PIM 2001
L'idea era quella di non rovinavi la sorpresa, ma oramai fra dispacci d'agenzia e articoli sui giornali ci mancavano solo più gli aeroplani con la striscia pubblicitaria sventolante a riportare tutto ciò che già è avvenuto durante l'edizione del PIM 2001.
Da parte nostra abbiamo rispettato il silenzio stampa ma ora abbiamo un'incontenibile necessità di condividere con la nostra "curva virtuale" la soddisfazione per i premi ricevuti e la relativa cronaca degli eventi.
Ore 17'30 ritrovo al bar di
Piazza Vittorio e partenza. Arriveremo in loco un paio di ore dopo con proverbiale anticipo "sabaudo" per una collettiva girata di pollici. Difatti siamo i primi ed avendo anticipato anche i nostri discografici (che possiedono i pass d'entrata-uscita) siamo confinati all'interno del locale
milanese. Riceviamo una cassa di abiti della Mad's (e sì ragazzi ve l'abbiamo già
detto fatela una band che poi vi regalano di tutto!) e inganniamo l'attesa giocando smutandati davanti ad uno specchio ai piccoli
indossatori. Una volta tanto non arriveremo sbragati ed arruffati davanti alle telecamere per la gioia delle nostre
mamme.
Non ancora contento il Boosta, che tra l'altro si rivelerà lo spiritello molesto della serata, decide nascostamente di invertire a suo piacere la disposizione dei tavolini delle case discografiche in modo da avvicinare a quello riservato alla Mescal i pochi esponenti del mondo delle etichette che lo
aggradano. Il locale nel frattempo si è animato e decidiamo di scendere per partecipare al ben noto gioco della pacca sulla spalla al grido
di "hey come va? Hey ciao! Tutto bene? Complimenti ci si vede
dopo!".
Ora una riflessione è d'obbligo. O ci siamo sempre persi il culmine dell'after di questo tipo di eventi o semplicemente il "ci si vede dopo" è la parola d'ordine cool di queste vippate da struscio. Comunque ci adeguiamo e incominciamo ad appiccicare i nostri "hey ciao ci si vede dopo" a vanvera. Incredibile funziona! Anche benissimo con gli sconosciuti. Quindi se un giorno incontrate qualche super noto ed avete difficoltà a formulare
alcunché sapete come comportarvi.
E' ora di prendere posizione per la registrazione della puntata. Siamo posizionati in basso all'estrema
sinistra (eh eh!) rispetto al vostro divano. Dietro di noi La crus e Sottotono. Ovviamente ci perdiamo in chiacchiere leggiadre. Salutiamo
con piacere Elisa che ci è parecchio simpatica e Irene che oramai sta diventando torinese acquisita.
Gradiamo molto la presenza di Zulu' e Raiss come anche la notizia dei riconoscimenti a Vinicio Capossela ed Ivano
Fossati. Al momento di ricevere il premio il rocker al Lambrusco Ligabue chiama in causa i due come esempio di musica con la
m Maiuscola contrapponendoli con velata ironia ad una fantomatica ala "trendy".
Non sappiamo bene se sentirci chiamati in causa o meno. Comunque se per trendy
(termine abbastanza detestabile) si intende la necessità di mettere in costante
discussione-evoluzione il proprio linguaggio musicale senza adagiarsi su formule
già ampiamente rodate, artisti come Fossati o Capossela o Paolo Conte ci
sembrano al contrario coraggiosi esponenti della fazione suddetta. Ma
in realtà chissà cosa passava per la testa del Liga. E si prosegue.
Tra le gag di Linus ed i divertenti Fabio Volo e Paola Cortellesi arrivano due meritati premi per Carmen Consoli le performance di Elisa
(un'interpretazione che emoziona) e un siparietto Giorgiapinodaniele.
Il musicista napoletano rinnova la sua vocazione per l'high tech paragonabile solo a quella di quei ciclisti padani che sfrecciano di domenica sulle statali vestiti ed equipaggiati come per una missione voyager ed estrae l'ennesima chitarra partorita dal subconscio di qualche designer
di un universo parallelo. Sugli occhi uno schermo al plasma in fibra di materiale ancora da brevettare che farebbe impallidire la buonanima del vecchietto
"Q", inventore di tutti i marchingegni di James Bond. Inutile dire che
tutta questa ipermodernità fatica ad accordarsi con l'accento
verace dell'artista e con la sua sincera carica umana. Ad un certo punto i due s'inerpicano su una dissertazione
geografico/canora al motto di "africa, africa" (chissà se verrà messa in onda)
nella quale mai si intravedono i due punti e lo svolgimento. In questi frangenti il pensiero dei
più vecchietti scappa sempre verso i solchi dell'indimenticato "nero a metà".
A proposito di chitarre Carmen Consoli che dovrà ripetere il suo brano per un
problema all'amplificatore del chitarrista, esclamerà: "sarebbe ora di
cambiarli questi strumenti vintage e procurarsi solo ampllificatori a transistor
e chitarre giapponesi ascellari". Ridiamo praticamente solo noi, però era
una considerazione divertente.
Torna Ligabue sul podio, biascicante come il rock and roll, a dissertare sulla figura
(la sua) del genuino mattatore del palcoscenico. Non gli si può proprio voler
del male. E pensare che l'energico Vicio maldestramente nel battergli 5 gli ha in precedenza anche quasi amputato una mano. E
sì perché in effetti abbiamo sorvolato su interviste e servizi fotografici vari con relativi incrocio di musicisti e scambi di battute.
Nel frattempo comunque ci siamo "alzati" un paio di premi anche noi.
Miglior rivelazione: presentati dai Lunapop-precedenti detentori-ci spariamo la nostra sequela di pose in passerella e ci avviciniamo al podio. Vicio con la mano sfodera le corna da metallaro e Max un look da maniaco dei giardinetti. Il maldestro Boosta con ironia, peraltro ben poco ravvisata dai bolognesi, s'esibisce in una battuta di palmo sinistro su polso destro ("sciò" per intenderci) rivolta nei confronti della pop band emiliana. Samuel riceve il premio e lo "gira" simbolicamente a tutte le band che in Italia faticano ad avere una visibilità che meriterebbero.
Miglior album del 2000: come suona bene miglior album del 2000. Ripercorriamo in tutta scioltezza la passerella, salutiamo educatamente Irene Grandi e Bennato, baci e abbracci stretti per la prima e una più virile e formale stretta di mano per il secondo. Samuel e Max confessano una giovanile passione per il cantautore napoletano risalente ai tempi del suo formato "one-man-band". Con Bennato non si capisce mai, ti guarda e sorride ma mica si sa se ti ha veramente ascoltato. Un vero artista! Comunque il Boosta si avvicina al microfono per dedicare la vittoria a tutti coloro che hanno comprato o masterizzato per mancanza di fiducia o ancora scaricato da Napster, come si fa per i gruppi dell'"ala trendy", il nostro album. Una doverosa ulteriore dedica per la Mescal definita dal folletto grossomodo "un etichetta giovane per gente giovane". Mah!
L'ultima trovata del Boosta trova spazio nel momento in cui ci apprestiamo a salutare
GG d'Agostino (sappiamo che molti di voi non ci perdoneranno mai la rivisitazione "trasversale" della sua blah blah blah) anche lui premiato nell'ambito della dance. Stiamo per andare a stampargli un educato 5 quando il nostro molleggiato esordisce con un "raga guardate che non è d'Agostino io lo conosco bene! Maseisicuro?
sicurissimissimo!" Perplessi diamo fiducia al nostro tastierista al punto che anche quando il d.j. torinese "di zona" si alza per farci i complimenti rimaniamo imbalsamati ad interrogarci sulla
equivoca natura del sosia. Gigi d'Ag ci rimane un po' male e a dire il vero anche un po' noialtri a sentire pronunciare
subito dopo il suo nome. Una pettinata irriverente alla grammatica durante la premiazione ci toglie ogni dubbio è lui il principe dell'unzaunza di periferia. E come il principe delle fiabe sparirà prima della fine della festa lasciandoci, un deux trois comme
- ci comme - ça, prede del rimorso.
La palma del maldestro della serata comunque verrà strappata ai punti da
Samuel che uscendo dal locale con uno dei 2 premi in mano sollevando il braccio con l'intenzione di salutare alcuni fan spedirà sul marciapiede il trofeo che dopo una parabola di alcuni metri si scomporra' in numerosi pezzi conservati al momento come reliquie dal
nostro locale del cuore "Giancarlo", luogo d'approdo per i festeggiamenti fino al mattino. Ma questa è un'altra storia.