Dormiamo poco e ripartiamo sotto la neve.
Oggi sul camper proiettiamo "le crociate" di Ridley Scott.
Si viaggia lenti ma il paesaggio è suggestivo.
Arriviamo ai cancelli del Rivolta dove sono presenti in attesa una ventina di
ragazzi prossimi all'assideramento. Chiediamo che vengano fatti entrare.
Salutiamo un po' di facce note, riceviamo il benvenuto e ci dirigiamo verso
la sala per il sound-check.
Stasera c'è voglia di fare un gran concerto.
Proviamo qualche passaggio musicale ancora da perfezionare, e ripassiamo
ancora i brani nuovi.
A noi il Rivolta piace molto è uno spazio all'interno del quale si respira un clima libero, e contemporaneamente attivo e laborioso. Si sa, i centri sociali, non godono più del favore incondizionato di giornali e riviste, che negli anni '90 per non rischiare di perdere il trend, ne parlavano in continuazione, spesso anche a sproposito. Oggi non fa più fico. Anzi. Da un lato il fatto che alcune realtà siano cresciute fino a cercare e ottenere una rappresentanza politica, spaventa. Spaventa che non siano più una semplice e colorata riserva di consumatori di canapa che si dilettano con musica e bombolette spray, ma che si siano organizzate e rappresentino un movimento con un peso. I vari Casarini e Caruso vengono sovente fatti passare dalla comunicazione ufficiale, di destra e sinistra, come dei babau scriteriati a capo di una tribù violenta e irresponsabile. In verità sono semplicemente tra i portavoce di chi proprio non si abitua a considerare molte ingiustizie che regolano anche la nostra parte di mondo, come un fatto ineluttabile. Continuiamo ad assistere oramai abituati ed inermi ad una realtà che spaccia la sua legalità di facciata (talvolta repressiva) come un velo che nasconde l'orrore delle guerre illegali, dell'intreccio tra mafie e poteri, gli interessi che scavalcano ogni legge regola e ogni nazione, perché il mercato delle armi non abbia limitazioni. Solo per fare qualche esempio di un elenco purtroppo molto più lungo. C'è chi si abitua facendosi edulcorare la pillola e chi reagisce in modo più attivo. Creando ad esempio luoghi dove le informazioni circolano, e non sono smussate, soppesate rese più digeribili, ma dove si tende a guardare alla realtà in modo più diretto. Poi, come dappertutto c'è chi scambia la libertà con lo svacco, c'è chi diventa dogmatico al contrario, e c'è chi forte di una sensibilità politica si sente leggittimato ad emettere giudizi "aristocratici" sul resto del popolo bue. Ma sono cose che succedono in tutti i luoghi, in tutti gli ambienti, e fanno parte della natura umana. Scriviamo questo perché talvolta nel giudicare queste realtà si adottano pesi e misure differenti rispetto al resto del mondo.
Comunque stasera siamo qui e siamo ben contenti di esserci.
Ottima la cena.
Inizieremo più tardi perché c'è molta folla all'ingresso. Difficile stimare
quanti siano qui per il concerto e quanti per il sabato del Rivolta, che si
svolge anche in altre sale ad esempio con un sound system che reggae e
raggamuffin.
In ogni caso la sala è stracolma.
Ci rendiamo conto di un
errore di valutazione, sulla portata del nostro impianto. E' un impianto da
club, di fronte a tutta quella gente risulterà poco potente.
Cinque ragazzi
in passamontagna zapatista faranno una apparizione sul palco per parlar di
alcune iniziative politiche del centro.
Parte il concerto e saliamo sul
palco motivatissimi.
Il pubblico è acceso e meraviglioso.
Iniziano i
problemi.
Dalla sala Cipo alza il volume a dismisura per riuscire a coprire
anche il pubblico in fondo, ma partono degli strani inneschi. C'è molto rientro
sul palco. Gli unici che non se ne accorgono sono Boosta e Max che hanno
utilizzato cuffie molto isolanti. Ma c'è una bella atmosfera e molta carica. A
tratti sembra finalmente sbloccato quel meccanismo di rodaggio che deve fare
convivere il trasporto, la groova con la precisione dell'esecuzione. Samuel
decide di cambiare le sue cuffie cercando di risistemare gli ascolti.
Fuori
il pubblico è decisamente esplosivo.
Incominciamo a chiedere di non spingere
perché le persone più vicine alle transenne sono a corto di spazio vitale.
Arriva anche lo stesso Casarini sotto il palco a dare manforte sul fronte
transenna. Si procede fino a "Perfezione". Dovete sapere che fra i misteri
irrisolti dei più recenti tour, c'è questa sorta di maledizione che vede la
corrente saltare sul ritornello di Perfezione. Ci siamo sempre dati spiegazioni
poco convincenti del fenomeno. Abbiamo più volte suonato appositamente nei check
il brano sforzandoci di sviluppare più volume possibile e per capire se fosse
una questione di sovraccarico.
Ieri abbiamo finalmente risolto il mistero.
Purtroppo lo abbiamo dovuto condividere con diverse migliaia di persone in
paziente attesa sotto il palco. Una delle tastiere di Boosta, forse anche a
causa dei suoi balzi atletici, disperde corrente facendo scattare le protezioni.
Ci mettiamo un po' a capire e ripartiamo. Partiamo dallo special di perfezione
con una citazione dei cccp. Il concerto riprende con la sua parte più morbida
(eccezione fatta per l'odore) ma la gente mostra attenzione e curiosità, anche
per "Relitti nello spazio" e "A nord di ogni lontananza", due strumentali
inediti.
Nonostante la bolgia, nonstante il black out durato almeno un quarto d'ora e la pausa prima del secondo set necessaria a riparare la tastiera.
Un pubblico meraviglioso dicevamo.
Durante "dentro i miei vuoti" max rovina la poesia a tutti mancando di un paio di centimetri il tasto della pedaliera e facendo partire una distorsione devastante nel punto più delicato del brano. Un kamikaze in una fabbrica di vetro. Poi il concerto riprende quota fino alla fine, con la disobbediente "Sole silenzioso".
Ci sono un po' di riflessioni da fare sulle questioni di approccio tecnico, le faremo con molta tranquillità.
Questa sera abbiamo però riassaporato in diversi momenti la giusta intensità che il nostro live deve sviluppare, anche a fronte di qualche errore se è necessario. La concentrazione va bene per suonare bene i concerti di musica leggera, nel nostro caso quello che dal palco si deve trasmettere è molto di più di un concerto senza sbavature.
D.j. set. Parte Max, che scasina con il mixer e nn si rende conto che per una buona parte sta suonando con una sola una colonna di casse. Comunque è ben lieto di passare la consegna al Ninja, poi Boosta, poi Samuel, poi tutti con un disco a testa e il microfono che gira di mano in mano. C'è una bellissima atmosfera e molto coinvolgimento. Per noi questo set è un prolungamento del concerto, all'interno del quale si propone musica utilizzando solo mezzi differenti rispetto agli strumenti. E se qualcuno può aver avuto qualche disagio durante il live, capisce che qui ora ci si sta facendo perdonare alla grande.
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