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SbS 05/07/06 16:57

cornetti speciali

Per tutti quelli che non sono riusciti a venire a Roma domenica -e pure per tutti gli altri- ecco i giorni e gli orari dei vari special radio-televisivi sulle "Corna del Boosta Free Festival" (o,se preferite, cornetto free music festival)°


SPECIALE ALL MUSIC 7/7 - 21:00 - 22.30
RADIO DEE JAY - 8/07 - PLAYDEEJAY con Marco Corona - 17:00 - 19:00


Buona visione




Subsonica 01/07/06 01:27

Peppo Parolini non c'è più

è di oggi pomeriggio la notizia che attendevamo ormai da giorni e che immediatamente ha incominciato a rimbalzare tra i tam tam del mondo notturno: la libera repubblica dei Murazzi ha perso il suo presidente. E' morto Peppo, l'uomo dalle mille storie, quasi nessuna delle quali edificante, ognuna di queste appassionante come un romanzo. Di quelli crudi.
Peppo è stato molte cose nei suoi settantanni di vita : un amico dei grandi jazzisti, in compagnia dei quali ha consumato il rovente jazz del quotidiano, quello alla "let's get lost" per intenderci, fatto di irrequiete avventure, grandi esaltazioni e di sconfitte condite con ogni genere di eccessi. Ha poi attraversato una gran parte degli ambienti artistici dell'Italia degli anni '60 e '70, che hanno successivamente fatto storia. Ha conosciuto la galera, i detenuti politici, il mondo dei ricchi , le altitudini dei vincenti, i sottoscala della desolazione. Ha attraversato tutte queste dimensioni con lo spirito del viaggiatore. E' stato giudicato, e lo sarà anche dopo la sua morte, ma il mondo che lui sezionava a suon di "piciu!" era un mondo diviso tra uomini di cuore e gente arida. Le restanti distinzioni: ladri, onesti, tossici, sbirri, artisti, santi, geni, sono sempre state nei suoi racconti (di vita) semplici distinzioni di ruolo. Le persone erano fatte di altro e solo in determinate circostanze sapevano dimostrare il proprio valore, la vera natura.
La sua grande qualità era quella di sapere raccontare, con i suoi racconti ti incatenava per ore. E di storie da raccontare Peppo ne aveva davvero molte. La sua ultima passione é stata quella per il suo giornale che aveva voluto chiamare "l'urlo dei Murazzi"
Qualcuno di voi forse lo ha visto salire sul palco per presentare alcuni dei nostri primi concerti. Per noi era l'uomo della notte, il vecchio dall'oscuro passato, lo incontravamo sempre a qualsiasi ora della notte, in quasi tutti i locali. Lo chiamavamo presidente, e lui era contento.
Giudichino pure quelli che non mancheranno di farlo, ma almeno smettano di guardare con ammirazione tra i propri scaffali i libri di Bukowski, dei Kerouac, di John Fante, perché la vita di Peppo è stata quella roba lì. Quella di quei personaggi lì.
Un sax che strilla, una voce -annebbiata dal bourbon- che cigola nella notte, una morale sperduta nel limbo delle cose che si addormentano solo quando l'oscurità concede al giorno il piedistallo del cielo. Questa voce cantilenante raccontava cose del tipo " sette anni, sette anni di galera, ma io -Peppo Parolini- di nomi non ne ho mai fatti, mai.................. un po' anche perché non me li ricordavo. Piciu!".
Merda, se ci mancherà.


SUBSONICA 01/07/06

Peppo non c'è più

Peppo non c'è più

E' di oggi pomeriggio la notizia che attendevamo ormai da giorni e che immediatamente ha incominciato a rimbalzare tra i tam tam del mondo notturno: la libera repubblica dei Murazzi ha perso il suo presidente. E' morto Peppo, l'uomo dalle mille storie, quasi nessuna delle quali edificante, ognuna di queste appassionante come un romanzo. Di quelli crudi.
Peppo è stato molte cose nei suoi settantanni di vita : un amico dei grandi jazzisti, in compagnia dei quali ha consumato il rovente jazz del quotidiano, quello alla "let's get lost" per intenderci, fatto di irrequiete avventure, grandi esaltazioni e di sconfitte condite con ogni genere di eccessi. Ha poi attraversato una gran parte degli ambienti artistici dell'Italia degli anni '60 e '70, che hanno successivamente fatto storia. Ha conosciuto la galera, i detenuti politici, il mondo dei ricchi , le altitudini dei vincenti, i sottoscala della desolazione. Ha attraversato tutte queste dimensioni con lo spirito del viaggiatore. E' stato giudicato, e lo sarà anche dopo la sua morte, ma il mondo che lui sezionava a suon di "piciu!" era un mondo diviso tra uomini di cuore e gente arida. Le restanti distinzioni: ladri, onesti, tossici, sbirri, artisti, santi, geni, sono sempre state nei suoi racconti (di vita) semplici distinzioni di ruolo. Le persone erano fatte di altro e solo in determinate circostanze sapevano dimostrare il proprio valore, la vera natura.
La sua grande qualità era quella di sapere raccontare, con i suoi racconti ti incatenava per ore. E di storie da raccontare Peppo ne aveva davvero molte. La sua ultima passione é stata quella per il suo giornale che aveva voluto chiamare "l'urlo dei Murazzi"
Qualcuno di voi forse lo ha visto salire sul palco per presentare alcuni dei nostri primi concerti. Per noi era l'uomo della notte, il vecchio dall'oscuro passato, lo incontravamo sempre a qualsiasi ora della notte, in quasi tutti i locali. Lo chiamavamo presidente, e lui era contento.
Giudichino pure quelli che non mancheranno di farlo, ma almeno smettano di guardare con ammirazione tra i propri scaffali i libri di Bukowski, dei Kerouac, di John Fante, perché la vita di Peppo è stata quella roba lì. Quella di quei personaggi lì.
Un sax che strilla, una voce -annebbiata dal bourbon- che cigola nella notte, una morale sperduta nel limbo delle cose che si addormentano solo quando l'oscurità concede al giorno il piedistallo del cielo. Questa voce cantilenante raccontava cose del tipo " sette anni, sette anni di galera, ma io -Peppo Parolini- di nomi non ne ho mai fatti, mai.................. un po' anche perché non me li ricordavo. Piciu!".
Merda, se ci mancherà.


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