Vicio, che deve avere approfittato un po'
troppo dell'aperitivo di Gala di comunica una sua visione: "Raghi,
c'è Marylin Manson". Ci giriamo di scatto e di improvviso appare
il personaggio più fashion, più transgenicamente proiettato nel terzo
millennio di tutto il festival. Spagna. L'algida "Easy Lady"
(che pare abbia eroticamente turbato l'adolescenza del Boosta, qualche
lustro addietro) con la sua timidezza ambigua, sintetica e distante
entra direttamente a palpitare nel profondo dei nostri cuori
cibernetici.
Veniamo schierati sulle poltrone tra Nava e Gigi d'Alessio e si va in
diretta. Presenti in sala oltre ai Big, Ines Sastre e i conduttori
Mollica e Sposini. Ci rendiamo conto improvvisamente di non c'entrare
nulla e la consapevolezza di non aver praticamente mai guardato il
festival, se non quando eravamo piccoli, crea una sorta di imbarazzata
estraneità nel momento in cui i cantanti in gara esternano il loro
sincero amore per la manifestazione. Ad un certo punto dopo un rimpallo
fra Minghi (quello dell'aereo) e Mietta tocca a noi dire qualcosa;
Samuel con tono gentile afferma la distanza costituzionale della band
nei confronti della musica da passerella televisiva, parlando di
un legame più profondo con la scena semisommersa che suona
principalmente dal vivo.
Minghi (non riusciamo proprio a chiamarlo maestro come vorrebbe) che
dall'inizio del collegamento borbotta nervosamente come una radio
malsintonizzata se ne esce con una sparata del tipo "E noi invece
che facciamo secondo voi, la musica dal morto?"
Ora. Sarebbe stato facile ricordare in diretta che l'appellativo più
ricorrente nelle sale stampa per l'accoppiata Minghi Nava è giusto
quello di "Duo novembre", ma non siamo qui per azzuffarci. Max
prende il microfono e, asserendo di non essere interessato ad innescare
polemiche, fa il punto della situazione Subsonica a Sanremo. Parlando di
come la televisione sia purtroppo la discriminante per riuscire ad
accedere alla stampa musicale ufficiale (prima ancora che al pubblico),
sostiene che il gruppo si sente parte di una scena musicale sotterranea
che nasce lontano dagli uffici delle grosse case discografiche ma che
rappresenta qualcosa di profondamente significativo. Insomma facciamo la
parte degli antipatici, ma visto che siamo in ballo, non ci dobbiamo
certamente lamentare.
Inaspettatamente Mollica alla fine della trasmissione ci ringrazia per i
contenuti espressi.
A fine serata ci si ritrova sempre più numerosi al solito pub, in
un'atmosfera ebbra e rilassata. All'uscita del locale, incappiamo in un
Umberto Tozzi un po' biascicante, modello Lou Reed del periodo più
intenso, accompagnato da un gruppo di body guard e discografici che
tentano invano di dissuaderlo dal proseguire il night clubbing. Il
rocker volge lo sguardo verso di noi e usandoci come pretesto per
eludere i premurosi rimproveri ("dai Umberto, non prendere freddo
che domani devi cantare"), riscopre la solita torinesità. Ne viene
fuori un discorso un po' random che ben si sintetizza nel saluto di
commiato "Everybody cerea!".
Mother - Computer di bordo
- 20-02-00 |